Django Unchained
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Titolo originale: Django Unchained
Lingua originale: inglese, tedesco
Paese di produzione: USA
Anno: 2012
Durata: 165 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: azione, western, drammatico
Regia: Quentin Tarantino
Soggetto: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Produttore: Reginald Hudlin, Pilar Savone, Stacey Sher, William Paul Clark
Produttore esecutivo: Bob Weinstein, Harvey Weinstein, Shannon McIntosh, Michael Shamberg, James W. Skotchdopole
Casa di produzione: Columbia Pictures, The Weinstein Company
Distribuzione per l'Italia: Warner Bros. Pictures
Fotografia: Robert Richardson
Montaggio: Fred Raskin
Scenografia: J. Michael Riva
Costumi: Sharen Davis
Trucco: Heba Thorisdottir
Interpreti e personaggi
Jamie Foxx: Django Freeman
Christoph Waltz: Dott. King Schultz
Leonardo Di Caprio: Calvin J. Candie
Kerry Washington: Broomhilda von Shaft
Samuel L. Jackson: Stephen
Walton Goggins: Billy Crash
Dennis Christopher: Leonide Moguy
James Remar: Butch Pooch, Ace Speck
David Steen: Mr. Stonecipher
Dana Gourrier: Cora
Nichole Galicia: Sheba
Laura Cayouette: Lara Lee Candie Fitzwilly
Ato Essandoh: D'Artagnan
Sammi Rotibi: Rodney
Clay Donahue Fontenot: Luigi
Escalante Lundy: Big Fred
Miriam F. Glover: Bettina
Don Johnson: Big Daddy
Franco Nero: Amerigo Vassepi
Doppiatori italiani
Pino Insegno: Django Freeman
Stefano Benassi: Dott. King Schultz
Francesco Pezzulli: Calvin J. Candie
Daniela Calò: Broomhilda von Shaft
Massimo Corvo: Stephen
Andrea Lavagnino: Billy Crash
Sergio Di Giulio: Leonide Moguy
Domenico Maugeri: Ace Speck
Bruno Conti: Mr. Stonecipher
Ilaria Giorgino: Cora
Maia Orienti: Sheba
Chiara Colizzi: Laura Lee Candie Fitzwilly
Alessandro Messina: D'Artagnan
Francesco Di Francesco: Rodney
Roberto Fidecaro: Big Fred
Monica Volpe: Bettina
Mario Cordova: Big Daddy
Io conto due pistole, negro.
Trama
Premessa
Il film è un western sui generis, molto più simile ad uno spaghetti western di Sergio Leone o Bruno Corbucci che ad un film di John Ford.
Come da consueta tradizione di Tarantino, è volutamente eccessivo, grottesco e, a tratti, paradossale ed ironico.
Tratta di un tema forte e ancora molto sentito negli USA, ovvero quello della schiavitù, ma tuttavia esso non è il punto focale della trama, che rimane comunque Django, moderno Sigfrido, e la ricerca della sua Broomhilda, da cui è stato forzatamente separato.
L'uso della forza, come nella mitologia nordica, è necessaria all'impresa.
Sebbene la schiavitù sia ritratta, giustamente, come spregevole condizione, è solo un pretesto per giusticare la consueta bella dose di ironica violenza 'tarantiniana', specialmente nel pirotecnico finale.
Nel film, un bianco non è cattivo solo perché è 'bianco' (Shultz insegna), così come un nero non è buono solo perché scuro di pelle (e Stephen insegna).
Nel 1858, il termine 'nigger' (o 'nigga', in slang), in Italia tradotto malamente col temine 'negro', non era considerato offensivo per la gente di colore.
Era semplicemente un termine per indicare un afroamericano, e di per sé non aveva accezioni negative a prescindere, anche perché l'etimologia della parola deriva proprio da 'negro', mutuato sia dallo spagnolo, dal portoghese e dall'italiano, che a loro volta lo hanno ereditato dal latino 'niger' ('nero', per appunto).
Il termine cominciò a diventare politicamente scorretto verso la fine degli anni '60 del 1900, in contemporanea dell'avanzamento della protesta delle popolazioni afroamericane negli USA, che portarono il Governo centrale ad abolire le ultime forme di discriminazione razziale.
Al termine si preferì l'aggettivo 'black', oppure 'colored' (poi divenuto anch'esso politicamente scorretto), od anche 'african-american'.
In Italia, Paese millenario in cui sono confluite e mischiate da secoli innumerevoli razze e popolazioni, e che storicamente ha prestato sempre poca importanza al 'politicamente corretto' (ed al colore della pelle in generale) la parola negro, che anche in italiano standard vorrebbe dire semplicemente 'scuro' o 'nero', restò d'uso comune, senza accezzioni offensive, fino alla fine degli anni '80 circa.
Per via di una discutibile modalità di traduzione delle pellicole di Hollywood arrivate nel Belpaese, dove il termine 'nigger' venne tradotto generalmente con 'negro', anche qui da noi si cominciò a considerare la parola come offensiva, quando in realtà non lo era, (e non lo sarebbe ancora) minimamente.
Complice anche una pressante azione dei mass media, spesso ben poco acculturati, e di una certa incuranza della popolazione italiana a conservare e a difendere termini ed usi della propria lingua, il termine negro è ora considerato offensivo, ed il suo uso potrebbe essere passibile di azione penale, se connessa ad intento chiaramente denigratorio.
Cosa che invece non è avvenuta, ad esempio, nella lingua spagnola, dove il temine ancora viene correntemente usato per definire il colore 'nero'.
Nel 1858 quindi, al tempo in cui è ambientata la vicenda del film, il termine di per sé non era dispregiativo; dispregiativa era invece, e nei fatti e nella sostanza, la schiavitù stessa e la condizione a volte vergognosa in cui i negrieri tenevano i propri schiavi.
Il film è un vero e proprio spaghetti western, e tale deve essere considerato: è divertente da vedere, come ogni film di Tarantino, ed è solo un pretesto per l'ennesima dose di grottesca violenza 'tarantiniana'.
Sebbene praticamente ad ogni suo film la critica tenti costantemente di politicizzare il lavoro di Tarantino, il regista ha sempre dichiarato che ogni sua opera è solamente per puro intrattenimeno, e quindi lo spettatore dovrebbe solamente lasciarsi intrattenere, senza secondi fini.
Django scatenato
Nel 1858, pochi anni prima della sanguinosa guerra di secessione americana, il Dott. King Shultz (Christoph Waltz), medico dentista che viaggia per il sud degli Stati Uniti col suo buffo carro, intercetta un gruppo di schiavi neri di proprietà dei fratelli Speck.
Tra gli schiavi, incatenati e tenuti in condizioni pietose, vi è un giovane chiamato Django (Jamie Foxx), a cui il dentista sembra molto interessato.
Shultz tenta di comperare Django, ma i fratelli Speck nicchiano, così il medico tedesco è costretto ad aprire il fuoco; uno dei due fratelli morirà per il piombo di Shultz, mentre l'altro finirà a terra, gravemente azzoppato.
Dopo aver estorto l'atto di compravendita dello schiavo, Shultz libera Django assieme a tutti gli altri schiavi, lasciando il fratello Speck ferito in balia della ferocia e della vendetta di quest'ultimi.
Il motivo per cui Shultz ha comperato Django si palesa molto presto: il realtà , il tedesco ha abbandonato la professione di odontoiatra da svariati anni, dedicandosi con profitto all'attività di cacciatore di taglie.
Vuole che Django gli indichi i suoi prossimi ricercati, ovvero i fratelli Brittle, che il giovane schiavo conosce molto bene, venendo da una piantagione dove essi lavoravano (e torturavano).
In cambio dell'informazione, necessaria in quanto Shultz non conosce i Brittle e non ci sono a disposizione manifesti con le loro foto, il medico darà la libertà a Django, oltre che una percentuale sulla taglia.
E così infatti succede: con uno stratagemma, Shultz e Django uccidono i fratelli Brittle ed il tedesco, come promesso, libera Django, che adotta il cognome "Freeman".
C'è un negro a cavallo!
Notata l'abilità non comune di pistolero di Django e preso a cuore il ragazzo, Shultz propone a quest'ultimo un affare: se lavorerà con lui per tutto l'inverno, gli darà la percentuale sui ricercati che uccideranno e, all'avvento della primavera, lo accompagnerà personalmente in Mississippi, dove potrà cercare di rintracciare sua moglie Broomhilda (Kerry Washington), da cui è stato separato tempo prima.
Dopo un lungo inverno in cui i due bounty killer si fanno un bel gruzzolo accoppando un bel po' di ricercati, all'anagrafe degli schiavi del Mississippi scoprono che Broomhilda è stata venduta per 300 dollari a Calvin Candie (Leonardo Di Caprio), proprietario della quarta piantagione più grande dello Stato, ovvero la famigerata Candyland.
Il recupero della ragazza quindi si complica: Shultz ritene, giustamente, che un uomo così ricco e potente come Calvin Candie non si scomoderebbe mai per la vendita di una schiava da soli 300 dollari, e propone quindi a Django di giocare d'astuzia con un piano alternativo, dall'azzardata riuscita.
Keeps the varmints on the run, boy!
Così, Shultz mette in piedi una gigantesca pantomima, spacciandosi per un eccentrico e danaroso medico tedesco desideroso di entrare nel violento business dei combattimenti di neri, chiamati mandingo.
L'obiettivo è semplice: attirare l'attenzione di Calvin Candie fingendo di voler comperare, per molte migliaria di dollari, uno dei suoi lottatori negri; l'obiettivo finale invece sarà Brommhilda, che Shultz fingerà di voler comperare per sé stesso, in quanto in grado di 'dilettarlo' e, cosa che risulterà decisiva, in grando anche di parlare tedesco, la sua lingua madre.
Django si spaccia così per un esperto di combattimento tra mandingo, ed insieme a Shultz abborda Calvin Candie, fingendo di essere il consigliere del tedesco, per comperare un vero lottatore di razza, da portare in giro per l'America a far combattere per spettacolo, chiamandolo 'l'Ercole nero'.
La proposta che fanno a Candie per acquistare uno dei suoi lottatori è 'ridicola': 12.0000 dollari americani, che per il periodo storico in cui è ambientata la vicenda, sono davvero una quantità enorme di soldi.
La D è muta.
L'avido Candie, quindi, interessato all'affare, invita entrambi nella sua piantagione di Candyland, dove potranno scegliersi il negro combattente preferito.
Arrivati a Candyland, vengono accolti dal capo della servitù di Candie, ovvero il furbissimo e scaltro Stephen (Samuel L. Jackson).
Con un ingegnoso stratagemma, Shultz convince Candie a farsi fare un po' di 'compagnia particolare' dalla sua schiava che parla tedesco, ovvero Broomhilda.
Nella sua stanza, Shultz rivelerà a Broomhilda il vero motivo della sua venuta, ovverosia la sua liberazione, e Django potrà finalmente ricongiungersi a lei.
La sera stessa, a tavola, Shultz e Candie discutono dei negri combattenti che hanno visionato, ed il medico propone a Candie di comperarne uno per la pattuita cifra di 12.000 dollari.
Buttandola là , e prendendo qualche giorno di tempo per recuperare la somma di denaro e le necessarie visite mediche effettuate da un medico di sua fiducia, Shultz propone a Candie di comperare anche, per poca spesa, la tanto da lui apprezzata Broomhilda, che fa credere essere la sua nuova fiamma nera.
Candie, abboccando alla pantomima, accetta senza riserve, e pattuiscono che, entro cinque giorni, il tedesco sarebbe tornato con il suo legale, i soldi ed il medico per prendere definitivamente "Eschimo Joe", ovvero il lottatore mandingo.
Nel frattempo, Broomhilda sarebbe subito stata comperata da Shultz e sarebbe partita con lui per accompagnarlo.
Un piano geniale, a cui Candie avrebbe acconsensito senza remore, se non fosse intervenuto il furbissimo Stephen che, mangiata la foglia, avverte Candie della truffa in atto.
La situazione in brevissimo precipita: Candie dimostra tutta la sua crudeltà e ferocia verso i suoi ospiti, e obbliga Shultz e Django a pagare Broomhilda ben 12.000 dollari, ovvero la somma da loro pattuita per Eschimo Joe.
I due sono costretti ad accettare, ma a transazione conclusa, quando Candie propone di stringere la mano di Shultz, questi non resiste e gli spara, uccidendolo sul momento.
Il tedesco a sua volta rimarrà ucciso di rimando, lasciando Django solo a vedersela con molti uomini armati.
Ne consegue una tremenda sparatoria tra gli uomini di Candie e Django, che volge a sfavore di quest'ultimo.
Imprigionato, è spedito in un'orribile miniera, dove lavorerà fino alla fine dei suoi giorni.
Nel tragitto sul carro dei prigionieri, però, Django riesce a confondere gli ingenui carcerieri, dimostrando che è effettivamente un cacciatore di taglie, e che la colpa della morte di Candie è da imputarsi ad un gruppo di criminali che la stanno per far franca.
Fattosi liberare ed sbarazzatosi dei tonti, Django torna a Candyland, dove fa secchi quasi tutti gli uomini di Candie, e libera Broomhilda.
Il finale è pirotecnico: Django ammazza i restanti scagnozzi di Candie, ed accoppa pure la sorella che era sopravvissuta al massacro.
Un trattamento speciale lo riserva al cattivissimo Stephen: l'odioso capo della servitù e mentore di Candie viene gambizzato, e poi fatto esplodere con tutta la casa padronale.
Sulle note di "Lo chiamavano Trinità ", Django e Broomhilda, finalmente liberi, possono andare via assieme, verso un nuovo futuro.
Le pistole più veloci del west
Dott. King Schultz
Medico odontoiatra tedesco che viaggia su e giù per gli Stati Uniti sul suo buffo carro da dentista.
In realtà , il buon dottore ha cessato l'attività medica da svariato tempo, per iniziare una molto più redditizia professione di 'bounty hunter'.
In cerca dei ricercati fratelli Brittle, di cui purtroppo non ha nessun riferimento visivo,
recluterà il giovane schiavo Django, comprandolo (si fa per dire, visto che li accoppa) dai negrieri fratelli Smith.
Offrirà al ragazzo la libertà , e dopo un inverno passato assieme a ricercare ed ammazzare criminali ricercati, si offrirà di aiutare il suo nuovo collega nel difficile tentativo di liberare sua moglie Broomhilda dalla terribile piantagione di Calvin Candie.
Elabora un furbo ed ingegnoso piano per riuscire nell'impresa, ma viene purtroppo sgamato dal sospettosto Stephen, che manda a monte il tutto e innesca una serie di circostanze sfortunate che porteranno Schultz ad ammazzare l'arrogante Candie, e venire però a sua volta accoppato.
Django Freeman
Giovane schiavo che viene, suo malgrado, reclutato dal buon dottor Schultz per ricercare ed accoppare i ricercati fratelli Brittle, che il ragazzo ben conosce.
Liberato dal medico tedesco, accetta di diventare suo partner di caccia, diventando anche lui un 'bounty hunter'.
Si dimostra subito incredibilmente bravo e veloce con le armi da fuoco, tanto da farsi definire da Schultz 'la pistola più veloce del sud'.
Sposato con la bella Broomhilda, da cui è stato separato tempo prima, ha un solo obiettivo nella testa: ritrovarla e liberarla.
VerrÃ
in questo aiutato da Schultz, con un piano ben architettato che però finirà malissimo sia per il dottore che per Django, costretto ad arrendersi agli uomini di Candie.
Grazie alla sua furbizia, comunque, il pistolero riuscirà a liberarsi per l'ennesima volta, facendo una strage dei suoi aguzzini e distruggendo Candyland, dopo aver finalmente liberato la sua Broomhilda.
Sviluppo e produzione
Tarantino è sempre stato un grandissimo fan di Sergio Leone e, in generale, di tutto il genere dello spaghetti western.
Il suo sogno, mai celato nel corso degli anni, era quello di girarne anche lui uno, e dopo tanti anni la scelta cadde su un remake 'a modo suo' del film cult di Sergio Corbucci, ovvero il famoso "Django" del 1966.
Il film però condivide con l'originale solo il nome, l'estrema violenza e poco altro: la trama è solo lontanamente ispirata al primo film, mentre tutto il resto è creazione originale del regista di Knoxville.
Scritturato un cast stellare, con Leonardo Di Caprio, Jamie Foxx, Christoph Waltz e l'onnipresente Samuel L. Jackson, ne esce un film da apoteosi, degno erede della miglior pellicola di Leone: un girato incredibilmente divertente da guardare, con personaggi quanto mai ispirati, azione frenetica ed una meravigliosa colonna sonora, con storiche tracce prese dai grandi successi del passato e nuovi bravi composti per l'occasione.
Per la prima volta nella sua vita, Tarantino convinse anche il suo mito Ennio Morricone a comporre una traccia esclusivamente per una delle sue opere: il connubio, vincente, continuerà anche qualche anno dopo, con l'uscita di un altro spaghetti western, "The Hateful eight".
Richiami e marchio di fabbrica
Come da buona tradizione 'tarantiniana', l'opera è inzuppata di omaggi, citazioni e richiami ad altre pellicole, a cominciare dal titolo.
L'originale "Django" è uno dei film prediletti di Tarantino, che ha preso anche la colonna sonora pari-pari dalla pellicola di Sergio Corbucci: la potentissima traccia principale, cantata da Rocky Roberts, dopo 50 anni si dimostra sempre un capolavoro senza tempo, e si adatta magnificamente anche al remake.
Continuando a parlare di colonna sonora, mai come in questo caso azzeccata, l'epico finale fa partire una canzone leggendaria: la colonna sonora di "Lo chiamavano Trinità " è un tuffo al cuore per tutti i fan di Bud Spencer e Terence Hill e del loro indimenticato western di enorme successo.
Tra i camei ed i richiami a profusione presenti in tutta l'opera, memorabile e da apoteosi è quello che fa Franco Nero, il Django originale, in un breve dialogo con Jamie Foxx.
Accoglienza
Il film fu un successo planetario, il più grande di Tarantino fino a quel momento.
Maggiore anche del gigantesco "Kill Bill", il film incassò al box office complessivamente 425 milioni di dollari, consacrandolo quindi come maggior incasso per un film girato da Quentin.
Vinse due Oscar, come migliore sceneggiatura originale e come migliore attore non protagonista (Christoph Waltz).
Dopo quasi 20 anni da "Pulp Fiction", quindi, Tarantino riuscì a portare a casa un altro Oscar, sempre per la migliore sceneggiatura.
Il film fu apprezzato da critica e pubblico, anche se alcuni mossero alcune osservanze sull'accuratezza generale.
In particolar modo, della faccenda delle battaglie clandestine tra 'gladiatori neri' non ve n'è ufficialmente alcuna traccia in nessun documento dell'epoca.
Sebbene Tarantino abbia dichiarato che, per quello che ne sapeva lui, queste cose succedevano, l'effettiva realtà delle cose sembrerebbe decisamente poco probabile: al tempo, gli schiavi erano un valore, e costavano molto denaro, specialmente quelli particolarmente utili, dotati di capacità o abilità particolari (non dissimilmente da ciò che avveniva nella Roma antica).
Rischiarne la vita nei combattimenti sarebbe stata una grossa perdita economica, di nessun vantaggio pratico per i negrieri o proprietari delle piantagioni.
Anche la visione totale della schiavitù presentata da Tarantino è stata oggetto di discussioni.
Effettivamente, sebbene una pratica ovviamente spregevole, nella realtà è abbastanza improbabile che gli schiavi neri venissero effettivamente trattati con così tanta violenza; non per motivi etici o compassionevoli, ma anche qui per motivi pratici: una buona servitù in salute era a tutto vantaggio del padrone e della rendita economica totale della piantagione.
Anche qui, comunque, vale sempre il solito discorso: il film è di puro intrattenimento, e non vuole essere storicamente accurato o di qualsivoglia valore storico.
Riferimenti ad altri film di Tarantino
Essendo ambientato nell'800, "Django Unchained" non ha riferimenti diretti agli altri film girati da Tarantino.
Tuttavia, è possibile vedere un manifesto della fittizia marca di tabacco "Red Apple", presente in quasi tutte le pellicole di Tarantino.
Omaggi e referenze popolari
Essendo il film più visto e di maggior guadagno della storia di Tarantino, Django è in breve diventato un fenomeno di Internet.
Parodie e citazioni dirette dell'opera si sprecano, soprattutto sul personaggio interpretato da Leonardo Di Caprio, ovvero Calvin Candie.