Assassinio sul Tevere
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Paese di produzione: Italia
Anno: 1979
Durata: 98 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: poliziesco
Regia: Bruno Corbucci
Soggetto: Mario Amendola, Bruno Corbucci
Sceneggiatura: Mario Amendola, Bruno Corbucci
Produttore: Galliano Juso
Fotografia: Giovanni Ciarlo
Montaggio: Daniele Alabiso Musiche Carlo Rustichelli
Scenografia: Claudio Cinini
Interpreti e personaggi
Tomás Milián: Nico Giraldi
Marina Lante della Rovere: Eleonora Ruffini
Angelo Pellegrino: Canuti
Roberta Manfredi: Angela Santi
Bombolo: Venticello
Maurizio Gueli: Bonardi
Marino Masé: Nardelli
Enzo Liberti: Er Pinna
Enrico Luzi: ingegner Moretti
Alberto Farnese: Manfredo Ruffini
Massimo Vanni: brigadiere Gargiulo
Sergio Sinceri: Amedeo Secchi
John P. Dulaney: Ballarin
Renato Mori: commissario Galbiati
Marcello Martana: vicecommissario Trentini
Mario Donatone: Sabatucci
Leo Gavero: deputato Laurenzi
Ennio Antonelli: custode dell'obitorio
Veriano Ginesi: Rincojo
Nello Pazzafini: fratello di Sergio Proietti
Jimmy il Fenomeno: spettatore
Doppiatori italiani
Ferruccio Amendola: Nico Giraldi
Vittoria Febbi: Eleonora Ruffini
Emanuela Rossi: Angela Santi
Sergio Fiorentini: Sabatucci
Gianni Marzocchi: Nardelli
Luciano De Ambrosis: Bonardi
Massimo Giuliani: Amedeo Secchi
Piero Tiberi: brigadiere Gargiulo
Mario Milita: Rincojo
Mario Lombardini: vicecommissario Trentini
Vo' 'na banana, signo'? 'N pezzo? 'Na punta?
Trama
Roma, fine degli anni '70.
In un vecchio barcone adibito a stabilimento balneare si tiene una riunione dell'associazione "Famiglia Tiberina", formata da da sette amici: 'er Pinna', il proprietario dello stabilimento, l'antiquario Bonardi, il deputato Laurenzi, il manager pugilistico Sabatucci, l'impresario Nardelli, l'ingegnere dell'ENEL Moretti e Ruffini, un imprenditore con grossi interessi nel settore edilizio.
La riunione della "Famiglia Tiberina"
Durante la riunione, viene però a mancare per un breve periodo la corrente elettrica: al ritorno della luce, si scopre che il Ruffini è stato brutalmente pugnalato alle spalle, con un colpo tanto secco e potente da ammazzarlo senza neppure un gemito.
Dell'omicidio viene incarcerato in stato di fermo però solo il Pinna, in quanto
l'unico con un movente valido per accoppare il Ruffini: una certa quantità di cambiali firmate dal Pinna a beneficio della vittima, per una grande quantità di denaro che costituisce motivo più che valido per un delitto.
Il Ruffini accoltellato
Ad indagare sull'omicidio c'è il maresciallo Nicola 'Nico' Giraldi (Tomás Milián), amico di lunga data del Pinna e fermamente convinto che quest'ultimo sia innocente.
Dopo avere inutilmente investigato sul 'Batteria', un ladro specializzato nel sabotare gli impianti elettrici, Giraldi si mette ad investigare sui soci della "Famiglia Tiberina" sopravvissuti alla notte di sangue, non disdegnando neppure qualche intervista alla moglie del Ruffini, la bella Eleonora (Marina Lante della Rovere).
Il maresciallo Nico Giraldi, incaricato di far luce sull'omicidio del Ruffini
Come primo interrogatorio, Nico si reca dall'ingegner Moretti, alto dirigente dell'ENEL in odore di importante promozione, ma nonostante il Ruffini avesse avuto una relazione con la di lui moglie - abbastanza fedifraga un po' con chiunque - gli indizi non sembrano condannarlo.
Dopo essere scampato ad un tentativo di omicidio, Nico si reca dall'Onorevole Laurenzi, ma il deputato, che sta già meditando la fuga dal paese verso la Grecia, alla vista del poliziotto scappa.
Nico all'inseguimento dell'Onorevole Laurenzi
Nico sarà quindi costretto a rincorrerlo addirittura a cavallo, ma grazie alla sua immunità parlamentare ed al procuratore che cura le indagini fin troppo severo, anche questa pista si rivelerà infruttuosa.
Dopo aver deposto a favore del ladruncolo Franco Bertarelli detto 'Venticello' (Bombolo), che ad inizio film aveva colto in flagrante ed arrestato per truffa, Nico si fa portare da questi nella palestra di Sabatucci, e proprio lì conosce le due ex guardie del corpo di Ruffini.
La vedova del Ruffini
Uno di loro, tale Amedeo Secchi, racconta a Giraldi che una sera, qualche giorno prima del delitto, Sabatucci e Ruffini ebbero una violenta lite per un affare edile molto spregiudicato da parte del Ruffini; Sabatucci, molto adirato ed impaurito da un'eventuale indagine della magistratura sulla questione, minacciò di morte il Ruffini.
Nico interroga il Moretti
Sempre a caccia d'indizi, Nico si reca dall'antiquario Bonardi, che ha organizzato una piccola bisca di poker sul retro della sua bottega.
Conosciuto il 'Frascatano', vecchio amico per cui il padre perse la vita, Nico non riesce ad ottenere alcuna informazione da Bonardi, ed è per giunta attaccato da tre balordi, che lo aggrediscono e da cui riesce a salvarsi per miracolo.
Nico viene attaccato da tre delinquenti, che hanno il compito di sistemarlo
Contattato da Sabatucci, Nico viene a sapere che la notte della lite con Ruffini, riferita dalla guardia del corpo, era presente anche Bonardi, e che fu anzi lui a minacciare di morte la vittima.
Ma Sabatucci non fa in tempo a deporre la testimonianza ufficialmente che il suo aereo viene fatto esplodere a mezz'aria da una bomba, proprio sotto gli occhi di Nico.
Escluso dalle indagini dal fin troppo zelante procuratore Canuti, Nico rinviene anche il cadavere di Bonardi, misteriosamente impiccato nella sua bottega d'antiquario.
La situazione degenera in fretta: stanco di stare in galera da innocente, il Pinna evade, e solo l'intervento di Nico lo fa tornare a più miti consigli.
Angela, la figlia del Pinna innamorata di Nico sin da bambina
Raccontando di come effettivamente l'abbia minacciato in un attimo di rabbia per la faccenda delle cambiali, il Pinna racconta a Nico anche che l'accesa conversazione telefonica è stata molto probabilmente udita dal Nardelli; proprio lui potrebbe essere il super testimone in mano al giudice Canuti, che ha fatto propendere per l'arresto del Pinna.
Mentre Nico suggerisce all'amico di costituirsi, il maresciallo inventa un ingegnoso piano, facendosi aiutare da Venticello nel travestirsi da promettente cantante ('Nico 00'), e partecipare così ad uno dei festival per gli artisti emergenti organizzato dal Nardelli.
Venticello mascherato da monsignore durante una truffa
Il piano è attirare l'attenzione dell'indiziato e fargli confessare il suo traffico di droga, attività che faceva in combutta col Ruffini e che Nico sospetta sia stato il movente dell'omicidio.
Purtroppo però il Nardelli non casca nella trappola, ed anzi Nico viene scoperto nel suo travestimento grazie al poco opportuno intervento della gelosa Angela, la giovane e bella figlia del Pinna con cui
il maresciallo ha allacciato una relazione sentimentale.
Nico travestito da pittoresco cantante, 'Nico 00'
Portato dalla polizia in gattabuia, durante il colloquio col suo superiore, il commissario Galbiati, Nico ha l'occasione per riflettere sull'intricata matassa del delitto, arrivando d'istinto ad un'intuizione geniale.
Un particolare che all'inizio gli era sfuggito lo mette sulla strada giusta: l'omicidio del Ruffini è stato opera della moglie, in complicità con il di lei amante, la guardia del corpo Amedeo Secchi.
I due assassini, la vedova del Ruffini ed Amedeo, il suo amante
Con un'accurata ricostruzione degli eventi, Nico spiega come sono andati realmente i fatti: poco prima dell'ora del delitto, la signora Ruffini s'è fatta scortare dal suo amante a circa 400 metri dal barcone del Pinna e poi, sfruttando le sue doti di abile nuotatrice, s'è fatta trasportare dalla corrente allo stabilimento, nascondendosi in uno degli armadi-cabina che affacciavano sulla sala della riunione di suo marito con gli altri iscritti dell'associazione.
Nel mentre, il suo amante, in passato elettricista, provvedeva ad intrufolarsi nella sottostazione elettrica di zona, interrompendo la corrente esattamente all'ora convenuta.
La moglie del Ruffini appena dopo aver assassinato il marito
Ora del delitto, ovviamente: approfittando del black-out, la moglie del Ruffini accoltellava il marito sgattaiolando fuori dall'armadio, per poi rimettersi tranquilla in acqua, riattraversare il fiume e farsi venire a prendere dal suo amante, tornando a casa e preparandosi alla sceneggiata della vedova inconsolabile.
Non contento, il diabolico duo ha anche provveduto ad accoppare Sabatucci e Bonardi, nonché a tentare di far star zitto per sempre anche Nico, dapprima attentando alla sua vita alla centrale elettrica durante il suo colloquio con l'ingegner Moretti, e poi mandando i tre energumeti a pestarlo dopo il suo incontro con l'antiquario.
Nico ed Angela convolano a nozze nel cuore di Roma
Messo KO l'amante della spietata vedova Ruffini, Nico può finalmente procedere all'arresto dei veri colpevoli, liberando così il Pinna dalla galera.
Il finale è dei più classici: Nico ed Angela convolano a giuste nozze, portati in groppa da Romoletto, il cavallo bianco trovato dal maresciallo all'inizio della sua indagine.
La banda der Pirata
Maresciallo Nicola 'Nico' Giraldi
Agente di polizia della squadra speciale in passato comandata dal commissario Tozzi, ed ora affidata al commissario Galbiati.
Trentaquattrenne e scapolo, è un personaggio decisamente colorito, dai modi di fare abbastanza rustici e dalla fortissima parlata con intercalare romanesco (condita soventemente da abbondante turpliloquio), nonostante le pittoresche apparenze è uno dei poliziotti migliori di Roma.
Figlio di del 'Gratta', un truffatore morto tragicamente quando era ancora piccolo, dopo un iniziale periodo adolescenziale dedito a piccoli furti e rapine (in cui venne soprannominato 'Nico er Pirata') decise d'entrare in polizia.
Grazie al suo passato, conosce molto bene l'ambiente del piccolo crimine romano, ed usa le sue conoscenze - specie quella con Franco Bertarelli detto 'Venticello' - per ottenere sempre preziose informazioni per le sue indagini.
Amico di lunga data del 'Pinna', uno degli indiziati per l'omicidio di Ruffini, inizierà una complicata indagine nel tentativo di scagionare il suo amico, ingiustamente arrestato per il brutto accaduto.
Dopo una buona serie di peripezie e qualche parolaccia di troppo, Nico riuscirà a venire a capo dell'intricata questione, arrestando i due veri assassini del Ruffini e liberando così il suo amico Pinna.
Alla fine del film, convolerà a nozze con la giovanissima Angela, la figlia del Pinna
innamorata di lui sin da bambina.
Er Pinna
Amico di vecchia data di Nico, gestisce uno storico stabilimento balneare su un barcone ancorato al Tevere, nei pressi di Castel Sant'Angelo.
Presente alla riunione dell'associazione "Famiglia Tiberina" dove venne ucciso il Ruffini, è l'unico indagato per cui il Procuratore ha emesso un fermo (poi converitto in arresto), per via delle sue minaccie alla vittima poco prima del delitto, inerenti ad una questione di cambiali non pagate.
Verrà alla fine scagionato da ogni accusa grazie all'indagine di Nico, e parteciperà al matrimonio di sua figlia Angela col suo amico maresciallo.
Angela Santi
La giovane figlia del Pinna, che si ritroverà sola dopo l'arresto del padre.
Innamorata di Nico sin da bambina, prenderà al volo l'occasione per trasferirsi a casa sua, ed alla fine riuscirà a sedurlo e a farsi promettere in sposa.
Piuttosto sboccata proprio come il suo amato, convolerà a nozze con lui alla fine della pellicola.
Eleonora Ruffini
L'affascinante moglie di Manfredo Ruffini, la vittima morta accoltellata sul barcone del Pinna.
Donna matura ma sempre bellissima, si dimostrerà fredda e manipolatrice, esercitando il suo fascino - per proprio tornaconto - anche con il maresciallo Giraldi.
A fine film si scoprirà che l'assassina è proprio lei, in combutta col suo amante,
l'ex guardia del corpo del marito.
Per far tacere tutti i possibili testimoni del loro rapporto amoroso, i due hanno ucciso anche Bonardi e Sabatucci, tentando pure di accoppare Nico, che comunque è riuscito farla franca e ad arrestarli, dopo un'accurata ricostruzione del delitto.
Amedeo Secchi
Ex elettricista ed ex guardia del corpo di Ruffini, segretamente amante della di lui moglie.
Assieme alla fedifraga, da atto ad un sofisticato e diabolico piano per uccidere il suo principale, sfruttando le sue
conoscenze di quando lavorava come elettricista.
Falso e mentitore, manderà tre energumeni a sistemare lo scomodo maresciallo Giraldi, ma il poliziotto riuscirà a sopravvivere.
Con la vedova ruffini, accopperà anche Sabatucci e Bonardi, per eliminare qualsiasi possibile testimone della loro relazione.
Finirà arrestato da Nico, dopo una violenta colluttazione in cui avrà la peggio.
Commissario Galbati
Commissario della squadra speciale un tempo affidata a Tozzi.
Stima e rispetta Nico, anche se non tollera appieno il suo atteggiamento perennemente anticonformista.
Ciò nonostante, favorirà Nico nella sua indagine, che porterà con successo all'arresto dei colpevoli.
Vice-commissario Trentini
Il vice-commissario che affianca Galbani nell'indagine sull'omicidio di Ruffini.
In questo film il suo ruolo è marginale, ma nelle pellicole successive sarà promosso a commissario, guadagnando molta più visibilità .
Procuratore Canuti
Giudice che coordina le indagini sulla morte del Ruffini.
Piuttosto ottuso, si rivelerà fin da subito apertamente ostile a Giraldi, di cui non approva né i metodi e né la personalità decisamente colorita.
Si dovrà amaramente ricredere a fine film, quando il maresciallo risolverà brillantemente il caso.
Franco Bertarelli detto 'Venticello'
Amico d'infanzia del maresciallo Giraldi, è un simpatico ladruncolo che vive alla bene e meglio, inventandosi piccole truffe travestito da monsignore.
Viene prima arrestato e poi scagionato da Nico, ed aiuterà il poliziotto ad entrare sotto falsa identità nella palestra di Sabatucci e poi farà anche da spassoso DJ durante il festival organizzato da Nardelli.
È chiamato Venticello per via della sua petomania.
Manfredo Ruffini
Un ben poco pulito imprenditore, con le mani in pasta un po' ovunque ed importanti interessi edili, su terreni a cui Sabatucci ha fatto ottenere il permesso a costruire.
Coinvolto in molte attività - nessuna totalmente pulita - viene accoltellato sul barcone del Pinna, durante una riunione dell'associazione tiberina di cui è presidente.
La sua morte porterà alla moglie tantissimo denaro: un ottimo movente per vederlo morto.
Ingegner Moretti
Ingegnere alto dirigente dell'ENEL, amico del Ruffini e socio dell'associazione tiberina.
Presente alla riunione durante il delitto, è inizialmente sospettato da Giraldi per via della relazione clandestina della moglie con la vittima.
Il maresciallo cambierà idea non appena avrà conosciuto la signora Moretti, una donna di facilissimi costumi che ha sempre usato la sua procacità per far ottenere al marito favori e lavori.
Alla fine del caso, parteciperà anche lui al matrimonio di Nico con Angela.
Onorevole Laurenzi
Deputato alla Camera amico di Ruffini, presente anche lui al suo omicidio.
Si spaventerà molto della situazione, tanto da tentare di scappare in Grecia, additando al fatto una banale motivazione.
Inseguito ed acciuffato da Giraldi durante la sua fuga, si rivelerà alla fine estraneo all'omicidio, e parteciperà anche lui alle nozze tra Angela e Nico.
Sabatucci
Manager di una palestra sportiva e socio della "Famiglia Tiberina", anche lui era amico di Ruffini, con in quale si era messo anche in affari - ben poco puliti.
Inizialmente uno dei sospettati principali, per via di una sua furiosa lite con la vittima avvenuta una settimana circa prima dell'omicidio, si rivelerà estraneo alla vicenda, fornendo anzi indizi su Nardelli, spacciatore di droga assieme a Ruffini.
Sul punto di deporre una testimonianza a Giraldi, verrà ucciso con una bomba sul suo aereo monoposto.
Bonardi
Antiquario dal giro d'affari ben poco alla luce del sole, amico del Ruffini ed anche lui membro della "Famiglia Tiberina".
Presente sulla scena del delitto, Giraldi scoprirà , dalle testimonianze dei suoi amici, che il Ruffini gli ha venduto un Caravaggio falso.
Si rivelerà estraneo all'omicidio, ma purtroppo sarà sistemato definitivamente dalla vedova Ruffini col suo amante, in quanto conoscitore della loro relazione clandestina.
Nardelli
Impresario musicale, socio della "Famiglia Tiberina" e presente accanto a Ruffini la sera del delitto.
Con la sua testimonianza incastra il Pinna, colpevole di aver minacciato telefonicamente la vittima poco prima dell'omicidio.
Anche lui impreditore poco trasparente, gestiva un giro di droga col Ruffini, ma si rivelerà innocente del suo omicidio.
Sviluppo e produzione
Con questo film, Bruno Corbucci da una svolta decisa alla saga del suo personaggio, il maresciallo Nico Giraldi, iniziando la fortunatissima serie dei 'delitti'.
Il periodo vede il cinema di genere poliziottesco ormai avviato verso il suo naturale declino, e Corbucci è lesto a cambiare immediatamente le carte in tavola: c'è il giallo, c'è il mistero, ci sono gli inseguimenti con le Alfa e le scazzottate ma c'è anche un Nico diventato sempre più comico e sempre meno 'poliziotto duro', come agli inizi della serie.
Tomás Milián è sempre doppiato da Ferruccio Amendola, mentre per il ruolo di Eleonora Ruffini viene scritturata Marina Lante della Rovere, all'epoca quasi quarantenne ma ancora in splendida forma.
Più contenuta, in questo episodio,
la presenza di Bombolo: il personaggio risulta sempre molto amato dagli spettatori, e nei film successivi la sua importanza nella storia sarà maggiore.
Richiami e marchio di fabbrica
"Assassinio sul Tevere" è forse l'ultimo episodio veramente 'giallo' della saga: la trama è ben congeniata, e sebbene in tutto il film siano presenti gag comiche, la pellicola ha ancora un'anima saldamente poliziesca.
L'indagine di Nico è il filo conduttore di tutto il film, e Corbucci usa con maestria la tecnica del 'falso flashback' per confondere le idee allo spettatore.
Il colpevole rimane pressoché insospettabile sino alla fine, e l'accurata ricostruzione finale del delitto da parte di Nico è plausibile e convincente.
Un ottimo giallo quindi, impreziosito da un'eccellente interpretazione corale degli attori, in cui la parte comica è solo la ciliegina sulla torta: dal film successivo in poi, l'ilarità prenderà sempre più il sopravvento, rodendo pian pian spazio alla pura indagine.