Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

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Titolo originale: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2008
Durata: 122 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: azione, avventura, fantascienza, commedia
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: George Lucas e Jeff Nathanson
Sceneggiatura: David Koepp
Produttore: Frank Marshall
Produttore esecutivo: George Lucas e Kathleen Kennedy
Casa di produzione: Lucasfilm, Paramount Pictures
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Effetti speciali: Industrial Light & Magic
Musiche: John Williams
Scenografia: Guy Hendrix Dyas
Interpreti e personaggi
Harrison Ford: Indiana Jones
Shia LaBeouf: Mutt Williams/Henry Jones III
Cate Blanchett: Irina Spalko
Ray Winstone: "Mac" George McHale
Karen Allen: Marion Ravenwood
John Hurt: Harold Oxley
Jim Broadbent: Charles Stanforth
Igor' Žižikin: Col. Dovchenko
Joel Stoffer: Ag. Taylor
Neil Flynn: Ag. Smith
Alan Dale: Gen. Ross
Doppiatori italiani
Michele Gammino: Indiana Jones
Andrea Mete: Mutt Williams/Henry Jones III
Emanuela Rossi: Irina Spalko
Francesco Pannofino: "Mac" George McHale
Chiara Salerno: Marion Ravenwood
Dario Penne: Harold Oxley
Ugo Maria Morosi: Charles Stanforth
Carlo Scipioni: Col. Dovchenko
Fabrizio Pucci: Ag. Taylor
Stefano Mondini: Ag. Smith
Carlo Reali: Gen. Ross
Da qualche parte tuo nonno se la sta ridendo...
Trama
Deserto del Nevada, Stati Uniti d'America, 1957.
In piena "Guerra Fredda", la perfida sovietica Irina Spalko (Cate Blanchett), coadiuvata dal feroce colonnello
Dovchenko (Igor' Žižikin) riesce ad infiltrarsi nel super segreto magazzino "Hangar 51", dove gli americani custodiscono materiale top secret, soprattutto oggetti ancora oscuri alla scienza, come ad esempio l'Arca dell'Alleanza vista nel primo capitolo della saga.

Il professor Henry "Indiana" Walton Jones Jr., ormai in età avanzata
Con l'uso della forza, i russi costringono un prigioniero Prof. Henry Walton "Indiana" Jones Jr. (Harrison Ford), catturato assieme al suo compagno d'avventure George "Mac" McHale (Ray Winstone) durante uno scavo in Messico.

La cattivissima Irina Spako, ricercatrice del paranormale per l'Armata Rossa di Stalin
La Spalko, con armi spianate, costringe Indiana a ritrovare una specifica cassa, nascosta in mezzo a migliaia di altre eguali, che contiene i resti di un essere apparentemente extraterrestre, a cui la russa sembra molto interessata.
Se vuoi diventare un bravo archeologo, devi uscire da questa biblioteca!
Obbligato ad aiutare la russa con un mitra puntato alla testa, Indy - che una decina d'anni prima è stato uno dei pochi ad esaminare i resti del presunto alieno - sfrutta l'attimo di meraviglia dei soldati per tentare una rocambolesca fuga, ma scopre con stupore che Mac è al soldo dei russi.

George "Mac" McHale, vecchio amico di Jones ora al soldo dei russi
L'ormai anziano professore riesce comunque a sfuggire ai militari, scontrandosi però a mani nude con Dovchenko, che riesce in qualche modo a stendere.
La fuga però l'ha portato dritto dritto in un sito di test nucleari, proprio pochi minuti prima del lancio della testata.

L'esplosione del test nucleare, con il classico 'fungo atomico'
Rifugiatosi in un frigorifero e scampato miracolosamente alla devastante esplosione, Indy viene decontaminato e sottoposto ad un durissimo interrogatorio da parte dell'FBI, che lo accusa di essere anche lui in combutta con i russi.
In pieno maccartismo e con la fobia del 'pericolo rosso' pressoché ovunque nella società americana, i federali arrivano a perquisire l'ufficio di Jones all'università , che intanto, tramite bocca del consiglio accademico, vuole l'archeologo immediatamente fuori dall'ateneo.
Perché gli hai permesso di lasciare la scuola?!?
Per difenderlo, il suo amico e preside Charles Stanforth arriva addirittura a dare le dimissioni.
Capita la bruttissima aria ed avendo intuito anche di essere in piena caccia alle streghe, Indy decide saggiamente di lasciare gli USA, con rotta verso Londra.

Henry "Mutt" Walton Jones III, vestito come Marlon Brando ne "Il Selvaggio"
Sul treno per l'aeroporto, però, Indiana riceve una strana richiesta d'aiuto da parte di un giovane motociclista di pelle vestito: è Mutt Williams (Shia LaBeouf), la cui mamma è stata recentemente rapita.
L'irruento e spaccone Mutt ha una lettera per il vecchio Indy: è stata scritta dall'amico di lunga data professor Harold Oxley, in un linguaggio appartentemente incomprensibile.
La mamma di Mutt, prima di venire rapita voleva consegnare il manoscritto ad Indiana, a suo dire unica persona in grado di decifrarla.
Erano degli archeologi...
Non ci vuole molto a capire che la donna è stata rapita dai sovietici, che ora stanno dando la caccia anche ad Indy. Ne risulta una spettacolare corsa in moto, con Mutt e l'archeologo che riescono in qualche modo a seminare i russi del KGB.

Mutt ed Indy in moto, in fuga dai russi del KGB
Intuito che c'è un legame con Nazca, Indy e Mutt si recano in Perù, solo per scoprire che il professor Oxley è impazzito, ed è stato precedentemente rinchiuso in un sanatorio, prima della sua misteriosa scomparsa.
Nella cella dov'era detenuto, Indy scopre la mappa per arrivare al cimitero dove è sepolto il conquistador Francisco de Orellana, che la leggenda vuole abbia trovato e visitato la mitica El Dorado, recuperando un misterioso e prezioso cimelio: il teschio di cristallo di Akakor.

Mutt ed Indy in nel cimitero spagnolo di Akakor
Visitato il cimitero, Indy recupera il teschio, che si dimostra subito di origini non terrestri, emettendo un fortissimo campo magnetico, oltreché capace di modificare la psiche degli esseri umani.
Purtroppo per il nostri eroi, però, ad attenderli all'uscita del cimitero c'è Dovchenko con un commando russo, capeggiato sempre dall'arcigna Spalko.

Harold Oxley, reso delirante dai poteri del teschio
Catturati e portati prigionieri all'accampamento russo, si scopre che la mamma di Mutt è Marion Ravenwood (Karen Allen), l'eroina della prima pellicola con cui Indy ha avuto una relazione ai tempi della ricerca dell'Arca dell'Alleanza.
Presente anche un ormai delirante Oxley, ossessionato dal teschio di cristallo,
si palesano i reali scopi della Spalko: la sovietica è intenzionata a carpire la reale fonte dei poteri psichici del teschio per usarli nella costruzione di un dispositivo che permetterà di plagiare la volontà degli odiati americani su preciso ordine di Stalin, per annetterli forzatamente al piano comunista.

Marion Ravenwood
Minacciando di morte Marion e Mutt, la Spalko costringe Indiana in un 'faccia a a faccia' diretto con il teschio, che rivela quindi, telepaticamente, la 'volontà ' del teschio di essere riportato al suo luogo di provenienza.
Deducendo dai vaneggiamenti di Oxley la posizione di El Dorado, Indy, Marion e lo spossato professore tentano di fuggire dall'accampamento dei russi, ma Marion ed Indiana finiscono bel belli nelle sabbie mobile (anzi: sabbie asciutte).

Indy nelle sabbie mobili
Credendo ormai che sia giunta la fine, Marion confessa al suo ex amante la verità : il vero nome di Mutt è Henry Walton Jones III, ed è proprio il figliolo dell'archeologo, la cui vera origine è stata tenuta segreta - anche a lui stesso - dalla mamma.
Salvati in extremis da Mutt, la combriccola viene poi riacciuffata dai russi dopo poco tempo.
La combriccola si mette in viaggio, sempre tenuta prigioniera dai russi, ma Mac - che si rivela essere una spia della CIA doppiogiochista - in un attimo di distrazioni dei sovietici li aiuta a fuggire, in una spettacolare fuga a bordo delle jeep per tutta la giungla.

La battaglia nella giungla
Finiti sul ciglio di un burrone, Indy ingaggia una violenta colluttazione con Dovchenko, che viene faticosamente battuto e dato in pasto ad un nugolo spaventoso di enormi formiche rosse cannibali.
Seminati i russi ed arrivati senza non pochi problemi all'ingresso di El Dorado, Indy nota come le pitture nella grotta - che poi si rivelerà essere un'enorme zigurat - raffigurino esseri non terrestri, dal cranio allungato come quello del teschio di cristallo, che insegnarono alle prime comunità umane l'agricoltura, l'irrigazione e che furono quindi da esse venerate come divinità .

I poteri del teschio sugli indigeni
Arrivati a pochi passi dall'ingresso di uno strano tempio, gli eroi sono però attaccati da una feroce banda di indigeni locali, che vengono miracolosamente fermati, prima che li accoppino, da Oxley, che mostra loro il teschio di cristallo (oggetto evidentemente ancora venerato dagli indigeni).

Le pitture raffiguranti gli alieni
Entrati nel misterioso tempio, si manifesta a loro la vera El Dorado: un enorme magazzino di antichissimi oggetti di inestimabile valore, provenienti da ogni civiltà conosciuta all'uomo.
Indy comincia quindi a sospettare che gli alieni, al suo pari, siano null'altro che archeologi.

L'ingresso di El Dorado
Nella sala principale del luogo, i nostri trovano tredici scheletri di cristallo, disposti in circolo: ad uno di loro manca il teschio, che è proprio quello che tiene in mano Oxley.
I tredici alieni si rivelano così essere un'unica e bizzarra entità , divisa nei corpi ma con una comune coscienza condivisa.

La mitica El Dorado
Arriva anche la Spalko con i russi, guidati dai segnalatori di Mac, che aveva mentito sul fatto del doppio-gioco: la russa pretende di mettere lei il teschio al suo posto, ottenendo così dagli alieni un premio: un grande dono, che la Spalko subito brama essere la conoscenza totale di tutto.
Gli alieni esaudiscono quindi il suo desiderio, infondendole tutte le informazioni che loro hanno accumulato nella loro esistenza.

I tredici alieni
Ma è una quantità enorme di sapere, che il cervello umano
evidentemente fa fatica ad assorbire tutte assieme: la Spalko quindi viene letteralmente 'bruciata' dal suo stesso desiderio di conoscenza.
La sala degli scheletri, oltre che tutto il complesso, si rivela essere un gigantesco disco volante interdimensionale, che ora che i tredici sono stati finalmente riuniti, può lasciare la Terra e ripartire.

Il vero aspetto degli alieni
I russi e l'avido Mac, attardatosi a scappare per fare incetta di preziosi, vengono risucchiati dal portale dimensionale che funge da propulsore della nave, mentre Indy, Mutt e Oxley (finalmente rinsavito) riescono a fuggire.
Tutta El Dorado, così, sparisce in un attimo, e si porta appresso tutta l'immensa conoscenza che gli esseri extraterrestri hanno - solo in parte - elargito agli uomini.

L'astronave degli alieni in partenza
Dopo poco tempo la fantastica avventura, è tempo di celebrare un matrimonio, rimandato per circa vent'anni: quello tra Marion Ravenwood e Henry Walton Jones Jr. (totalmente riaccreditato all'università ), con il loro figliolo Henry "Mutt" Walton Jones III a fare da testimone.

Il matrimonio di Indy e Marion, con il loro figliolo Mutt a far da testimone
Mentre gli sposi escono dalla chiesa celebrati dagli invitati, una folata di vento da capitare il cappello borsalino di Indy ai piedi di Mutt, che tenta di infilarselo.
Ma non è ancora il tempo del passaggio delle consegne al nuovo Jones: Indy se lo riprende, rimandando dunque la consegna del testimone.
Gli eroi

Prof. Henry Walton "Indiana" Jones Jr.
Leggenda dell'archologia ormai quasi sessantenne, scopriamo che insegna ancora all'università e che durante il secondo conflitto mondiale ha prestato servizio per l'intelligence americana.
Viene rapito dai russi, desiderosi di mettere le mani su uno dei cadaveri degli alieni in possesso del governo americano,
e per la sua amicizia con la spia George "Mac" McHale viene sottoposto ad un duro controllo dell'FBI.
Aiuterà Mutt Williams, ignorandone la paternità , a ritrovare sua madre Marion Ravenwood, rapita dai russi assieme al suo vecchio amico Oxley.
Riuscirà a trovare la mitica El Dorado, scoprendo che il realtà è un'astronave aliena.
Alla fine del film convolerà a giuste nozze con Marion, con loro figlio Mutt a fargli da testimone.

Henry Walton "Mutt" Jones III
Giovane 'tamarro' americano degli anni '50, vestito alla Marlon Brando e spaccone come Arthur Fonzarelli.
Si fa chiamare Mutt e, anche se è convinto di far per cognome Williams, il suo vero nome è Henry Walton Jones III, datosi che è il figliolo di Indy, nato dalla relazione con Marion Ravenwood ai tempi del primo capitolo della saga.
Come suo padre, ignora tutta sua vera linea di sangue
e la sua nascita non è stata mai rivelata ad Indy da Marion.
Molto legato ad Oxley, che considera un padre putativo, è lui a contattare Indiana dopo il rapimento della mamma.
Partirà con il papà in un'epica avventura, che lo porterà fino alla leggendaria El Dorado.
Piuttosto abile con la spada, ha ereditato dal padre (e dal nonno) l'inossidabile spirito battagliero dei Jones, oltre che la fobia per un particolare tipo di animale: nel suo caso, gli scorpioni.

Marion Ravenwood
Vecchia fiamma di Indy conosciuta negli anni '30, la cui relazione con l'archeologo si interruppe non proprio nel migliore dei modi.
Rimane incinta di Indiana di Mutt, a cui da il nome Henry Walton Jones III, ma senza mai rivelare la verità al padre, che rimane quindi per vent'anni all'oscuro della primogenitura.
Viene rapita dai russi assieme all'amico e padre putativo del figliono Harold Oxley, e raggiungerà anche lei la favolosa El Dorado.
Signora ormai abbastanza attempata ma ancora molto piacente, riallaccerà la relazione con Indy, rivelandogli la sua paternità e riuscendo finalmente a farsi sposare.

Harold Oxley
Vecchio amico di Indiana, come lui archeologo e come lui ex allievo di Abner Ravenwood, il papà di Marion.
È stato molto vicino a Mutt durante la fanciullezza e l'adolescenza, diventando una figura importante per il ragazzo.
Piuttosto interessato alla leggenda del teschio di cristallo, durante uno scavo ne riesce a trovare uno autentico ad Akakor, scoprendo che il manufatto non è di origiHarold Oxleyne terrestre, e che ha incredibili poteri magnetici e psichici.
Il lungo possesso del teschio, che trasmette telepaticamente solo a determinate persone, lo porterà in uno stato di semi-pazzia, finendo addirittura rinchiuso in un sanatorio in Perù.
Rapito dai russi, riuscirà a raggiungere El Dorado, dove
riacquisterà anche il senno.
Ripulito e sbarbato, assisterà al matrimonio tra Indy e Marion.
Gli artefatti presenti nel film

Il teschio di cristallo
Teschio di origine extraterrestre, ritrovato da Harold Oxley in un cimitero spagnolo di Akakor.
Il teschio è caricato magneticamente, comunica telepaticamente e riesce apparentemente a controllare anche forme di vita semplici (come le formiche).
Si scoprirà essere una parte di un essere alieno, o meglio: di tredici esseri alieni, dal corpo separato ma dalla coscienza collettiva, che hanno pazientemente aspettato il ritorno dell'ultimo di loro prima di ricongiungersi tutti in un unico essere.
Il manufatto del film è basato sulle innumerevoli sculture cominciate a circolare nel mondo a partire dal XIX secolo, tutte quante spacciate per incredibili ed antichissimi cimeli pre-colombiani ma tutte quante poi rivelatesi degli ingegnosi falsi, scolpiti da abili mani a fine '800.
Sebbene la quantità prodotta ad oggi è enorme, e tutte le opere siano poi risultate di recente produzione, il 'teschio di cristallo' è ancora considerato un argomento di 'archeologia misteriosa', anche se di misterioso le copie in circolazione abbiano ben poco.
Sviluppo e produzione

Spielberg, Ford e la Blanchett
Sebbene la sceneggiatura de "Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo" sia stata scritta subito dopo la fine de "Indiana Jones e l'ultima crociata", passarono ben diciannove anni prima che George Lucas e Steven Spielberg si decisero a girare il quarto capitolo della saga.
Le prime voci si ebbero nel 1994, contemporanee al rilascio dell'avventura grafica di enorme successo "Indiana Jones and the Fate of Atlantis", ma poi non se ne fece più nulla, anche per via di una certa reticenza di Harrison Ford, non più convinto di essere ancora idoneo al ruolo, soprattutto per via dell'età .
Differenti sceneggiature vennero proposte alla Paramount, tra cui anche un tentativo di riciclo di "Indiana Jones e il Re Scimmia", scartato nel 1988 a favore della storia con il Santo Graal.
Nel 1996 fu direttamente un operatore della LucasFilm a rilasciare la dichiarazione che la sceneggiatura era pronta ed approvata sia da Lucas, Spielberg che Ford, ma le riprese annunciante come 'imminenti' in realtà non cominciarono mai, e quindi gli anni '90 finirono senza un nuovo capitolo della saga di Indy.
Agli inizi degli anni 2000, vennero proposte di nuovo altre sceneggiature, tra cui una che avrebbe dovuto presentare il fratello cattivo di Indiana, interpretato da Kevin Costner.
Tuttavia, i lavori di vaglio delle proposte rallentarono considerevolmente, soprattutto per la grande produzione di Lucas dei prequel di "Star Wars", che fu completata solo nel 2005.
Giust'appunto nel 2005, venne chiamato Jeff Nathanson che, ultimo della folta lista di sceneggiatori, riuscì a presentare a Lucas, Spielberg e Ford una stesura finale gradita ai tre.
Dopo alcune limature di Lucas, nel 2006 la sceneggiatura era completata, e si potè partire con il casting.
Nel progetto iniziale sarebbe dovuto ritornare anche Sean Connery nei panni di Henry Walton Jones, ma dopo mesi di trattative, l'anziano attore scozzese declinò gentilmente l'offerta, e Spielberg quindi dovette riscrivere al volo parte dell'opera, facendo figurare Jones Senior come morto.
Nel corso del 2007 vennero annunciati i nomi di Shia Saide LaBeouf, Cate Blanchett, Ray Winstone e John Hurt, con Harrison Ford che seguì personalmente tutto il casting.
Le riprese del film cominciarono ad ottobre del 2007, e si dimostrarono subito molto veloci, tanto che a fine dello stesso anno furono completate senza intoppi.
Lucas e Spielberg decisero di ricorrere il meno possibile agli effetti in CGI, utilizzando - ove si poteva fare - i reali stuntman; a dispetto della sua età , Ford ha partecipato in prima persona, senza controfigure, a diverse scene abbastanza spericolate.
L'uscita del film, in contemporanea mondiale, fu il 28 maggio del 2008.
Richiami e marchio di fabbrica

Shia LeBeouf è Henry Walton "Mutt" Jones III, il figlio di Indy e Marion
Il film vede ancora una volta Harrison Ford nei panni del professore archeologo Heny Walton "Indiana" Jones Jr., ormai quasi sessantenne.
Passato il periodo degli anni '30 e passati pure i nazisti come antagonisti principali, la storia è ambiantata negli anni '50, in piena "Guerra Fredda" tra Stati Uniti e Unione Sovietica, col mondo intero diviso in pratica in due differenti fazioni, separate dalla famosa 'cortina di ferro'.
Il film vede quindi i sovietici di Stalin prendere il posto dei tedeschi di Hitler, durante uno dei tempi più restrittivi - liberalmente parlando - degli USA, ovvero quello del maccartismo.
Anche gli intrighi ed il doppiogioco (anzi, triplo) del partner di Indy, Mac, sono uno specchio
della confusione e del senso di incertezza del periodo.
La leggenda del teschio di cristallo come visto nel film si basa sulla copiosa quantità di veri teschi di cristallo, prodotti tutti a partire dall'800 in poi, e che per secoli cialtroni ed imbroglioni di ogni parte del mondo hanno spacciato per preziosi e misteriosi manufatti di leggendarie civiltà precolombiane.
Anche il mito di "El Dorado", per secoli sognato dai conquistatori spagnoli - in effetti, di oro nelle Americhe gli europei ne trovarono abbastanza - è nel film riletto come di origine extra-terrestre, essendo nientemeno che un disco volante alieno, il cui vero tesoro è la 'conoscenza' (si presume, dei misteri dell'Universo).
Una trama decisamente affascinante che, anche se con qualche intoppo e un po' troppe forzature, riesce comunque ad essere più o meno credibile... Per quanto credibile possa essere un film di Indiana Jones.
Già , Indiana Jones: l'unico ed inimitabile archeologo ormai è un anziano professore che, comunque, si caccia ancora in guai molto più grossi di lui.
Una delle cose più convincenti di tutto il film è proprio l'interpretazione dell'anziano Harrison Ford, che si cala nei canuti panni del 'suo' Indiana con un'energia encomiabile, che non ha per nulla deluso gli storici fan.
Shia LaBeouf convince moderatamente nel panni del nuovo Jones Jr.: col senno di poi la scelta si è rivelata azzeccata, anche se in molti hanno criticato la sua origine, in effetti piuttosto banale (la primogenitura a sorpresa è un po' un cliché buono per ogni occasione).
Globalmente il film è senza dubbio un buon capitolo della saga, anche se non eccelle come il primo od il terzo capitolo, si lascia comunque vedere agevolmente.
Accoglienza

Alla sua uscita, il film è stato un successo pazzesco al botteghino: circa 786 milioni di dollari incassati globalmente, a fronte dei circa 185 stanziati per il budget di produzione.
Seguendo il nuovo corso delle produzioni hollywoodiane, la pellicola ha incassato molto più dal mercato estero che quello americano.
Le recensioni della stampa furono in gran parte positive, così come presso il pubblico il film fu generalmente apprezzato.
Alcuni fan storici della saga hanno criticato in modo forse eccessivo la storia, interessante ma forse un po' troppo 'piatta' e con richiami e rimandi non sempre d'immediata comprensione, ma in linea di massima tutti hanno comunque apprezzato l'interpretazione di Ford ed il ritorno di Marion Ravenwood.
Parte della stampa ha accusato il film di una sorta di 'demonizzazione' dell'Unione Sovietica degli anni '50 - che la storia poi ha rivelato una realtà non poi così orribile come veniva percepita esternamente -
ma comunque la pellicola è in linea col duro periodo dell'epoca, in pieno maccartismo esagitato.
Sequel
Con la vendita miliardaria di LucasFilm a The Walt Disney Company avvenuta nel 2012, i diritti della saga di Indiana Jones (come anche quella di "Guerre Stellari") sono passati nelle mani della casa di Topolino e Paperino, che ne ha già pianificato lo sviluppo e lo sfruttamento.
Un nuovo episodio è attualmente in lavorazione, e la data stimata di uscita nelle sale è nel luglio del 2019.