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Immigrati irregolari che vivono da pascià a spese dello stato; vaccinazioni che causano orribili malformazioni e gravi neuropatie; cure farmalocologiche imposte obbligatoriamente alla popolazione per farla appositamente ammalare; aerei che spargono in cielo pestilenziali e misteriosi composti chimici in grado di modificare il clima; accurate autopsie di alieni, accompagnate anche commenti pseudo-medici.

Sono le notizie false, e sono considerate una delle piaghe maggiori dell'informazione d'inizio XXI secolo: il loro giro di denaro è stimato in miliardi di dollari l'anno, e sono un fenomeno che colpisce ogni paese al mondo dotato di un mercato di libero scambio d'informazioni.

Possono essere usate non solo per ricavare denaro, ma anche per modificare un'interna opinione pubblica, solitamente a vantaggio di un gruppo di potere, sia economico che politico.

Le fake news sono conosciute anche come 'bufale' in gergo nostrano, e sono un fenomeno antico quanto è antica l'informazione, ma che ha trovato nuova, eccezionale linfa vitale con l'avvento dei nuovi media di comunicazione, soprattutto dell'Internet.

Un fenomeno che, al contrario di quello che pensa molta gente, non è quasi mai dettato dal puro spirito goliardico, bensì dal puro interesse economico: l'industria delle bufale smuove enormi quantità di denaro, e le informazioni false che genera possono incidere in maniera sostanziale sulla tua vita, in quasi tutti i casi peggiorandola.

Bisogna quindi difendersi con tutti i mezzi possibili da questa vera ed autentica piaga contemporanea: questa pagina ti potrà aiutare a scoprire cosa puoi fare per limitare al massimo il rischio di cadere in qualche bufala, che potrebbe farti perdere soldi, oppure spostare il tuo senso critico verso lidi convenienti non per te, ma per altri.

Buona lettura!

Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre!

Cosa sono le fake news

Una 'bufala' è semplicemente una notizia falsa, spacciata però per vera. Spesso e volentieri, è talmente falsa da essere palesemente inverosimile, oppure totalmente assurda.

Il termine sembrerebbe derivi dall'espressione "menare per il naso come una bufala", ovverosia l'abitudine antica dei mandriani di guidare per l'appunto buoi e bufali, tirandoli per l'anello appeso al naso.

In inglese, le bufale sono chiamate 'fake news', e questo termine è entrato anche nell'uso quotidiano della lingua italiana.

Tuttavia, sebbene una notizia falsa sia un falso a prescindere dalla sua natura, c'è una certa tendenza a considerare propriamente 'bufale' notizie esageratamente surreali ed inverosimili, mentre si catalogano come 'fake news' notizie presentate in maniera molto più accurata e pseudo-verosimile, spesso anche con la citazione di fonti, in realtà di altrettanto falsa provenienza.

Il risultato finale comunque non cambia: le notizie, dopo un'attenta analisi, risultano sempre palesemente false, ossia non supportate da prove concrete (scientifiche, storiche o meramente statistiche).

Datosi che il loro risultato è sempre uno, ossia turlupinare il ricevente con un'informazione falsa per ottenerne un generico beneficio, sono chiamate anche disinformazione.

Le origini della disinformazione delle fake news

La storia umana è piena di casi di bufale e notizie false, sin dai tempi più remoti: sappiamo per certo che il famoso faraone egizio Ramses II, nel 1200 a.C., diramò la notizia di una feroce battaglia con gli Ittiti che era stata magistralmente vinta, suscitando così l'acclamazione popolare.

Non si limitò solo a dirla a voce, ma bensì la fece disegnare un po' ovunque sui suoi templi, ritraendosi come l'eroe che prevaleva suoi nemici.

In realtà, tale battaglia non andò proprio così, ed anzi si concluse con un nulla di fatto dopo un lungo periodo di stallo.

La bufala della donazione di Costantino
Un affresco in cui Papa Silvestro riceve dall'Imperatore Costantino la tiara, simbolo del potere temporale.
La famosa 'Donazione di Costantino' è un falso storico, che però ha permesso alla Chiesa Cattolica di accumulare ingenti ricchezze e possedimenti, in un patrimonio sterminato che è ancora in essere ai giorni nostri

Anche il famoso generale romano Marco Antonio, noto per un suo flirt con la regina d'Egitto Cleopatra, fu vittima di una violenta e falsa campagna denigratoria ad opera di Ottaviano, che lo dipinse pubblicamente come un alcolizzato, succube della sua amante egiziana e, pergiunta, traditore di Roma.

Ottaviano arrivò persino a pubblicare un testamento falso, dato subito in pasto alla plebe, dove Marco Antonio diceva di voler essere tumulato in uno dei mausolei dei faraoni tolemaici.

Il documento è ormai accertato che fosse un falso, o meglio: Ottaviano corruppe molti funzionari per modificarlo pesantemente, tanto da far dichiarare Marco Antonio 'nemico della patria'.

Ciò porto Marco Antonio, dopo la disfatta della Battaglia di Azio, addirittura a suicidarsi, a tutto vantaggio di Ottaviano, che prese il potere assoluto tanto bramato e fu dichiarato 'Augusto'.

Sempre durante l'epopea romana, è famoso anche la così chiamata "Donazione di Costantino", un falso storico recante la data del 30 marzo 315 in cui viene donato al Papa Silvestro il potere temporale, direttamente per mano dell'imperatore romano.

Il documento, sebbene falso (ossia non scritto assolutamente da Costantino) fu talmente ben fatto che la Chiesa Cattolica lo usò per tutto il medioevo, come scusante per reclamare diritti sui suoi vastissimi possedimenti in mezza Europa.

Fu il famoso umanista e letterato Lorenzo Valla, nel 1440, il primo a dimostrare inconfutibilmente che il documento era un falso, seppure di pregevole fattura.

La bufala del femminicidio
L'Italia è uno dei paesi più sicuri al mondo per quanto riguarda il numero di omicidi l'anno: 0,65 per 100.000 residenti, con medie che sono in costante discesa dal 1992.
Segno evidente di una maggiore presenza dello Stato e di una migliore educazione civile della popolazione.
Ciò nonostante, una feroce campagna disinformativa fa quotidinanamente credere alla gente che ci sia un 'femminicidio', ossia una mattanza quotidiana di donne, inarrestabile ed incontenibile

In tempi più recenti, si possono citare i falsi "Protocolli dei Savi di Sion", atti a screditare un intero popolo (quello ebraico), accusandolo di cospirazioni massoniche e, non di meno, di complotto globale per impadronirsi di tutto il mondo.

La documentazione, in realtà di produzione russa d'inizio '900, fu però massicciamente utilizzata dalla propaganda di Goebbels nella Germania nazista di Adolf Hitler per giustificare l'antisemitismo, accusando la popolazione ebraica di pressoché ogni male accaduto al popolo tedesco.

Andando sull'attuale, una delle bufale contemporanee più gigantesche è quella dell'ex medico inglese radiato dall'Ordine Andrew Wakefield, che nel 1998 pubblicò uno studio falso sulla vaccinazione trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia), accusandola di provocare autismo e svariate patologie intestinali.

Il dossier si rivelò una grossa frode, con dati falsati e palesemente truccati atti a screditare il metodo vaccinale standard per proporre - guarda tu il caso - un nuovo metodo molto più sicuro, creato e brevettato dallo stesso Wakefield.

L'atto criminale del disonesto ex medico, purtroppo scoperto quando ormai la notizia s'era propagata tra la gente, causò e causa tutt'ora un brusco calo delle vaccinazioni obbligatorie sia nel Regno Unito che in Europa tutta, con un pesante abbassamento della soglia minima per garantire un efficace 'effetto gregge', mettendo così in pericolo la vita di milioni di bambini ed adulti in tutto il mondo.

Attualmente, ancora molta gente crede che le vaccinazioni provochino l'autismo, che invece è un disturbo del neurosviluppo, le cui cause sono purtroppo ancora non comprese.

E che dire poi di un altro medico, altrettanto disonesto, il francese Pierre Duncan?

Anche lui radiato dal suo Ordine di appartenenza, ha per anni costruito un'autentica fortuna su una sua particolare dieta (in realtà, nulla di nuovo in ambito medico), ovverosia la famosa dieta iper-proteica chetogenetica, descrivendola come la panacea di tutti i mali possibili patibili dall'essere umano.

Inutile dire che tale dieta non solo è dannosa, se protratta per lungo periodo, ma è anche abbastanza inutile: appena il paziente la conclude, di solito riacquista tutti i chili perduti, per via di un'inevitabile contraccolpo psicologico (e di 'fame di zuccheri').

Di esempi di frodi e bufale nella storia ce ne sarebbero ancora a iosa, e coinvolgono ogni gruppo sociale o classe economica, su vari livelli.

Il fine ultimo della disinformazione delle fake news

Le bufale e le fake news hanno tutte il medesimo fine: il vantaggio.

Ovviamente, il vantaggio per chi le diffonde.

Il vantaggio può essere essenzialmente di cinque tipi:

  1. Economico diretto
    Quando la falsa notizia causa un guadagno monetario diretto a chi la propaga nel mercato.
    Ne è un ottimo esempio un generico sito di bufale (ce ne sono in quantità enorme nel web), che attrae lettori ignari con il 'clickbaiting', generando così utili dalle visite grazie alle pubblicità, spesso molto invasive, presenti nelle pagine.
    In questo caso, le notizie false fungono da veri e propri specchietti per le allodole: il sito fraudolento ha bisogno di bufale colossali, spesso ben poco plausibili ma di forte effetto emotivo per colpire quanto più velocemente possibile i sentimenti del lettore, facendogli provare indignazione, stupore, rabbia e qualsiasi altra emozione che generi una 'call to action', ossia cliccare sul link della fake news per generare una visita.
    Alcuni fanno rientrare nel genere del guadagno economico diretto anche un sito legale, di una società regolarmente registrata, che però fornisce informazioni fallaci o non chiare sui prodotti venduti, in genere per invogliare l'utente ad acquistarli;
  2. Economico indiretto
    Quando la falsa notizia è usata per screditare e quindi colpire un avversario economico, sovente un concorrente di mercato.
    Ne è esempio un sito aggregatore di fake news che, incredibilmente, rileva solo notizie contro una particolare azienda od un particolare mercato, con accuse sempre del tutto campate in aria e senza prove tangibili di quello che viene affermato negli articoli senzazionalistici.
    L'obiettivo del produttore di bufale è, in questo caso, di modificare l'opinione pubblica dei consumatori, spostandola dal favorire un competitor per portarla dalla propria parte: il guadagno economico sarà indiretto, cioè frutto del mancato guadagno delle vendite del rivale, presumibilmente indirizzate verso i prodotti offerti dal disonesto committente delle fake news.
    Di ciò sono ottimi esempi tutta la valanga di siti di cosiddetta 'medicina alternativa', che propongono improbabili ed assolutamente inefficaci cure anche per malattie purtroppo molto gravi.
    In questo constesto, rientrano anche i profili utenti dei principali social network finti (cioè creati ad arte da specialisti), oppure addirittura programmi automatici (bot) che simulano il comportamento umano, screditando la società vittima con recensioni false e valutazioni basse sulle pagine social ufficiali dei prodotti che vende;
  3. Politico (potere)
    Quando la falsa notizia è usata per screditare e denigrare un rivale politico, diretto concorrente ad una particolare posizione di potere.
    Metodo di disinformazione molto antico, si basa soprattutto sul creare notizie totalmente false, oppure deviate dal loro contesto originale, per gettare in cattiva luce l'oppositore.
    I metodi con cui questo avviene sono i più disparati: si trovano vecchi accadimenti nella vita passata (specie di quella molto giovane, pre-politica), si distorcono frasi dette, estrapolandole dal contesto, si accennano a conoscenze ed amicizie dubbie o socialmente ritenute sconvenienti, si modificano informazioni reali su interessi personali, gusti o semplici svaghi, facendoli divenire socialmente non accettabili.
    Anche il più piccolo dubbio sulla rettitudine morale (o legale) è ingigantito in maniera gargantuesca, senza prestare attenzione alla verifica effettiva, anzi, scoraggiandola oppure omettendola tout-court.
    I rapporti sentimentali vengono scandagliati con accuratezza, in cerca di situazioni compromettenti, oppure delicate.
    Con l'avvento dell'Internet, e della facilità con cui si possono mettere nel mercato informazioni non verificate in maniera molto rapida, la disinformazione politica è diventata una pratica abituale, piuttosto difficile da contrastare per via della comune tendenza della gente a considerare i rappresentanti che elegge sempre non totalmente affidabili, a prescindere dal loro effettivo valore politico;
  4. Sociale
    Quando la falsa notizia è usata per spostare la pubblica opinione verso delle posizioni etiche care ai committenti della campagna di fake news.
    Si toccano temi molto delicati e sentiti dalla gente (religione, etica comportamentale, salute, servizi sociali e d'assistenza, ecc ecc.), facendo leva sull'istinto ed omettendo (o modificando ad arte) statistiche e dati reali.
    Un esempio verace è quello che vuole l'Italia un paese orribile per le donne, con tassi d'omicidio femminile da incubo.
    In realtà, le statistiche ISTAT ci dicono l'esatto contrario: l'Italia è anzi uno dei paesi più sicuri al mondo non solo per le donne, ma per tutti i residenti in generale, con un numero di omicidi bassissimo (circa lo 0,65 per 100mila residenti), in cui le vittime di sesso femminile sono comunque la minoranza*.
    Tuttavia, una campagna informativa martellante - in cui s'è coniato anche il neologismo 'femminicidio' - ha profondamente spostato l'opinione pubblica a credere che la sicurezza in generale in Italia sia diminuita, quando anzi è dal 1992 che il numero di omicidi s'è dimezzato.
    Un altro ottimo esempio è dato dal fenomeno dell'immigrazione, usato ormai da anni per produrre una quantità enorme di fake news e bufale assortite, quasi sempre totalmente irreali e palesemente inverosimili; come quelle del fatto che gli immigrati 'rubano il lavoro' agli italiani e che pretendano giornalmente, nei centri di prima accoglienza, connessioni Wi-Fi e persino prostitute con cui soddisfarsi.
    Le false notizie sociali sono un problema enorme in un paese democratico, poiché gli elettori che le ricevono, avendo diritto di voto, influiscono attivamente sugli esiti del governo di una nazione: non è un mistero, ad esempio, che molti politici nostrani usano spesso clamorose fake news per giustificare mozioni ed interrogazioni parlamentari, spesso con risultati abbastanza patetici (si pensi ad esempio alla nota bufala delle cosiddette 'scie chimiche');
  5. Personale (amplificazione dell'ego)
    Quando la notizia falsa è usata per dar soddisfazione al proprio ego, nell'accezione più generica possibile.
    Pubblicare bufale e notizie facendo leva sui sentimenti primordiali della gente e sui luoghi comuni è soddisfacente per chi ha scarsa vita sociale, poco successo nel mondo del lavoro oppure è, per qualsiasi motivo, emarginato dal contesto pubblico.
    Rivalersi su una società che non lo accetta - a volte, con ragione - prendendola beatemente per i fondelli è considerato un lenitivo psicologico per una situazione di disagio; non considerando però che, così facendo, il soggetto si estranea sempre di più dal tessuto sociale.
    I sentimenti che spingono a produrre costantemente fake news e bufale assortite però possono essere i più disparati: dalla semplice goliardia (in realtà, abbastanza rara) alla più complessa gioia nello spargere inutilmente terrore, od agitazione sociale.

*Fonte ISTAT disponibile a questo indirizzo.

Tipologie di fake news

Fino ad ora, sono stati individuati e catalogati sette tipi principali di bufale, che potenzialmente comprendono tutto il vastissimo parco della disinformazione.

Va da sé che, essendo un tema sterminato per generi e per totale mancanza di controllo, molte fake news sono a metà tra una tipologia ed un'altra, oppure riguardano più tipologie al contempo.

Le tipologie classificate sono:

  1. Notizie satiriche o parodistiche
    Sono bufale che non hanno intenzione di causare panico od allarmi sociali, ma sono create principalmente per divertimento.
    Spesso sono talmente assurde che risultano false già ad una prima lettura, e spesso sono presentate volutamente surreali proprio per accentuare la vena comica.
    Sui social network, principalmente su Facebook, abbondano in quantità enorme.
    Se prese singolarmente e coscientemente, fanno scappare una risata ma non creano un danno;
  2. Titoli falsi e/o contenuto non attinente
    Un classico della disinformazione sul web: notizie con un titolo civetta, fatto per attirare il pubblico, che non è supportato da un adeguato contenuto.
    Cliccando sul link con un titolo spesso scioccante o volutamente istigatore (esempio: "OMICIDIO DA NON CREDERE ACCADUTO POCO FA!") l'utente diviene quasi sempre vittima di clickbait, ossia fa da numero agli accessi del sito fraudolento, che in realtà vende spazio pubblicitario, o guadagna con i click sui banner pubblicitari presenti nelle pagine;
  3. Contenuti fuorvianti
    I contenuti della bufala sono accuratamente studiati per distorcere la realtà, portando il lettore a credere in un qualcosa che, prima di leggere l'articolo, credeva non fosse possibile (o, per l'appunto, improbabile).
    Le bufale sulla politica o sui politici sono esempi perfetti per descrivere il fenomeno: vengono estrapolate frasi dette dall'esponente che si vuole denigrare, vengono de-contestualizzate e vengono sparate in primo piano, con l'obiettivo di indignare il lettore.
    In realtà, rimesse nel loro contesto originario, tali frasi sono quasi sempre coerenti con quello di cui si stava parlando, e non generano pertanto quasi mai clamore;
  4. Contenuto falso a corredo
    Alla notizia vera vengono aggiunte informazioni inventate di sana pianta, ovviamente false.
    Ne consegue una fake news estremamente raffinata che, se scritta bene, può a prima vista trarre in inganno anche debunker esperti.
    Il problema è che dati e fatti reali vengono contaminati con dati e fatti falsi con delle metodologie a volte molto efficaci, che richiedono tempo per essere scoperte; in tale lasso di tempo, la bufala si può diramare tra la gente, e fare quindi danni.
    Ne sono esempio bufale che contengono molti dati e campioni statistici, mischiati molto bene tanto da richiedere una considerevole quantità di tempo per essere sviscerati, andando a verificare le fonti;
  5. Profilo falso
    Quando la notizia falsa è spacciata per buona da una fonte ritenuta vera, che in realtà è all'oscuro di tutto.
    Ciò può essere effettuato in vari modi: creando account falsi o siti internet con domini simili a quelli realmente esistenti, che la gente fatica a distinguere; oppure, in casi gravi ed estremi, infiltrandosi direttamente negli account aziendali o personali della figura oggetto della bufala.
    Serve quasi sempre a screditare una società, un'associazione o una persona in particolare, facendo credere alla gente che affermazioni o report di fatti riprovevoli vengano proprio da una fonte attendibile;
  6. Contenuto falsificato
    Quando la bufala parte da un fatto od un dato vero, che però è stato manipolato falsificandolo, per far credere totalmente altre cose.
    Ne sono esempio bufale con contenuto visivo manipolato (foto false e fotomontaggi in primis), creato per spaventare e/o schifare il consumatore, causando quindi in lui la 'call to action'.
    In questo caso, la bufala è solitamente abbastanza facile da scoprire (basta una perizia fotografica), ma si propaga comunque molto velocemente per via della nota preferenza del cervello umano a lavorare per immagini e focalizzarsi sul visual principale, omettendo quindi elementi grafici superflui, che passano inosservati;
  7. Contenuto totalmente falso
    Il nome lo lascia indendere chiaramente: la bufala è totalmente inventata di sana pianta, senza neppure avere la decenza di manipolare dati o notizie reali.
    Si può quindi affermare di tutto e di più, a discrezione della fantasia dell'ideatore della bufala.
    Solitamente, l'autore parte già con il presupposto di causare quanto più danno possibile, e pertanto sono quasi sempre notizie tragiche, che minano alla sicurezza personale o creano comunque allarme sociale.

Come si presenta una fake news

Di qualsiasi natura si tratti, una bufala ha sempre delle caratteristiche comuni, anche se molto spesso notizie false pensate per essere condivise a lungo sono molto ben studiate, rendendo quindi difficile il loro debunking.

In generale, l'assioma principale è che una bufala non deve far pensare, ma invece deve far agire irrazionalmente e quanto più velocemente possibile.

La bufala dell'enorme massa di immigrati
Grazie ad un'accurata e martellante campagna di false notizie, l'immigrazione è percepita in Italia come un'autentica invasione, quando i dati reali ci dicono totalmente il contrario: la percentuale di immigrati extra Unione Europea è meno di 4 milioni di individui, ossia solo il 5,8% della popolazione. Una percentuale molto bassa, considerando altri paesi europei come Austria e Germania che superano decisamente il 10%.

Per far ciò, considerando che in genere le notizie lette quotidianamente su siti web, blog e social scorrono molto veloci davanti ai nostri occhi, la bufala deve ricorrere ai meccanismi che si usano anche nella promozione pubblicitaria: deve aggredire le nostre emozioni più esposte, causando quanto più schock psicologico possibile nel minor tempo possibile.

L'obiettivo è illudere che il lettore che il suo primo pensiero (che solitamente è l'indignazione o la paura) sia veritiero, senza farlo soffermare a ragionare e ad analizzare numeri e dati; deve essere veloce a condividere la bufala, alimentando quindi quella catena poco virtuosa che renderà la fake news virale per milioni di persone.

Per far ciò, solitamente si ricorre ai seguenti stratagemmi:

  • Titolo scandalistico
    Un titolo dal forte impatto emozionale, che però non spiega esattamente qual è il contenuto dell'articolo.
    Un esempio potrebbe essere: "ULTIM'ORA! LEGGI IL GRAVISSIMO FATTO SUCCESSO A..." oppure: "NON CREDERAI MAI A QUELLO CHE È SUCCESSO A QUESTO RAGAZZO".
    Il font usato è spesso tutto in maiuscolo, azione che su Internet è intesa come urlare, tipicamente usata da persone molto ingenue e/o ignoranti o che vogliono attirare quanti più ingenui e/o ignoranti possibili.
    In realtà, la totalità degli articoli con questi titoli scandalistici parla di fatti banali o non così gravi od eccezionali, quando non di accadimenti irreali, inventati di sana pianta;
  • Attacco ai sentimenti personali
    Tutti noi siamo figli di qualcuno, in moltissimi casi siamo genitori di qualcuno, ed in ancora altri più casi siamo mariti, mogli, fratelli od amici intimi di qualcun'altro.
    Per l'affetto che vogliamo alle nostre persone care, siamo quindi naturalmente portati a spaventarci se un pericolo può causargli dolore, oppure vera e propria morte o malattia.
    Quando entrano in gioco i sentimenti, siamo tutti molto più vulnerabili, e questo chi crea le bufale lo sa perfettamente: ecco quindi che i contenuti delle fake news tendono sempre a coinvolgere l'utente mirando ai suoi sentimenti primordiali di protezione verso i propri cari, minacciando sciagure o pericoli imminenti per bambini, per anziani, per donne et similia.
    La gigantesca bufala delle vaccinazioni che creano l'autismo (RIPETIAMOLO: NON È SCIENTIFICAMENTE POSSIBILE) ha difatti fatto presa sull'innato senso di protezione materno e paterno per i propri figlioli;
  • Shock psicologico
    Esattamente come nella promozione pubblicitaria, la notizia falsa è tanto più efficace quanto più riesce a sconvolgere, in breve tempo, il senso razionale dell'utente.
    Ecco che efferati delitti, disastri post-apocalittici, crack economici giganteschi, pericoli immimenti di portata planetaria e via discorrendo sono sovente usati per creare un vero e proprio shock psicologico all'ignara vittima, in modo da impedirgli di ragionare lasciando che gli istinti più primitivi (paura, panico, rabbia e violenza) prendano il sopravvento.
  • Malcontento sociale
    Molte delle fake news hanno bisogno di un facile bacino d'utenza per espandersi e creare quella condivisione virale che da loro la forza di auto-sostentarsi.
    Ciò risulta abbastanza facile quando le bufale vergono su problematiche reali, che mettono in difficoltà socio-economica la popolazione.
    Ad esempio, in periodi di crisi economica e stagnazione del lavoro, risulta molto semplice dare la colpa di ciò ai politici; ed è ancora più semplice prendersela con le minoranze dei residenti, specie quelle storicamente più deboli economicamente (come i pensionati, la forza lavoro straniera, chi lavora forzatamente in nero o chi ha una piccola ditta).
    Ecco quindi che notizie banali, ovvie oppure risapute da tempo (ad esempio, diarie e stipendi dei parlamentari oppure il desunto livello d'evasione fiscale) vengono falsificate, ingigantite o totalmente ricostruite, in modo da scatenare l'ira della popolazione che sta oggettivamente soffrendo una congiuntura economica negativa.
    Non per essere ripetitivo, ma il caso della popolazione straniera per cui l'opinione pubblica ha un'immagine ormai totalmente distorta è emblematico: sebbene siano una netta minoranza (poco più di 5 milioni, di cui meno di 4 extra Unione Europea, peraltro concentrati quasi totalmente presso i grandi centri abitati), anni ed anni di bufale hanno convinto la maggiorparte degli italiani di essere letteralmente invasi da un'orda infinita di immigrati, a cui solitamente si addebita pressoché di tutto, compresa la mancanza di lavoro.
    Un altro esempio molto calzante, parlando di lavoro, è la bufala che vuole tutti i liberi professionisti e le ditte come feroci evasori fiscali, dei parassiti causa di tutti i mali del Paese, che navigano nelle ricchezze e che devono giustamente essere colpiti con quanta più violenza possibile: in realtà, i dati ci dicono che l'esercito delle partite IVA (oltre 12 milioni!) ha in media guadagni bassissimi, paga una quantità di tributi spropositata ed in molti casi senza alcuna proporzione con il fatturato (si vedano ad esempio gli artigiani ed i commercianti, obbligati a versare pesanti contributi obbligatori INPS anche a fronte di un fatturato zero) e senza nessuna garanzia o tutela di tante altre tipologie contrattuali, che godono invece dei famosi 'diritti acquisiti';
  • Visual scioccante
    Sappiamo perfettamente che il cervello umano ricorda molto meglio le immagini al posto di lettere e numeri; questo è un fatto assodato, ed i motivi di questa preferenza mnemonica sono molteplici.
    Una notizia falsa che si rispetti, quindi, punta solitamente molto sul visual, ossia l'immagine o le immagini che compaiono nell'articolo disinformatorio.
    Come per il titolo, tale visual dev'essere quanto più d'impatto possibile, poiché è un'esca fondamentale per attrarre il lettore nel mare delle news che solitamente ingombrano le bacheche e le home page dei social network.
    Specie nelle bufale più irreali, le foto sono modificate in maniera del tutto irrealistica, con il solo scopo di causare un primo shock all'utente;
  • Luoghi comuni e dicerie popolari
    Uno dei modi migliori per far diventare virale una bufala è affidarsi a stereotipi e cliché vari, radicati nell'opinione comune ma quasi mai veritieri.
    In Italia, come in tutti gli altri paesi del mondo, esistono luoghi comuni ed indesiderabili credenze diffuse nella popolazione che sono dure a sradicare, benché il tempo abbia provato prive di fondamento: ce ne sono infiniti esempi, come il binomio tatuaggi-delinquenza, l'altra accoppiata discoteca-droghe, stranieri-delinquenza, artista-povertà e meridione-mafia.
    Tutti stereotipi ottimi per produrre quantità enormi di false notizie.

Una fake news può essere una truffa?

Considerando che la truffa è intesa come l'acquisizione di un vantaggio tramite imbrogli e raggiri, possiamo ben dire che bufale e false notizie sono decisamente una truffa.

Quando una bufala è usata direttamente per estorcere denaro, tentando di raggirare il malcapitato, prende il nome di scam.

Solitamente, lo scam è effettuato tramite email, mandando un determinato messaggio (molto spesso, preconfezionato e con evidenti errori di traduzione) ad un determinato soggetto, il cui indirizzo di posta digitale è stato preso con sistemi automatizzati dall'Internet.

Non mancano comunque casi di scam perpetuato attaverso Facebook, WhatsApp oppure attraverso i siti d'incontri online (come Meetic, Badoo, Tinder, ecc ecc.).

Nello scam, come in qualsiasi altra truffa, si fa leva su uno dei sentimenti primordiali dell'uomo, ossia l'ingordigia.

Nello specifico, si fa credere al malcapitato un ottimo affare (spesso, donazioni ereditarie, soldi di dubbia provenienza ma anche bellissime donne tutte sole e pronte ad accasarsi), ingolosendolo a tal punto da riuscire a soffiargli una considerevole quantità di denaro.

Ci sono organizzazioni criminali sparse ovunque nel mondo (specie in Nigeria), perfettamente attrezzate per mettere in scena truffe scam d'alto livello, partendo da una bufala colossale inviata automaticamente a gigantesche liste di indirizzi presi in giro per l'Internet.

Le fake news possono costarmi la vita?

Sì, una falsa notizia può costarti la vita.

Se la bufala riguarda la medicina o la sanità, potresti essere portato a credere cose irreali, e quindi la tua salute potrebbe essere messa a rischio.

Purtroppo con lo sviluppo incontrollato del web sono cominciati ad apparire siti fraudolenti di pseudo-medicina alternativa, che propongono contenuti totalmente campati in aria, senza alcun fondamento scientifico e con fonti risibili, quando non totalmente improponibili o palesemente truffaldine.

Purtroppo non esiste una 'medicina alternativa', perché la scienza ed il metodo scientifico non hanno alternative: molte patologie possono essere curate facilmente, altre possono essere curate con fatica, altre al momento non possono essere curate, oppure richiedono pesanti interventi chirurgici e terapie invasive.

Di altre malattie non si conosce l'origine, o ci sono ancora dubbi sull'effettiva causa, oppure non s'è trovato ancora un meccanismo plausibile che ne spieghi la sintomatologia.

La nostra conoscenza è imperfetta, e solo la ricerca e lo sviluppo medico e tecnologico possono aiutarci a limare le imperfezioni cognitive.

Ciò tuttavia richiede tempo ed alti costi, e questo va a cozzare contro chi è malato e non ha tempo, oppure non ha sufficiente copertura economica per curarsi (problema che in Italia raramente sussiste, in quanto dotata di un eccellente Sistema Sanitario Nazionale, pressoché gratuito per tutti).

Una patologia seria come una neoformazione tumorale, ad esempio, mette angoscia e disperazione sia nel malato che nei suoi affetti: la diagnosi è un momento difficile, che causa un fortissimo stress psicologico, e riempie l'animo di paura.

In questi momenti si è molto vulnerabili, anche perché il trattamento è in molti casi invasivo, e si ha timore delle conseguenze; ciò è umano e normale, ed è compito del medico tranquillizare il paziente e metterlo al corrente di tutto l'iter a cui dovrà andare incontro.

Non è certo compito di siti-spazzatura, dove invece che all'appoggio scientifico si preferiscono insulse pratiche sciamaniche (quando va bene), oppure terapie del tutto campate in aria e senza alcun fondamento scientifico, come ad esempio l'omeopatia.

Questi siti e queste bufale sono pericolose sia per te che per i tuoi cari: non credere mai ad occhi chiusi a notizie mediche provenienti da fonti dubbie (fossero anche testate giornalistiche nazionali) e, nel dubbio, vai sempre a verificare ciò che l'articolo riporta.

Se non hai adeguate conoscenze mediche e scientifiche per la verifica, chiedi sempre consiglio ad un medico.

Vaccina tuo figlio!
Non esiste alcuna correlazione tra vaccinazioni ed autismo.
La bufala, messa in giro dall'ex medico radiato a vita dall'Ordine Andrew Wakefield, è stata ampiamente smentita con dati reali e prove inconfutabili. Al contrario dei dati falsati ad arte che il disonesto ex medico aveva usato per lucrare su alcune aziende farmaceutiche, intentando cause milionarie e proponendo la vendita di una sua vaccinazione proprietaria.
A causa della gigantesca bufala, in molti paesi (Italia in testa) s'è assistito ad un brusco calo di vaccinazioni, che sta tutt'ora comportando seri rischi per la salute pubblica, tanto che il Governo italiano ha dovuto reintrodurre la vaccinazione obbligatoria.
Se stai leggendo queste righe, per caso o no, ti prego di considerare che, sin dai primi esperimenti del dottor Edoardo Jenner, le vaccinazioni hanno salvato la vita a milioni e milioni di persone, te compreso: vaccinare i tuoi figli è pertanto un obbligo in primis etico e sociale, perché così facendo non solo salvi la loro vita, ma proteggi anche quella di tutti gli altri bambini che sono a contatto con loro. La scienza non è democratica, ricordatelo sempre: devi fare quello che è necessario tu debba fare, anche se può andare contro le tue convinzioni. Vaccina tuo figlio!

Non intraprendere percorsi di cura cosiddetti 'alternativi' senza che un medico regolarmente iscritto all'Albo e specializzato nella patologia di cui soffri non ti abbia prima visitato e ti abbia prescritto gli eventuali esami clinici da fare.

Mai come in questo caso il tuo senso critico ed il tuo cinismo devono necessariamente essere portati ai massimi livelli: c'è in gioco la tua vita.

Patologie trattate con ritardo (o non trattate proprio) per via della disinformazione possono avere decorso fatale, quindi quando sperimenti problemi fisici di qualsiasi genere rivolgiti al più presto al tuo medico di base, che ti prescriverà le visite e le analisi adeguate al tuo caso.

Purtroppo la cronaca è piena di persone che, spesso in buona fede e spesso con le ultime speranze, si sono rivolti a puri ed autentici ciarlatani dopo aver visionato materiale disinformativo sull'Internet, con risultati quasi sempre tragici.

Come circolano le fake news?

Le bufale circolano purtroppo come qualsiasi altra informazione, cioè con i canali di comunicazione tradizionali, sia Above-the-Line (i media classici come TV, radio e giornali) che Below-the-Line (Internet e tutti i nuovi media non compresi in quelli canonici).

Datosi però che è estremamente costoso comperare spazi sui media classici e che per farlo si debbono avere certe carattertistiche (e garanzie economiche), mentre al contempo è estremamente facile ed economicamente irrisorio o quasi aquistare spazi sul web, la trasmissione online è il metodo preferito dai produttori di fake news.

Ci sono un'infinità di modi per nascondere la propria vera identità sull'Internet, ed il prezzo per l'acquisizione di domini, blog e pubblicità varia non è neanche lontanamente paragonabile a quello richiesto da TV, radio e giornali.

Altresì, la produzione di bufale e contenuti falsi o fuorvianti è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutto l'anno, e la velocità di scambio dell'informazione è pressoché immediata.

La bufala delle scie chimiche
Vi sembra una foto normalissima, di un normalissimo aereo di linea che emette normalissima condensa dai motori a turboventola?
Ed invece nossignore: è un tremendo complotto che mira a spargere imprecisate e tossiche 'scie chimiche' nell'aria, col bieco scopo della manipolazione climatica, l'ultimo grido in fatto di armamenti militari.
Ovviamente, datosi che è un mega-complottone mondiale, tutti i paesi ne sono coinvolti, ed i malnati piloti spruzzano le sostanze nocive direttamente sulla testa dei loro amici e familiari, senza distinzione e per pura immolazione alla causa.
L'inossidabile bufala delle scie chimiche è, come per i vaccini, dura a morire tra la gente e ha causato, in Italia, già ben 16 interrogazioni parlamentari!

Creare una pagina fittizia su un qualsiasi social network è facilissimo e richiede pochissimi passaggi, ed una volta caricati i contenuti giusti si può procedere al clickbaiting con disarmante facilità.

Google, Facebook e tutte le aziende che offrono servizi social finora non si sono sforzate più di tanto per arginare il fenomeno, e bisogna anche dire che, anche volendo, tale controllo non è comunque di certo facile da attuare: la quantità di informazioni condivise giornalmente da centinaia di milioni di pagine, account e gruppi è veramente difficile da scremare, e solitamente le aziende, per intervenire, richiedono la segnalazione di un utente.

Insomma, il fenomeno delle bufale si diffonde benissimo sulle reti sociali, così come si diffonde a meraviglia sui blog e sui siti-spazzatura, ossia domini creati ad arte solo per contenere quante più bufale possibili, guadagnando con la pubblicità che ospitano.

La bufala del ristorante del senato
Una bufala che gira ormai da tantissimi anni: il famoso scontrino della mensa del Senato della Repubblica Italiana.
Un classico esempio di falsa notizia di tipologia numero 3, ossia di contenuti fuorvianti: fa facilmente leva sulla rabbia della gente che non capisce la differenza tra ristorante e mensa, e che quindi pensa che prezzi così eccezionalmente convenienti siano uno dei tanti privilegi dei senatori italiani.
In realtà, la mensa del Senato è uguale a qualsiasi altra mensa (pubblica o privata) sparsa in giro per l'Italia: i prezzi sono convenienti perché è un servizio pensato solo per i lavoratori interni (in questo caso, tutti i dipendenti del Senato, e non solo i senatori).
La bufala ha creato talmente tanto odio sociale e clamore che il risultato è stato quello di far chiudere il ristorante del Senato (differente dalla mensa e con ben altri prezzi), licenziando molti lavoratori del tutto incolpevoli ed aumentando quindi il disagio sociale.
La bufala, iniziata originariamente durante la fortissima protesta (strumentale) al Governo Berlusconi del 2011, viene periodicamente riproposta pressoché senza variazioni, a prescindere dal Governo in carica

Un altro metodo un tempo molto usato che con l'avvento dei social network ha perso smalto (ma rimane sempre utilizzato) è quello della posta elettronica: sono ancora inviate la famose 'catene di Sant'Antonio', mentre lo scam vede ancora l'email come veicolo preferenziale per le sue truffe, dato che offre un eccezionale rapporto diretto con l'ipotetico pollo da spennare e può essere inviato in automatico a migliaria di indirizzi nello stesso momento, grazie alle liste di distribuzione.

Non dimentichiamo però neppure i nuovi servizi dell'Internet, come ad esempio le comunicazioni con i programmi di messaggistica privata: WhatsApp, il formidabile e popolarissimo applicativo per inviare messaggi senza limitazioni tramite il protocollo TCP/IP, è spesso usato al posto dell'email per mandare a raffica catene di Sant'Antonio, ed a volte anche tentativi di scam.

Quello che comunque è più agghiacciante è che spesso le bufale sono passate direttamente dalle maggiori testate giornalistiche nazionali, sia giornali che TV.

Sono ormai innumerevoli i casi di articoli scritti in maniera grottesca da giornalisti anche autorevoli, che non si sono minimamente curati di verificare le fonti delle emerite panzane che vengono riportate nel corpo del contenuto.

In alcuni casi, anche i giornali online di rispettabili quotidiani si dedicano alla pratica del clickbaiting, magari cavalcando l'onda della moda (o paura) del momento o del compiacimento demagogico e populista.

Come ci si difende dalle fake news?

Al momento, esiste un unico modo per difendersi dalle bufale e dalle fake news: controllare sempre la fonte dell'informazione ed analizzare scientificamente e tecnicamente quanto riportato nel contenuto della notizia.

Può sembrare banale, ma l'analisi dell'origine della notizia è l'unico modo per far selezione tra informazioni veritiere ed informazioni invece fasulle.

Come per qualsiasi altro media, è sempre bene prestare attenzione non solo al titolo, ma anche al contenuto della notizia: è necessario quindi sviluppare un senso critico, capace di discernere il primo stato emozionale (d'impatto) da un ragionamento invece accurato, logico.


Il clickbaiting è una tecnica di SEM (Search Engine Marketing) che mira ad ottenere quanti più click (e quindi visite) possibili in una data pagina web, con l'intento di aumentare esponenzialmente l'appetibilità della stessa per gli sponsor pubblicitari.
Pagine con più visitatori e più sessioni sono più appetibili per chi affitta spazi pubblicitari, perché potenzialmente possono portare più clienti.
Datosi che quasi tutti i siti che offrono pubblicità a pagamento guadagnano per click effettivi sui banner che includono nelle loro pagine, un numero elevato di utenti genererà mediamente più click, e quindi più guadagni.
Per traguardare lo scopo, i webmaster delle pagine esca ricorrono a mezzi quasi sempre discutibili, in cui le fake news sono spesso presenti.
L'ignaro utente, aprendo un link ad un articolo che gli sembra interessante, genera invece una visita, e quindi alimenta direttamente il business truffaldino delle false notizie.
Si tratta di una pratica SEM scorretta, che trova nei social network (e purtroppo, anche in molti siti di famosi quotidiani online) il suo ambiente di sviluppo ideale.

Non ci si deve fermare al titolo così come non ci si deve fermare alla lettura superficiale del contenuto: se la notizia contiene dei dati e delle statistiche, esse vanno sempre controllate.

Molte fake news includono altrettanto false statistiche, inesistenti oppure manipolate ad arte; non di rado, vengono incluse statistiche reali ma che non c'entrano nulla con il contesto, oppure travisano il messaggio destinato al lettore.

Bisogna invece diffidare totalmente di notizie che non riportano alcuna fonte, oppure riportano una fonte inesistente.

La bufala di bonsaikitten.com
Un gatto in bottiglia?
Certo, cresciuto esattamente come volete voi, nel contenitore che più v'aggrada.
Per poche centinaia di dollari, potete quindi anche voi avere un gattino totalmente personalizzato, stile bonsai.
Beh, se vi sembra assurdo, sappiate che lo è davvero, perché è una delle bufale più note della storia: il sito bonsaikitten.com, per quanto palesemente irreale e goliardico, è stato ritenuto vero da milioni di persone, tanto da far scattare denunce per maltrattamenti ed assurdità varie ai ragazzi che lo avevano creato.
In Italia, ci cascò pure un giornalista de "La Repubblica", che scrisse questo assurdo articolo.

Riconoscere bufale e notizie false dalla vera informazione può risultate un compito difficile: la quantità e la rapidità con la quali le notizie vengono immesse nel mercato è considerevole, e spesso si è portati a dar fiducia ad un sito, un giornale o una pagina social senza curarsi troppo della loro autorevolezza.

Questo è un atteggiamento che deve essere cambiato al più presto: le false notizie sono deleterie e pericolose per la società, poiché possono lentamente e subdolamente spostare la coscienza sociale verso direttive economicamente utili ad una minoranza, sfruttando in tal modo la fiducia della gente (e, di rimando, truffandola).

Fortunatamente, oggigiorno disponiamo di molti dati, statistiche e report storici per arginare il fenomeno delle false informazioni: tale importante archivio, quasi tutto disponibile online e spesso gratuitamente, è un ottimo antidoto contro la mistificazione.

Ricorda sempre che credendo ad una falsa notizia fai un male non solo a te, ma anche alla società di cui tu sei parte: fai guadagnare soggetti senza troppi scrupoli, abbassandoti di molto la qualità della tua esistenza.

Non c'è un particolare suggerimento universale per migliorare la tua conoscenza ed il tuo senso critico, ma queste raccomandazioni potrebbero esserti utili:

  1. Se vi sembra troppo assurdo per essere vero, probabilmente lo è
    Come diceva un certo ibrido vulcaniano in una famosissima serie televisiva fantascientifica di qualche anno fa, se ad un fatto leviamo tutto l'impossibile quello che rimane, per quanto improbabile, non è niente altro che la verità.
    Con in mente ciò, se una notizia risulta palesemente impossibile, nella maggiorparte dei casi lo è davvero.
    Ragni mostruosi grandi quando la gamba di un uomo che corrono a velocità folli, autopsie di alieni, draghi in bottiglia conservati (non si sa in quale liquido) per secoli e carcasse di animali fantastici (mai uno vivo, eh?) o fatti della vita reale troppo assurdi da credere sono quasi sempre falsi, e pertanto non adrebbero creduti tout-court;
  2. Prima di condividere, rifletti
    Quando vedi un titolo scandalistico nella tua home page di Facebook, di G+ o di qualsiasi altro social network, non fermarti alle appartenze, ma ragiona per un momento.
    Ricorda che quasi sempre i titoli sono pensati esclusivamente per indurti a cliccare sul link, facendoti quindi diventare un'esca perfetta per il clickbaiting.
    Prima di condividere qualsiasi contenuto, e quindi di alimentare la bufala, pensaci quindi un attimo; se sei in dubbio, non farlo;
  3. Leggi sempre fino in fondo
    Non fermarti mai alle prime righe dell'articolo o della pagina web, ma leggi tutto.
    Evita di farti prendere dalle emozioni, almeno fino a quando non avrai finito la lettura ed iniziato il processo critico che ti porterà a valutare l'effettiva veridicità di quello che hai letto;
  4. Controlla sempre la fonte
    Le notizie vere non vengono sparate a caso, ma provengono da società, incaricate di diffonderle (principalmente, testate giornalistiche e agenzie d'informazione).
    Come vengono trovate? Mandando reporter e giornalisti in giro, eseguendo reportage, analizzando numeri e acquisendo documenti, sondaggi e statistiche reali, oppure testimonianze.
    Tutto questo processo viene sempre citato, e l'origine dei dati eventualmente presenti nell'articolo è chiamata fonte.
    Ciò nonostante, può succedere che anche un giornalista professionista prenda un abbaglio, o che diffonda informazioni non veritiere.
    Purtroppo molto spesso giornali generalisti prendono notizie passate loro dalle agenzie senza starci troppo a pensare, e questo genera delle incredibili panzane, con tanto di figure barbine della testata.
    Questa noncuranza di verifica delle informazioni da parte di chi invece sarebbe pagato per farlo (ossia la stampa specializzata) è uno dei motivi per cui le bufale prosperano ovunque, non solo sui blog, siti scandalistici e social network.
    Assicurati quindi sempre che la fonte di quello che stai leggendo è reale, esistente ed attinente al contesto. Nel dubbio, vai a verificarla; se non puoi verificarla o se non disponi di dati certi o di competenze tecniche/scientifiche specifiche per analizzarli al meglio, prendila per falsa;
  5. Ricordati che anche i giornali e le riviste generaliste campano di pubblicità
    A corredo di quanto detto al punto precedente, ricorda che anche autorevoli riviste o quotidiani si finanziano essenzialmente con gli indotti che derivano dalla pubblicità.
    Ergo, anche le maggiori testate giornalistiche italiane (e mondiali) aspirano a quanti più click e visitatori possibili, per invogliare gli sponsor a comperare gli spazi pubblicitari che mettono a loro disposizione.
    Va da sé che, in questo contesto, spesso si può fare di tutto per qualche click in più; anche sorvolare su notizie dubbie, oppure pubblicare palesi bufale, od ancora contenuti di qualità risibile (quando non totalmente fuorvianti).
    Anche in questo caso, la regola quindi è: se hai i mezzi e le competenze tecniche, vai a cercare la fonte, e verificala.
    Se non vuoi o non puoi farlo, considera la notizia come una bufala;
  6. Non fidarti di amici o conoscenti
    Facebook ha, per primo, adottato un metodo formidabile per promuovere i contenuti che vengono inclusi nella piattaforma: ti comunica che un certo numero di persone, tra cui magari i tuoi contatti, ma messo il like ad un link o una pagina.
    Se questo idealmente dovrebbe servirti a capire quanta risonanza ha un contenuto e chi l'ha gradito, d'altro canto è un eccezionale mezzo per frodare la tua buona fede: i like non costano nulla, e possono essere messi da chiunque, non necessariamente un essere umano e non necessariamente un utente reale.
    Esistono società dalla dubbia etica (e legalità) specializzate nel fornirti un tot numero di like a qualsiasi tuo contenuto, basta che paghi; così come ci sono aziende che vendono interi server (hardware, cioè proprio la macchina fisica) su cui sono installati software che gestiscono migliaia o milioni di bot, ovverosia programmi che emulano il comportamento umano.
    Senza considerare che, una volta diffusa in maniera virale, la fake news s'alimenta velocemente proprio grazie ad una condivisione sconsiderata.
    Quindi, quando devi condividere o prestare fiducia a qualsiasi contenuto, non curarti di chi ha già messo il 'mi piace': potrebbero essere stato truffato, o potrebbero persino essere falso;
  7. Attento alla grammatica ed alla sintassi
    Molte notizie false e bufale sono prodotte in lingua differente dall'italiano, spesso in inglese.
    Dalla versione originale vengono quindi tradotte in svariate altre lingue, spesso con traduttori automatici e non badando minimamente agli inevitabili errori che essi compiono durante la traduzione.
    Ne deriva che spesso la grammatica è errata, o ci sono evidenti discrepanze con l'analisi logica della frase.
    Sono tutti campanelli d'allarme, che aiutano a capire se la notizia è stata effettivamente vagliata da un professionista prima della diffusione, o sia solo l'ennesima bufala (od anche spam).
    Altresì, in molti blog diffusori di fake news e bufale assortite, la produzione di contenuti non è d'eccezionale qualità: spesso gli articoli contengono grossolani errori nell'uso dei congiuntivi, o si rivolgono al lettore in maniera fin troppo informale, o comunque contengono uno stile di scrittura non consono allo standard produttivo professionale;
  8. Meglio farti tacciare di cinismo che d'ingenuità
    Solitamente, il cinismo - per quanto a volte deplorevole - non ti causa una perdita di vantaggio.
    Cosa che non si può proprio dire parlando dell'ingenuità, che spesso anzi causa enormi problemi.
    Puoi fare sempre in tempo a cambiare la tua opinione scettica, se e quando troverai le prove che quello che hai letto corrisponde alla verità.

La denigrazione online è un problema professionale?

Sì, la diffamazione, la denigrazione e la mistificazione di un'azienda (o di un professionista) sul web è un problema serio, che può causare ingenti perdite economiche.

Ci sono professionisti senza etica che usano il fenomeno delle false notizie e dei falsi account per far screditare la concorrenza, con ripercussioni considerevoli e storture nel libero mercato.

Questo è un pericolo per qualsiasi azienda o professionista, considerando che poi ogni informazione immessa sull'Internet rimane a tempo indeterminato sull'Internet.

Perdere la fiducia dei clienti o dei possibili clienti è una delle prime cause del fallimento imprenditoriale: di questo è perfettamente a conoscenza chi usa il fenomeno delle fake news per causare danno ai concorrenti.

Considera un esempio banale: il totale delle 'stelle' che vedi sulla tua pagina di G+, eBay, Facebook o qualsiasi altro sito dove promuovi o vendi qualcosa è determinata dalla media delle valutazioni ricevute.

Come ogni media, anche un singolo risultato non entusiasmante può vanificare tutti gli sforzi fatti per arrivare a dare una valutazione congrua alla bontà del tuo prodotto.

Sì, esatto, basta anche solo una valutazione ad 1 stella per causarti una perdita d'immagine considerevole.

Figurati poi quando il tuo business viene preso di mira da concorrenti senza scrupoli, che ogni giorno pagano per farti abbassare sempre più le valutazioni, grazie ad account fasulli o persone che fanno proprio quello di lavoro.

Come puoi difenderti?

Devi ricorrere necessariamente ad un professionista che si occupa di reputazione online e difesa del brand.

In particolar modo, devi ricorrere ad uno specialista di difesa del brand, che ti potrà aiutare a recuperare la tua immagine aziendale.

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Mi occupo di web marketing, web copywriting, pubblicità e difesa del brand da oltre 15 anni, e sono pronto ad ascoltarti e a mettere le mie conoscenze al servizio del tuo business.

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