Il secondo tragico Fantozzi
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Lingua originale: italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 1976
Durata: 105 min
Colore: colore
Audio :sonoro
Rapporto: 1,85:1
Genere: comico
Regia: Luciano Salce
Soggetto: Paolo Villaggio
Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Paolo Villaggio, Luciano Salce
Produttore: Giovanni Bertolucci
Produttore esecutivo: Aldo U. Passalacqua
Fotografia: Erico Menczer
Montaggio: Antonio Siciliano
Musiche: Franco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera
Scenografia: Carlo Tommasi
Costumi: Orietta Nasalli-Rocca
Trucco: Gianfranco Mecacci
Interpreti e personaggi
Paolo Villaggio: Rag. Ugo Fantozzi
Liù Bosisio: Pina Fantozzi
Anna Mazzamauro: Sig.na Silvani
Gigi Reder: Rag. Silvio Filini
Giuseppe Anatrelli: Geometra Luciano Calboni
Liù Bosisio: Pina Fantozzi
Ugo Bologna: Direttore Conte Corrado Maria Lobbiam
Mauro Vestri: Prof. Guidobaldo Maria Riccardelli
Plinio Fernando: Mariangela Fantozzi
Antonino Faa' Di Bruno: Megadirettore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo ing. Semenzara
Nietta Zocchi: Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare
Paolo Paoloni: Megadirettore Galattico Duca Conte Balabam
Doppiatori italiani
Paolo Villaggio: Voce narrante
Sergio Tedesco: Prof. Guidobaldo Maria Riccardelli
Antonio Guidi: Megadirettore Galattico Duca Conte Balabam
Per me… La corazzata Kotiomkin… È una cagata pazzesca!
Trama
Alla megaditta ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, il ragionier Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio) è costretto a lavorare tutta la notte con un super-straordinario per coprire le uscite clandestine del suo superiore, il Duca Conte Piercarlo Ingegner Semenzara.
Paolo Villaggio è ancora una volta il ragionier Ugo Fantozzi, dell'Ufficio Sinistri
Finito di lavorare, il povero ragioniere è costretto a tornare all'azienda da una falange mostruosa di autovetture dei suoi colleghi, in procinto di entrare in servizio, che gli sbarrano la strada e lo tamponano fino a farlo ritornare alla megaditta.
La fiumana di gente uscita dalle auto spinge Fantozzi direttamente nel suo ufficio, dove è quindi costretto a rimettersi immediatamente a lavorare, cominciando l'ennesima, tragica giornata.
Una sofferenza orrenda ma breve, perché nel giro di due mani il Semenzara riperse il banco e andò sotto di 22 chili di fiches!
Il Semenzara si dimostra essere un incallito giocatore, schiavo totale del demone dell'azzardo e della roulette, e per dar degno sfogo alla sua insana passione ogni anno organizza una speciale lotteria tra i suoi sottoposti: chi vince, ottiene l'onore (e l'onere) di accompagnare il Duca Conte al casinò di Montecarlo, per assisterlo nella sua febbre del gioco.
L'occasione è ghiotta ed ambita: nel caso che il Semenzara vincesse, l'accompagnatore farebbe una rapidissima e brillante carriera, scavalcando pozioni sociali in un battibaleno.
Il sorteggione è benevolo proprio con Fantozzi, che immediatamente sviene per la felicità.
Fantozzi col Duca Conte al casinò di Montecarlo
Felicità che comunque durerà ben poco: dopo un orripilante viaggio in treno in ultima classe, il ragioniere è costretto a subire ogni genere di assurda scaramanzia del Semenzara che, tra le altre cose, lo costringe ad ingurgitare quattro casse di acqua minerale Bertier, la più gasata al mondo.
Purtroppo, tutti i riti scaramantici non sortiranno nessun effetto: il Semenzara perderà tutto, e si prenderà anche i soldi della fortuita vincita di Fantozzi, pagando con essi l'hotel, il viaggio di ritorno e la compagnia di due puttane.
Costretto a farsi il viaggio di ritorno a Roma clandestinamente aggrappato sotto al treno, Fantozzi è curato dalla moglie Pina (Liù Bosisio) con gli orribili impacchi ustionanti in pieno petto, che gli provocano visioni mistiche dell'arcangelo Gabriele, annunciatore della sua prossima maternità.
Fantozzi a caccia con Filini
All'apertura della nuova stagione della caccia, Fantozzi è spinto dal solito Filini (Gigi Reder) nella nuova, improbabile avventura venatoria in un'affollata riserva naturale: seicentoventi cacciatori in quattordici metri quadri.
La battuta di caccia si trasformerà ben presto, complice l'alto numero di cacciatori e la penuria di prede animalesche, in una vera e propria guerra totale tra opposte fazioni, che causerà ingenti perdite con morti ammazzati e mutilati vari, e che vedrà Fantozzi e Filini fatti addirittura prigionieri.
Riparte da settantasei metri la Serbelloni Mazzanti Viendalmare...
A Genova, al varo della nuova turbonave della megaditta, la grande azionista Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, totalmente imbranata, colpisce ripetutamente Fantozzi con la bottiglia della cerimonia, per poi addirittura troncare il dito mignolo dell'Arcivescovo presente ai festeggiamenti.
Il varo della motonave effettuato dalla pericolosa Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare
Con abile mossa politica, i conti Serbelloni Mazzanti Viendalmare invitano alla lussuosa cena della sera, anche tutti i dipendenti, Fantozzi e Filini inclusi; i due ne combineranno una dietro l'altra, specialmente Fantozzi, non propriamente a suo agio nell'alta borghesia (e con i tordi).
Fantozzi ospite a cena dalla Serbelloni Mazzanti Viendalmare
La disastrosa serata finirà nel peggiore dei modi: braccato ed assediato per giorni interi dal feroce alano dei conti, Ivan il Terribile XXXII, discendente diretto di Ivan il Terribile I, appartenuto allo Zar Nicola, talmente feroce da essere stato giustiziato come nemico del popolo dai bolscevici durante la Rivoluzione d'Ottobre.
Tordo! La cosa più difficile in natura!
Asserragliato dal tremendo cane e tenuto in ostaggio da esso per una settimana, detratta dalla megaditta come vacanza, Fantozzi decide di ripagare l'ingiustizia subita prendendosi un periodo di malattia, e mettendosi quindi in cassa-mutua.
Purtroppo per lui, il signor Bonetti, suo vicino di casa, decide di omaggiarlo con tre biglietti per il circo americano, di cui Fantozzi è un grande appassionato.
Fantozzi in incognito al circo americano
Si pone quindi un drammatico dilemma per il ragioniere: il rischio di andare ed essere beccato dal controllo equivale come minimo alla fustigazione in sala mensa.
Con molto coraggio, comunque, Fantozzi decide di correre il rischio ed andare allo spettacolo; si rivelerà, tanto per cambiare, una scelta tragica, che lo porterà ad essere sparato via dal cannone del circo: lo ritroveranno dopo qualche giorno addirittura in provincia di Agrigento, noaccompagnato ndimeno che da San Michele arcangelo, che gli ricorderà l'imminente parto, indirizzandolo in ospedale.
Colpito da McKinley!
Veniamo anche a conoscenza del retroscena dell'assunzione di Fantozzi nella megaditta, vent'anni prima della narrazione degli eventi: fu assunto con la qualifica di 'spugnetta per francobolli' grazie alla raccomandazione del potentissimo Professor Guidobaldo Maria Riccardelli, presidente della commissione attitudinale e cinefilo da ultimo stadio, patito del cinema d'avanguardia d'inizio '900 e cultore, in particolare, della filmografia d'autore.
Dispotico e tiranno, il Riccardelli da vent'anni obbliga i suoi dipendenti alla visione settimanale di lunghissimi e noiosissimi film d'essai, tipo "Dies Irae", "L'Uomo di Aran" e, soprattutto, il lunghissimo e micidiale polpettone russo, "La Corrazzata Kotiomkin".
Guidobaldo Maria Riccardelli fu costretto per due giorni e due notti consecutive a visionare ininterrottamente a rotazione: "Giovannona Coscialunga", "L'esorciccio" e "La polizia s'incazza".
Dopo il dibattito che segue l'ultima proiezione del noiosissimo film, come ogni volta Riccardelli umilia e sbeffeggia Fantozzi, che sembra essere il suo bersaglio preferito, anche se lui è solo uno dei tanti (anzi tutti) che trovano totalmente soporiferi i film del cineforum.
La punzione per essersi addormentato - come tutti del resto - durante la proiezione è orribile: in ginocchio sui ceci.
Fantozzi mentre annuncia che la "La Corrazzata Kotiomkin" è una cagata pazzesca
Un sabato sera, esattamente alle ore 20.25, in telecronaca diretta da Wembley, troviamo Fantozzi prontissimo per gustarsi la partita di pallone Inghilterra-Italia, valevole per le qualificazioni della Coppa del Mondo: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto vicino al televisore, frittatone di cipolle (per il quale stravede), familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e il leggendario 'rutto libero'.
Purtroppo, il suo mirabile programma sarà interrotto dalla chiamata di Filini, che lo avvertirà dell'ennesima proiezione al cineforum voluta da Riccardelli.
Ah, la nostra merdaccia! Venga venga, Fantocci... S'accomodi!
La ridondante e soffocante "Corrazzata Kotiomkin", proiettata ancora una volta, sarà stavolta troppo per i maltrattati dipendenti, impossibilitati a vedere la partita dell'Italia: capitanati da Fantozzi, che trova il coraggio, dopo vent'anni, di attaccare apertamente l'odiata pellicola, gli impiegati della megaditta daranno luogo ad un gigantesco ammutinamento, picchiando il Riccardelli e vendicandosi delle angherie subite bruciando la sua rarissima, personale edizione dell'orrido film russo.
Non contenti, gli inferociti sottoposti, ormai a briglia sciolta, costringeranno l'odiato Riccardelli a vedere capolavori del genere 'trash' come "L'Esorciccio", "Giovannona Coscialunga" e "La polizia s'incazza".
Dopo tre giorni di eroica resistenza, la polizia però s'incazza davvero e fa irruzione nella sala, liberando il Riccardelli che, vistosi bruciare la sua amata copia de "La Corrazzata Kotiomkin", decide di rigirarla personalmente, usando gli ammutinati come attori.
A Fantozzi tocca il ruolo dell'infante nella culla, nell'epica scena della rovina lungo la scalinata, che il ragioniere è costretto a ripetere più volte.
Fantozzi e Filini al night club "L'Ippopotamo"
Partite la Pina e Mariangela per i funerali di un bis cugino laterale di Pescara, Fantozzi ha finalmente l'occasione di darsi alla 'bella vita' con Calboni e Filini: una notte di follie con qualche signorina procacciata proprio da Calboni, esperto (a suo dire) 'uomo di mondo' e di sicuro col taccuino pieno di ex amichette della sua lunga vita da single.
Purtroppo però, l'unica cosa che riuscirà a combinare Calboni sarà portare i suoi colleghi nel noto night club "L'Ippopotamo", popolato da triviali escort e dal listino prezzi semplicemente osceno.
La serata finirà, come di consueto, in maniera tragica per Fantozzi: dilapidato di tutti i suoi risparmi, sarà costretto a lasciare la casa a Calboni, che se la spasserà con una prostituta conosciuta al night club grazie ai soldi del suo collega.
Fantozzi a Capri, mentre improvvisa un disastroso sci acquatico
Presa dalla rabbia per essere stata tradita, la Silvani (Anna Mazzamauro) finalmente accetta le avances di Fantozzi, ed insieme decidono di partire per una ufficiosa 'seconda luna di miele' con destinazione Capri.
L'idilliaco viaggio però, tanto per cambiare, si dimostrerà solamente l'ennesima delusione per Fantozzi: la Silvani infatti lo userà per far ingelosire il marito, ed il povero ragioniere proverà addirittura a suicidarsi in mare, ma sarà recuperato da una paranza di Torre Annunziata, che lo rivenderà alla Findus e che, a sua volta, lo rimetterà sul mercato come cernia congelata.
Sarà fortunatamente salvato dalla moglie Pina che lo comprerà intero al mercato il giorno della vigilia di Natale.
Rida, rida! Il lavoro è gioia! Il lavoro è allegria!
Vigilia che riserberà anche un'inaspettata sorpresa: il Mega Presidente Galattico lo chiamerà per comunicargli che la megaditta ha deciso ben volentieri di riassumerlo, dopo il folle licenziamento richiesto prima di scappare con la Silvani.
Fantozzi usato come parafulmine vivente
In tutta magnanimità, Fantozzi ricomincerà dal gradino più basso di tutto l'organigramma societario: il parafulmine vivente.
La gente che è umana
Rag. Ugo Fantozzi
La quintessenza della nullità, l'uomo che non ha mai vinto e mai vincerà nulla in tutta la sua vita, il ragioniere più vessato d'Italia: Ugo Fantozzi, matricola 7820/8 bis dell'Ufficio Sinistri che lavora per da vent'anni per la megaditta ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, di cui è 'dipendente' per davvero sotto tutti gli aspetti.
Sposato con una moglie racchia, la Pina, e con una figlia ancora più mostruosa, è continuamente vessato dalla sfortuna, nonché dai suoi superiori e pure dai colleghi, che lo schifano e lo considerano una merdaccia.
Anche nel secondo capitolo della saga, Fantozzi si dimostra totalmente succube del potere, meschino e lecchino oltre ogni limite, benché dimostri, a volte, un briciolo di orgoglio che lo porta sempre, comunque ed inevitabilmente, ad un esito tragico
per ogni sua avventura.
Pina Fantozzi
La moglie di Ugo, non propriamente una bella donna.
Anche lei, come il marito, è totalmente succube dei superiori e dei potenti, e dimostra una capacità di sopportazione al limite delle possibilità umane, specie dopo il mezzo 'tradimento' di Fantozzi con il suo eterno amore non corrisposto, la signorina - anzi, ora signora - Silvani.
Margiangela Fantozzi
La bruttissima figlia di Pina ed Ugo, talmente brutta che persino il papà prova ribrezzo a darle il bacino prima di andare a lavorare.
Più che un essere umano, somiglia ad un babuino, ed è scambiata persino dal padre con una scimmia, al circo americano.
Rag. Geom. Renzo Silvio Filini
Collega di Fantozzi alla megaditta ed inesauribile organizzatore di eventi, che si riveleranno sempre disastrosi per i partecipanti, soprattuto per Fantozzi.
In questa pellicola, organizza una tragica battuta di caccia, che si tramuterà in una vera e propria guerra totale; parteciperà poi con Fantozzi e Calboni ad una serata di 'bella vita' al night club "L'Ippopotamo", dove incontrerà una squallida escort con un ascesso, che lo pelerà ben bene di denaro.
Geom. Luciano Calboni
Viscido e meschino collega di Fantozzi, scapolo impenitente per tanti anni e che ora è convolato a nozze con la Silvani, con somma tristezza del suo collega.
Arrivista ed approfittatore, sfrutterà Fantozzi e Filini per una drammatica (per loro) serata al noto night club "L'Ippopotamo", dove se la spasserà con una prominente escort a spese dei suoi colleghi.
Verrà sgamato dalla moglie che, per punizione, fingerà una finta scappatella con Fantozzi, che comunque poi verrà sfruttata abilmente dai ricongiunti coniugi.
Signora Silvani in Calboni
L'eterna fiamma di Fantozzi, la racchia ma da lui desideratissima ex signorina Silvani, ora sposata con Calboni.
Anche se ormai s'è accasata, usa ancora il fascino che esercita su Fantozzi usandolo per i propri scopi: in questo caso, punire il fedifrago marito con una 'scappatella' a Capri, in compagnia dello sfortunato ragioniere.
Duca Conte Piercarlo Ingegner Semenzara
Potentissimo dirigente della megaditta col demone del gioco d'azzardo, che obbliga a turno i propri dipendenti ad accompagnarlo al casinò di Montecarlo, dove sperpera sempre una fortuna.
Fantozzi sarà sorteggiato per l'impresa, con la speranza di 'portargli fortuna' e scalare così rapidamente l'organigramma aziendale, ma purtroppo il Duca Conte - come al solito - perderà tutto, incolpando di ciò il suo povero sottoposto.
Professor Guidobaldo Maria Riccardelli
Cinemaniaco dirigente della megaditta, appassionato in maniera esagerata del cinema d'avanguardia d'inizio secolo, che obbliga i suoi dipendenti ad un cineforum settimanale, costringendoli a visionare i capolavori del cinema d'autore come "La Corrazzata Kotiomkin", che risultano però sempre dei mattoni pesantissimi, mal digeriti da tutti.
Fautore dell'assunzione di Fantozzi, molti anni prima degli eventi narrati nella pellicola, sarà da esso defenestrato in un lampo di riscatto dopo avergli negato la visione della partita Italia-Inghilterra, in un ammutinamento generale che, comunque, finirà con la disfatta dei ribelli.
Mega Presidente Galattico
Figura quasi mitologica a capo del Gran Consiglio dei Dieci Assenti, che governa tutta la megaditta.
Dall'apparenza umile e modesta, da uom giusto, si dimostra invece spietato ed avido, richiamando in servizio Fantozzi la vigilia di Natale, e reintegrandolo magnanimamente nella megaditta con la qualifica di parafulmine vivente.
Sviluppo e produzione
Prodotto un anno dopo il grande successo del primo "Fantozzi", la seconda parte cinematografica della fortunatissima saga ideata da Paolo Villaggio e che si basa sui racconti del suo sfortunatissimo ragioniere viene ancora affidata alla tagliente e cinica regia di Luciano Salce.
Il film sembra quasi un tutt'uno con la precedente pellicola, sia a livello d'attori e sia come episodi ed ambientazioni degli stessi: lo spirito delle due pellicole è eguale, così come la comicità da 'cartone animato', con abbondanza di scene 'slapstick' e la grandissima espressività di Villaggio e gli altri nel dipingere gli improbabili impiegati e potenti della megaditta.
Come il suo predecessore, è diventato un film di culto per più di una generazione, con spezzoni e scene entrate a forza di risate nell'immaginario popolare: ne è un egregio esempio l'episodio della "Corrazzata Kotiomkin", fittizia pellicola che è un chiaro sberleffo alla famosa "Corazzata Potëmkin", grande film muto russo d'avanguardia che (in effetti non poi così brutto e noioso) che Villaggio prese a simbolo di un certo cinema elitario e snob che andava di moda tra gli intellettuali (di sinistra) del periodo, solitamente ben poco apprezzati dalla gente comune.
Sarà l'ultimo episodio della serie fantozziana girato da Luciano Salce, e per molti questo è anche l'ultimo vero "Fantozzi", non tenendo in considerazione i - molti - episodi successivi degli anni '80 e '90, ritenuti fin troppo 'commerciali'.
Richiami e marchio di fabbrica
Il film segue pefettamente le linee tracciate dalla prima pellicola, e ne risulta quasi un 'secondo tempo', se così si può dire, in stupenda armonia.
Villaggio continua a prendere a piene mani personaggi e situazioni dei suoi libri, trasportandoli sulla pellicola ora fedelmente, ora con piccole modifiche, ora completamente differenti.
I risultati comunque sono sempre eccezionali: la comicità cinica e dissacrante, soprattutto verso una certa categoria di persone (sia potenti che popolino), è unita alla fisicità di situazioni puramente 'slapstick', immediatamente riconoscibili dal grande pubblico, e che sono diventate negli anni veri e propri tormentoni.
Fantozzi comincia, in questa pellicola, a prendere le caratteristiche fondamentali 'storiche' del personaggio, come i pantaloni 'ascellari', amore smodato per il calcio (e per la Nazionale Italiana in particolare), l'inseparabile basco e, soprattutto, si vedrà storpiato il nome in maniera pressoché costante ('bambocci', 'pupazzi' e lo storico 'fantocci'); tale situazione tragicomica, che umilia ancora di più il già sottomesso ragioniere, diventerà una costante in tutte le successive produzioni.
Spezzoni storici - "La Corrazzata Kotiomkin"
L'episodio de la "Corrazzata Kotiomkin", polpettone sovietico d'avanguardia che il Riccardelli costringe a visionare a ciclo continuo è sicuramente il più famoso e celebre di tutta la pellicola: diventato un 'cult' senza tempo per ben più di una generazione, si prende beffe dello spesso soporifero cinema dell'elite intellettuale d'allora, riprendendo anche la moda - ancora esistente, anche se ridimensionata - dei cineforum, ovverosia proiezioni cinematografiche con successivo dibattito pubblico.
Spesso posti frequentati da presunti 'intellettuali di sinistra', più per obbligo d'immagine che per effettivo interesse, i cineforum degli anni '70, specie se organizzati da una corrente politica ben definita (il Partito Comunista Italiano) erano giudicati da Villaggio di una noia mortale; il comico genovese infatti prese al volo l'occasione per sbeffeggiarli alla grande con l'episodio dello psicotico Guidobaldo Maria Riccardelli.
Riccardelli che è un po' l'emblema dell'intellettualoide di sinistra di quegli anni: arrivato al potere solamente per servilismo o comunque per mera militanza di partito, senza particolari meriti né inclinazioni attitudinali, arrogante e prepotente grazie ai vantaggi della poltrona (spesso immeritatamente) acquisita.
Il film entrato nell'immaginario italiano come estremamente soporifero e per nulla interessante è il fittizio "La Corrazzata Kotiomkin", palese storpiatura del famoso "La Corrazzata Potëmkin", film russo di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn del 1925, considerato uno dei capolavori del cinema d'avanguardia.
Non avendo ottenuto i diritti per la proiezione di parti dell'opera originale, Luciano Salce pensò di cambiarne il nome e girare anche interi spezzoni ex novo, con nuovi attori.
Il risultato è stupendo, e da vita ad uno degli episodi più epici del cinema comico italiano, che raggiunge il suo apice quando Fantozzi si mette ad urlare che l'orribile film, suo supplizio da oltre vent'anni, è una 'cagata pazzesca'... Con conseguenti novantadue minuti d'applausi.