sec Indiana Jones e il tempio maledetto | La recensione, la trama e la scheda completa

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Indiana Jones e il tempio maledetto

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Titolo originale: Indiana Jones and the Temple of Doom
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1984
Durata: 118 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: avventura, azione, commedia
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: George Lucas
Sceneggiatura: Willard Huyck e Gloria Katz
Produttore: Robert Watts
Produttore esecutivo: Frank Marshall e George Lucas
Fotografia: Douglas Slocombe
Montaggio: Michael Kahn e George Lucas (non accreditato)
Effetti speciali: David Fincher, Industrial Light & Magic
Musiche: John Williams
Scenografia: Elliot Scott

Interpreti e personaggi

Harrison Ford: Indiana Jones
Kate Capshaw: Wilhelmina "Willie" Scott
Jonathan Ke Quan: Short "Shorty" Round
Amrish Puri: Mola Ram
Roshan Seth: Chattar Lal
Philip Stone: Cap. Phillip Blumburtt
Roy Chiao: Lao Che
Ric Young: Kao Kan
David Yip: Wu Han
D.R. Nanayakkara: Sciamano
Dharmadasa Kuruppu: Capo Villaggio
Raj Singh: Maharaja Zalim Singh
Pat Roach: Guardia del corpo di Mola Ram
Dan Aykroyd: Earl Weber
George Lucas: Missionario
Steven Spielberg: Turista all'aeroporto
Arthur F. Repola: Ospite del Maharaja
Arjun Pandher: Ragazzo prigioniero

Doppiatori italiani

Luigi La Monica: Indiana Jones
Rossella Izzo: Wilhelmina "Willie" Scott
Giuppy Izzo: Short "Shorty" Round
Mario Bardella: Mola Ram
Carlo Reali: Chattar Lal
Marco Guadagno: Kao Kan
Tonino Accolla: Wu Han
Sergio Fiorentini: Sciamano
Arturo Dominici: Capo Villaggio
Fiamma Izzo: Maharaja Zalim Singh
Mauro Gravina: Earl Weber
Paolo Buglioni: Ospite del Maharaja
Corrado Conforti: Ragazzo prigioniero

Fortuna e gloria, ragazzo... Fortuna e gloria.

Trama

Shangai, 1935, nel night "Club Obi Wan".
Un anno prima dell'epica caccia all'Arca dell'Alleanza narrata nel primo capitolo della saga, il professor Henry Walton "Indiana" Jones Jr. (Harrison Ford), sempre in giro per il mondo a caccia di preziose reliquie, è in trattative col pericoloso gangstar cinese Lao Che, per concludere un grande affare: i resti dell'imperatore della Manciuria Nurhaci in cambio di un prezioso diamante.

Il boss mafioso Lao Che
Il cattivissimo Lao Che con i suoi figli

Purtroppo, quando l'affare sembrava essere andato in porto, succede l'imprevisto: Lao Che si dimostra per nulla onesto - come se mai potesse esserlo un mafioso, del resto - ed avvelena Indiana, costringendolo a ridargli il diamante in cambio dell'antidoto.

Harrison Ford è di nuovo Indiana Jones per il secondo capitolo della saga
Il professor Henry "Indiana" Jones Jr.

Ne scaturisce una rissa furibonda in cui ci va di mezzo anche la subrette del locale, la bella e svampita Wilhelmina "Willie" Scott (Kate Capshaw), che finisce con l'essere catapultata da Indy direttamente nella rocambolesca fuga dell'archeologo dagli uomini di Lao Che, da cui riusciranno a mettersi in salvo anche grazie all'aiuto del piccolo Shorty (Jonathan Ke Quan), un bambino tassista di Shangai compare di Indiana.

Il piccolo Shorty
Il piccolo Shorty, compare di Indiana Jones

Scampati miracolosamente ai feroci mafiosi, i tre compagni di sventure riescono ad imbarcarsi su un vecchio aereo merci e a lasciare il paese, ma i guai non sono di certo finiti: i piloti dello sgangherato aeroplano si rivelano essere al soldo di Lao Che e, dopo aver manomesso il veivolo, si paracadutano giù lasciando Indiana e gli altri condannati a morte certa schiantati contro le montagne indiane.

Indiana Jones scappa sull'areo di Lao Che
Indiana sale sull'aereo di Lao Che

Con una spericolata discesa d'emergenza a bordo di un gommone, però, Indiana Jones riesce a salvare tutti, discendendo la montagna a mo' di slitta, in una improponibile corsa che li fa finire dritti dritti nei pressi di un povero villaggio indiano, colpito recentemente da una terribile disgrazia: una pietra Sivalingam, una delle cinque leggendarie pietre perdute di Shankara, è stata trafugata.

Lo sciamano del villaggio
Lo sciamano del villaggio che accoglierà Indiana ed i suoi amici

Immediatamente dopo il furto, il villaggio è stato colpito da un'incredibile siccità che, unita alla carestia portata dall'improvvisa morìa delle greggi, ha decimato la popolazione.
In aggiunta a ciò, anche tutti i bambini sono spariti, rendendo il già povero villaggio ancora più povero.
Lo sciamano del posto, credendo Indy e la sua combriccola inviati dal cielo direttamente da Shiva per aiutare la sua gente, li accoglie benevolmente e li invita a recarsi al palazzo di Pankot, un enorme edificio nel cuore della foresta sulla strada di Delhi, dove lo sciamano sospetta che si annidi il male che ha portato miseria e disperazione nel villaggio e rubato la pietra sacra, ovvero i seguaci del culto Thug.

I figli... Ha detto che hanno rubato i loro figli.

Inizialmente Indy non è per nulla convinto dell'impresa, ma quando viene miracolosamente recuperato uno dei bambini rapiti, denutrito e schiavizzato dai malvagi di Pankot, Indiana si mette sulla via del palazzo, assieme a Willie e Shorty.

La cena a base di serpenti ed insetti del palazzo di Pankot
Willie e Shorty nauseati dalla disgustosa cena al palazzo di Pankot

Al palazzo reale, i tre vengono cordialmente accolti da Chatter Lal, il primo ministro del nuovo Maharaja, Zalim Singh.
Invitati la sera stessa a cena col re, che si scopre essere poco più che un bambino, Indy discute degli antichi riti Thug con Lal e col capitano dell'esercito britannico Phillip Blumburtt, incaricato di ispezionare il castello in uno dei suoi giri di ricognizione per l'impero.

Indiana Jones a cena dal Maharaja
Indiana mentre discute con Chatter Lal, il primo ministro del Maharaja

La cena si rivela essere disgustosa per i commensali occidentali, soprattutto per Willie e Shorty: serpenti ripieni, cervelli di scimmia semifreddi ed insetti vari arrostiti, che lasciano la donna ed il bambino a bocca asciutta per tutto il desinare.
Sebbene il giovanissimo Maharaja si dimostri estremamente dispiaciuto dei vecchi riti sanguinari perpetrati al palazzo nei secoli passati, assicurando che giammai si ripeteranno durante il suo regno, Indy non è per nulla convinto che il palazzo di Pankot sia così immacolato come vuole invece far intendere il primo ministro Lal.

Mola Ram, gran sacerdote dei Thug
Il cattivissimo Mola Ram mentre strappa il cuore di un sacrificato

Difatti, dopo cena, l'archeologo viene attaccatato da un adepto di Thug, che tenta di accopparlo.
Sventanto il pericolo e trovato un passaggio segreto, Jones assieme a Willie e Shorty si ritrova catapultato nell'entroterra del palazzo, dove tutto l'orrore della setta Thug si palesa in tutta la sua ferocia: Mola Ram (Amrish Puri), folle e spietato Gran Sacerdote della dea Kali compie un sanguinario rito, strappando il cuore a mani nude ad un uomo, per poi gettare il malcapitato - magicamente ancora vivo anche senza il cuore - in una profonda fornace.

Il sacrificio umano di Mola Ram alla dea Kali
Il sacrificio umano alla dea Kali

Finito l'orribile rituale, Indy riesce a recuperare le pietre Sivalingam, ma viene distratto da delle grida di dolore: sono i bambini che i crudeli Thug hanno rapito dal povero villaggio, che sono stati fatti schiavi e costretti a scavare in profondità, alla ricerca di preziosi oltre che delle altre pietre sacre di Shankara.
Scoperto dai Thug, viene catturato assieme Willie e Shorty, per poi venire addirittura drogato col sangue della dea Kali, una potentissima droga che plagia completamente la volontà di chi la ingerisce secondo i desideri di Mola Ram.

Indy contro i Thug della dea Kali
Indy combatte contro gli adepti Thug

Ottenebrato dalla terribile droga Indy riesce quasi a sacrificare Willie, ma il piccolo Shorty riesce a farlo ritornare in sé giusto in tempo, ustionandolo con una torcia.
Ripresosi dall'effetto del sangue di Kali, Indiana ingaggia un furioso scontro con Mola Ram, che però riesce a scappare.

Qui si sta mettendo male...
Lei dia retta a me, vedrà che camperà più a lungo!

Liberati tutti i bambini della miniera - anche grazie all'aiuto del piccolo Maharaja, risvegliato anche lui dalla droga di Mola Ram - Indy ed i suoi amici fanno appena in tempo a scappare a bordo dei carrelli della miniera, prima che il malvagio stregone Thug allaghi tutto.

Il ponte sospeso e l'ultima sfida con i Thug di Indy
Indy sul ponte sospeso, circondato dai Thug

Arrivati su un traballante ponte sospeso, è il momento della resa dei conti con Mola Ram, che intima Indiana di ridargli le pietre, minacciando di far sfracellare Shorty e Willie.
Con un'azione disperata, Indiana fa crollare il già fragile ponte, facendo così precipitare i Thug nel fiume dabbasso, infestato dai coccodrilli.

Tu hai tradito Shiva!

È il duello finale tra Indiana Jones e Mola Ram, che tenta di strappare il cuore dal petto di Indy, come da sua feroce abitudine durante i rituali umani.
Ma Indiana, dopo una durissima colluttazione sul ponte mezzo abbattuto, invocando Shiva riesce a bruciare la mano del sacerdote con una pietra sacra, facendolo quindi precipitare nel fiume, masticato infine dai coccodrilli.

Mola Ram contro Indiana Jones
Sfida finale tra il perfido Mola Ram ed Indiana Jones

L'arrivo dell'esercito britannico del capitano Phillip Blumburtt, avvertito dal Maharaja, mette definitivamente fine alla maledizione dei Thug.

Indiana Jones fa festa con i bambini tornati al villaggio
La pace è tornata nel villaggio, assieme ai bambini rapiti e alla pietra di Shiva

Tornati al villaggio con tutti i bambini rapiti, Indiana ed i suoi amici riconsegnano la pietra sacra allo sciamano, mentre i padri e le madri fanno festa, riabbracciando i loro bambini in un paese tornato letteralmente alla vita grazie alla sconfitta del male che si annidava nel castello di Pankot.
Il professor Jones può così accalappiare con la frusta la bella Willie, per il più classico dei lieti fine.

Gli eroi

Indiana Jones
Prof. Henry Walton "Indiana" Jones Jr.

Un anno prima degli eventi narrati ne "I predatori dell'arca perduta" troviamo di nuovo il professor Jones a caccia di reliquie e tesori antichi, stavolta in Cina, dove è riuscito a rinvenire le ceneri del primo imperatore della Manciuria, bramate dal boss mafioso del luogo Lao Che.
Dopo essere miracolosamente scampato al terribile criminale, verrà suo malgrado catapultato in India, per aiutare un povero villaggio di autoctoni che di recente ha subito il furto di una delle cinque leggendarie pietre sacre di Shankara.
Si ritroverà quindi invischiato nel ritorno dei sanguinari adepti del culto Thug, che riuscità a sconfiggere senza non pochi problemi.
Ritornerà al villaggio per riconsegnare la pietra sacra nelle mani dello sciamano, e per riconsegnare ai rispettivi genitori anche tutti i bambini rapiti dai malvagi Thug.

Willie
Wilhelmina "Willie" Scott

Bella e svampita subrette americana, ufficiosamente 'donna' del mafioso Lao Che che si esibisce nel night club "Obi-Wan".
Finirà suo malgrado nella fuga di Indiana Jones dal malvagio bandito, e da quel momento sarà costretta a seguirlo, trovandosi invischiata nel sanguinoso mistero dei Thug.
Sebbene decisamente 'oca', e più d'intralcio che d'aiuto, darà una mano ad Indy nello sconfiggere il crudele Mola Ram ed i suoi seguaci.
Alla fine del film cederà alle avanches dell'archeologo, lasciando intuire l'inizio di una relazione amorosa.
Relazione che comunque si interromperà presto, perché di lì a poco ritroveremo Indy di nuovo single, pronto ad amoreggiare con Marion.
Non comparirà più nella saga di Indiana Jones.

Shorty
Short "Shorty" Round

Ragazzino di Shangai, orfano di entrambi i genitori e preso sotto l'ala protettiva di Indiana Jones, che rispetta tantissimo.
Finito anche lui al palazzo di Pankot con Indy e Willie, aiuterà moltissimo il suo amico archeologo, finendo anzi con l'essere decisivo per risvegliarlo dalla droga del sangue di Kali.
Dopo questo film di lui si perderanno le tracce, in quanto non comparirà più in alcuno degli episodi della saga.

Gli artefatti presenti nel film

Nurhaci
Nurhaci

I resti mortali di Nurhaci, leggendario imperatore della Manciuria che diede inizio alla dinastia Quing, dominando in poco tempo tutta la Cina.
Le ceneri sono bramate dal boss mafioso Lao Che, che incarica Jones di recuperarle dietro compenso di un enorme diamante.
Sebbene oggetto di fantasia, l'imperatore Nurhaci fu realmente il capostipite della cosidetta 'dinastia Manciù', che detenne il potere in tutta la Cina per oltre quattro secoli.

La pietra sacra di Shankara
Le pietre sacre di Shankara

Pietra sacra del dio Shiva, dai grandi poteri in grado addirittura di condizionare il tempo atmosferico e la vita stessa degli animali (e degli esseri viventi in generale).
Si tratta di pietre Sivalingam, dalla classica forma ovale, lisce e con tre strisce orizzontali, parallele al loro diametro.
Le pietre usate nel film sono ovviamente di fantasia, ma il Linga, ovvero un manufatto ogivale simbolo di Shiva (di chiara rimembranza fallica) è adorato in India da tempo immemore.

Sviluppo e produzione

Dopo l'enorme successo de "I predatori dell'arca perduta" di tre anni prima, Lucas e Spielberg ritornano con la avventure dell'archeologo più famoso del mondo di cellulosa, in un seguito che in realtà è un prequel, ambientato un anno prima dei fatti narrati nel primo capitolo della saga.
Quando Lucas diede la sceneggiatura del primo film a Spielberg, si accordò con esso per filmare una trilogia, anche se la trama della serie non era subito ben chiara: c'erano molte idee, alcune delle quali furono direttamente incorporate nella sceneggiatura del primo episodio. Avendo in cascina già molto girato inutilizzato dell'opera originale, Lucas buttò giù una storia per un seguito, totalmente scollegato dalla prima pellicola.
Originariamente, Spielberg considerò l'idea di reintrodurre il personaggio di Marion Ravenwood, col padre Abner Ravenwood come comprimario, ma non se ne fece più nulla.
Ancora, secondo le bozze di Lucas, ci sarebbe dovuta essere la scena di una spettacolare corsa in moto sulla Grande Muraglia (con tanto di scoperta di valle popolata da dinosauri!), ma l'ipotesi fu scartata per le resistenze dell'allora governo cinese che (non ancora rivoluzionato nella logica dell'economia di mercato) negò l'autorizzazione.
Lucas buttò giù brevemente una trama alternativa ambientata in un castello infestato in Scozia, ma Spielberg trovò la cosa fin troppo simile al film "Poltergeist", quindi il castello scozzese diventò il tempio maledetto indiano.
Le ambientazioni ed i protagonisti, a parte ovviamente Indy, sono totalmente nuovi, così come i nemici principali: non più i cattivissimi nazisti, ma gli altrettanti cattivissimi adepti Thug.
Il film è decisamente macabro, in certe scene - divenute abbastanza famose poi - molto splatter, però conserva sempre un'incredibile carica d'ironia, soprattutto per via della buffa accoppiata della bella Willie e del piccolo Shorty, che purtroppo non rivedremo più nelle altre pellicole della serie.
George Lucas, più in là, avrebbe rivelato alla stampa che la sceneggiatura de "Indiana Jones e il tempio maledetto" fu partorita in un momento molto buio della sua vita, in cui il regista e sceneggiatore stava affrontando un complicato divorzio. Per questo, a suo dire, il film è particolarmente cupo: rispecchia un po' il suo periodo d'allora, ed in effetti tra cuori asportati a mano nuda e serpenti ripieni di serpenti per cena, la pellicola è abbastanza rivoltante, in certe scene.
Molti anni dopo la sua uscita, sia Spielberg che Lucas concordarono che il film è in effetti un po' troppo violento e, col senno di poi, non rimase particolarmente apprezzato dai due registi.

Richiami e marchio di fabbrica

Mola Ram contro Indiana Jones
Stavolta al posto dell'Arca dell'Alleanza, ik professor Jones dovrà recuperare le pietre sacre di Shiva

Harrison Ford ritorna nei panni dell'archeologo con frusta e cappello Fedora, e la sua intepretazione è sempre superlativa: Lucas ha pensato di bilanciare la trama cupa con tocchi di umorismo a volte decisamente grottesco, e Ford riesce in pieno a ricalcare la parte.
L'avventura la fa sempre da padrona assoluta, ma come accennato in precedenza, l'atmosfera è senza dubbio oscura: ci sono feroci riti umani, c'è un cattivo che più cattivo non si può, c'è un palazzo claustrofobico e ci sono i bambini rapiti e schiavizzati dai feroci Thug.
Tutto è però condito con ampie parti comiche, come da assodata tradizione della saga: il piccolo Shorty, personaggio diventato in breve amatissimo dai fan, è eccezionale nel far da spalla comica ad Indy, così come anche Willie, che più che bella - lo è comunque - è dannatamente divertente nella sua innata comicità.
Di 'tesori' veri e propri ce ne sono pochini, a dire il vero: le pietre sacre di Shankara sono per l'appunto più 'sacre' che preziose (in senso economico), e sembrano essere comunque davvero magiche.
Per il resto il mistero e l'azione sono sempre garantiti, così come il carisma dei cattivoni, e nello specifico del crudelissimo Mola Ram.
Cose divertenti: il locale dove inizia il film è chiamato "Club Obi Wan", e direi che è superfluo evidenziare la citazione...

Il Club Obi Wan
Chissà mai da dove verrà il nome di questo club...

Accoglienza

La recensione del film indiana jones e il tempio maledetto

Uscito in patria il 23 maggio del 1984, è stato un successo al botteghino, piazzandosi dietro "Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills" e "Ghostbusters - Acchiappafantasmi", blockbuster dell'epoca.
A livello globale incassò oltre 300 milioni di dollari, confermando così il successo della serie presso il pubblico.
Sebbene non sia considerato dai fan come il migliore della saga - fu considerato troppo violento persino da Spielberg, anni dopo la sua uscita - si è comunque dimostrato un valido sequel - anzi, prequel - del primo, storico film.

Distribuzione in home video

La pellicola uscì sia in formato VHS che Betamax, compreso il Laserdisc (sia in formato widescreen che adattato in 4:3 con la tecnica del 'pan and scan').
Sul finire degli anni '90, fu rimasterizzata in THX (come tutte le altre pellicole della saga), e fu commercializzata in VHS.
All'inizio degli anni 2000 è uscita la versione in DVD, mentre la versione in HD in Blu-Ray è uscita nel 2012.

Videogiochi dedicati

Fu prodotto un videogioco arcade basato sul film, a quattro mani da LucasArts e Atari.
Il gioco è un bizzarro platform che fa venire abbastanza velocemente il mal di testa, in quanto il personaggio di Indy non si muove solamente a destra o sinistra come in un generico gioco di piattaforme, ma può andare anche in su e giù (con una discutibile prospettiva che genera davvero molta confusione nel giocatore).
A ciò si aggiunge anche uno schema non lineare che peggiora l'esperienza, e rende in breve il titolo abbastanza frustrante, oltre che dannatamente difficile.
Come per quasi tutti gli arcade degli anni passati, è possibile rigiocarlo con l'emulatore MAME.

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