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Casa mia, casa mia...

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Paese di produzione: Italia
Anno: 1988
Durata: 95 min
Genere: commedia
Regia: Neri Parenti
Soggetto: Gaetano Audino, Domenico Matteucci
Sceneggiatura: Gaetano Audino, Domenico Matteucci
Produttore: Achille Manzotti
Fotografia: Cristiano Pogany
Montaggio: Sergio Montanari
Musiche: Alberto Baldan Bembo

Interpreti e personaggi

Renato Pozzetto: Mario Bartoloni
Paola Onofri: Marina De Santis
Gianfranco Agus: Aldo Giannetti
Patrizia Loreti: Elvira Cappellini
Athina Cenci: Sig.ra Salviati
Antonio Allocca: Franco
Clarissa Burt: Cinzia
Antonello Fassari: Di Pietro, capo antisfratto
Maurizio Mattioli: Partner di Elvira
Camillo Milli: Direttore della gioielleria
Sonia Viviani: Moglie di Aldo
Alessandra Acciai: Sandra
Franca Scagnetti: Vedova
Valentino Simeoni: Tassista

Doppiatori italiani

Mino Caprio: Aldo Gianetti

Li mortacci sua!

Trama

Milano, fine anni '80 del 1900.
Il commesso di Cartier, Mario Bartoloni (Renato Pozzetto), è trasferito nella sede romana della nota gioielleria.
Per risolvere il problema dell'alloggio, abbastanza fastidioso poiché il mercato è praticamente bloccato dalla legge sull'equo-canone, decide di scambiarsi il contratto d'affitto col collega romano Marini, a sua volta in procinto di trasferirsi a Milano.

Casa mia, casa mia
Mario Bartoloni, lo sfortunato protagonista dell'avventura

L'avventura nella capitale non comincerà affatto bene per Bartoloni, a cui, durante il viaggio verso Roma, ruberanno prima la valigia e poi addirittura la macchina.
È solo un piccolo assaggio di quello che lo attende: sebbene si integri molto bene con i nuovi colleghi di lavoro e gli piaccia abitare a Roma, Bartoloni deve fare i conti con un'ingiunzione di sfratto, che il suo collega Marini si era molto opportunamente 'scordato' di avvisargli prima dell'accordo sullo scambio delle case.

Tutto il palazzo è infatti di proprietà dell'arcigna signora Salviati (Athina Cenci), che ha messo sotto sfratto tutti gli inquilini per procedere alla ristrutturazione dello stabile, che diventerà così un immobile di lusso da rivendere a caro prezzo.
Bartoloni tenta di parlare con la Salviati e discutere della situazione, ma la donna si dimostra mossa unicamente dal guadagno, e quindi tutti i tentativi di mediazione si risolvono in un nulla di fatto.
Contemporaneamente a ciò, Bartoloni e la collega Marina De Santis (Paola Onofri) cominciano una relazione affettiva, che però è ostacolata dal fin troppo veloce sfratto: su due piedi, Bartoloni viene messo alla porta, senza un posto dove andare e sperduto in una città col mercato degli affitti congelato.

Allora, la regola è questa: a chi parte da Milano per venire a Roma gli vengono ciulate la macchina e la valigia!

Dopo avere disperatamente tentato diverse soluzioni anche estreme - tra cui quella di circuire una sua bruttissima collega di lavoro con la speranza di accasarsi nella di lei dimora - Bartoloni viene per giunta licenziato dal suo direttore alla Cartier, poiché scoperto a dormire... Nel negozio!
Disperato, senza soldi e ridotto al vagabondaggio, Bartoloni ha però casualmente una botta di fortuna: mentre appende un cartello immobiliare per guadagnarsi qualche spicciolo, viene scambiato per un portiere e viene pagato per dare l'esclusiva della casa.

Casa mia, casa mia
Bartoloni ospitato a casa di un collega

Ciò farà scattare in lui l'idea di utilizzare la crisi del mercato degli affitti per trarne guadagno, avviando un'agenzia immobiliare totalmente truffaldina, che s'intasca i soldi delle caparre dei clienti senza mai fargli concludere nessun affare.
Grazie all'enorme richiesta di appartamenti del periodo, Bartoloni riesce in breve tempo a costruire una fortuna, divenendo quindi richiestissimo in tutta Roma.
Con i proventi dell'attività illecita, riesce non solo ad acquistare la palazzina dove abitava in precedenza ristrutturata dalla Salviati, ma anche ad ostacolarla negli affari, superandola all'asta di un certo caseggiato a cui la donna aveva da tempo fatto la mira.

Casa mia, casa mia
Cosa pensa Mario Bartoloni delle agenzie immobiliari

Questo costringerà la Salviati a diventargli improvvisamente amica, addirittura scortandolo al matrimonio con Marina.
Dopo aver stretto un patto di collaborazione, i due si recano quindi alla demolizione delle casupole sulla nuova proprietà acquistata, che comporterà però lo sgombero di molte famiglie povere.
Riprendendosi per un attimo dal delirio di soldi e speculazione in cui l'indigenza l'aveva portato, Bartoloni si redimerà, montando sul bulldozer e, invece che cacciare i poveracci, penserà bene di far dileguare la Salviati con tutti gli altri aguzzini.

È tempo di tornare a Milano con Marina, nella sua vecchia casa occupata dal bieco Marini, che Bartoloni stende con un pugno, riappropriandosi così del suo immobile.
Non sarà però finita lì, visto che, all'insaputa della moglie, l'uomo provvederà subito a mettere l'ennesimo cartello truffa proprio sulla porta di casa, facendo presagire un nuovo business immobiliare anche a Milano.

La gente della Madonna

Mario Bartoloni
Mario Bartoloni

Impiegato della nota gioielleria Cartier che viene trasferito da Milano a Roma, nella filiale di Via dei Condotti, grazie alla sua conoscenza del giapponese.
Avrà la pessima idea di scambiare il suo contratto d'affitto della casa milanese con quello del collega Marini, che si guarderà bene dall'avvertirlo dell'imminente sfratto.
Per colpa dell'orrida situazione del mercato immobiliare italiano del periodo, non riuscirà a trovare un nuovo appartamento, e questo gli causerà una serie interminabile di disavventure, che lo porteranno anche a perdere il lavoro.
Riuscirà a reinventarsi come truffaldino agente immobiliare, e metterà su un autentico impero economico basato sul raggiro, ma si riscatterà nel finale, quando deciderà di non sfrattare le povere famiglie che abitano sulla proprietà da lui comperata, su cui è stat avviata una forte speculazione edilizia.
Tornerà quindi a Milano, riprendendosi la sua vecchia casa, ma non perderà il vizietto di truffare la gente con i falsi annunci immobiliari.

Mario Bartoloni
Marina De Santis

Collega romana di Mario alla Cartier, è una donna gentile e molto graziosa, che fin da subito instaurerà un buon rapporto col suo amico milanese.
Rapporto che non ci metterà molto a sfociare in amore, che sarà però ostacolato dall'emergenza abitativa di Mario, ridotto al vagabondaggio.
Dopo che Mario sarà riuscito a sollevarsi economicamente, accetterà di sposarlo, anche se non condividerà la sua nuova 'professione' truffaldina.
Suo marito si riscatterà sul finale della pellicola, quando eviterà di sfrattare le povere famiglie della proprietà appena acquistata, ripartendo con lei verso Milano.

Sviluppo e produzione

Casa mia, casa mia

Neri Parenti, al tempo regista impegnato quasi totalmente con le produzioni di Paolo Villaggio, dirige Renato Pozzetto in una commedia di fine anni '80 dal sapore decisamente amaro.
La tematica dell'emergenza abitativa, in quegli anni particolarmente sentita soprattutto perché frutto della politica scellerata dell'equo-canone, viene sviluppata in chiave comica, ma è un tipo di commedia che non può far pienamente ridere.
Nel cast, una delle tante giovani promesse dell'epoca, la bella Paola Onofri, che purtroppo non manterrà le promesse e s'avvierà, mestamente, al tramonto della sua brevissima carriera.
Da notare la piccola parte di Maurizio Mattioli, che diventerà invece un apprezzato attore comico durante tutti gli anni '90.
Athina Cenci, all'epoca al top della sua forma e della sua fama, interpreta la cattivissima signora Salviati.
Il film è stato girato quasi interamente a Roma, e le musiche sono state composte da Alberto Baldan Bembo, il fratello del più noto Dario.

Richiami e marchio di fabbrica

Casa mia, casa mia

La pellicola risulta una commedia atipica per Renato Pozzetto: l'argomento trattato è sin troppo serio per l'ironia non-sense del grande attore milanese, ma ciò nonostante la sua interpretazione è comunque eccellente.
Il personaggio di Mario Bartoloni, abbastanza lestofante, non si sposa benissimo con l'immagine che Pozzetto s'è costruito nel corso degli anni, e non si ride tantissimo, od almeno, non come nelle altre storiche produzioni.
Detto ciò, il film comunque è godibile, e l'ottima interpretazione degli attori non protagonisti, unita a qualche battuta molto simpatica, lo rende tutto sommato apprezzabile.
Non è di certo uno dei film di Pozzetto più riusciti, ma gli infiniti passaggi televisivi lo hanno sicuramente fatto diventare molto popolare tra bambini e ragazzi del periodo.

Accoglienza

Casa mia, casa mia

Il flm ebbe la sfortuna di uscire nella stessa stagione di "Da grande", che si rivelò uno strepitoso campione d'incassi, e monopolizzò il mercato di Renato Pozzetto per quell'annata.
I suoi guadagni al botteghino perciò risultarono molto inferiori alla precedente pellicola, arrivando ad occupare appena l'80° posto nella classifica degli incassi della stagione 1987-88.

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