Four Rooms
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Titolo originale: Four Rooms
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno :1995
Durata: 98 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: commedia, grottesco
Regia: Allison Anders, Alexandre Rockwell, Robert Rodríguez, Quentin Tarantino
Soggetto: Allison Anders, Alexandre Rockwell, Robert Rodríguez, Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Allison Anders, Alexandre Rockwell, Robert Rodríguez, Quentin Tarantino
Produttore: Lawrence Bender
Distribuzione per l'Italia: Warner Bros Italia
Fotografia: Phil Parmet, Guillermo Novarro, Andrzej Sekula, Rodrigo García
Montaggio: Margaret Goodspeed, Elena Maganini, Robert Rodríguez, Sally Menke
Musiche: Combustible Edison
Scenografia: Sara Andrews
Interpreti e personaggi
Tim Roth: Ted
Sammi Davis: Jazebel
Valeria Golino: Athena
Lili Taylor: Raven
Alicia Witt: Kiva
Madonna: Elspeth
Ione Skye: Eva
Jennifer Beals: Angela
Antonio Banderas: Uomo messicano
Salma Hayek: Ballerina alla tv
Lana McKissack: Sarah
Patricia Vonne: cadavere
Tamlyn Tomita: madre
Danny Verduzco: Juancho
Quentin Tarantino: Chester Rush
Marisa Tomei: Margaret
David Proval: Sigfrido
Bruce Willis: Leo
Tamlyn Tomita: Moglie
Paul Calderon: Norman
Marc Lawrence: vecchio fattorino
Doppiatori italiani
Massimo Lodolo: Ted
Paolo Buglioni: Leo
Loris Loddi: Chester Rush
Fabrizio Pucci: Uomo messicano
Fiamma Izzo: Angela
Dante Biagioni: vecchio fattorino
Tieni il cazzo nei pantaloni.
Trama
Premessa
"Four Rooms" è un film ad episodi, legati assieme dall'ambientazione, il vecchio ed (un tempo) lussuoso hotel di Los Angeles "Mon Signor" dove, la notte di San Silvestro, il neo-assunto fattorino Ted comincia il suo tragicomico servizio.
Ogni episodio è girato da un regista differente, mentre la sceneggiatura è scritta da tutti i cineasti assieme.
Tarantino gira l'ultimo episodio, in cui partecipa anche come attore.
Prologo
Nella notte di Capodanno, lo storico fattorino del vecchio hotel "Mon Signor" di Los Angeles, un tempo frequentato dalle più acclamate star di Hollywood ed ora decisamente dismesso, fa il passaggio di consegne al nuovo fattorino, il giovane inglese Ted (Tim Roth), uscito fresco fresco dalla scuola alberghiera.
Il vecchio consiglia (esplicitamente) al ragazzo di star ben lontano dagli eventuali richiami sessuali delle clienti, dopodiché lo lascia tutto solo ad occuparsi dell'albergo.
Ted non sa ancora che quella sua prima notte di servizio se la ricorderà molto probabilmente per tutto il resto della sua vita.
Suite luna di miele - Strano intruglio
Al Mon Signor arriva una sconclusionata congrega di sedicenti 'streghe', che hanno un preciso obiettivo: liberare la loro dea Diana (Amanda De Cadenet) da un maleficio occorso nella suite luna di miele circa 40 anni prima della narrazione degli eventi.
Mentre preparano il calderone con i loro intrugli, però, una di loro (Ione Skye) si ricorda di aver dimenticato un 'ingrediente' indispensabile per la riuscita del rituale: lo sperma di un uomo, che ha erronamente inghiottito prima di... Conservarlo per l'occasione!
Messe alle strette dal tempo, ovverosia una sola ora, le streghe spingeranno il povero Ted a 'sacrificarsi', ed il fattorio farà l'amore con la bella strega proprio nel calderone, riempendolo così dell'ultimo ingrediente necessario.
L'episodio finisce con Diana che emerge dal calderone, finalmente libera dalla maledizione.
Stanza 404 - L'uomo sbagliato
Ted è chiamato per portare del ghiaccio ad un party che si sta tenendo nell'hotel, ma sbaglia camera e si ritrova nella numero 404, dove una coppia di spossati si eccita ad inscenare la parte della moglie fedifraga e del marito geloso.
Il povero fattorino è così costretto dal feroce marito, pistola alla tempia, ad approcciare la moglie Angela (Jennifer Beals), sotto gli occhi psicopatici del di lei consorte.
La situazione velocemente precipita nel grottesco, ed il povero Ted riuscirà a scappare dalla folle stanza non senza aver penato le proverbiali sette camicie.
Stanza 309 - I maleducati
Un ricchissimo messicano (Antonio Banderas) e la sua bellissima moglie asiatica sono in procinto di andare a passare il veglione di capodanno all'insegna del divertimento.
Decidono quindi di lasciare i loro pargoletti in hotel, e l'uomo rifila a Ted ben 500 dollari per fargli da balia, assicurandosi che vadano a letto presto e che facciano i bravi.
Ovviamente, le due pesti si riveleranno tutto tranne che angioletti: dediti all'alcol, al fumo e ai sexy show in televisione, faranno passare a Ted una nottata infernale, arrivando anche ad incendiare la stanza... Nonché a scoprire il cadavere di una donna ammazzata infilato proprio sotto il loro letto.
Attico - L'uomo di Hollywood
Ted ormai è sull'orlo di una crisi di nervi per via della nottata da pazzi a cui l'hanno sottoposto gli ospiti del Mon Signor, e telefona alla boss per avvertirla dell'intenzione di volersi licenziare.
Ma la nottataccia di Ted non è ancora finita: come ultimo incarico, gli viene chiesto di esaudire gli strambi desideri del ricchissimo regista cinematografico Chester Rush (Quentin Tarantino) che alloggia all'attico, in compagnia dei suoi amici Leo (Bruce Willis) e Norman (Paul Calderon).
Le richieste dei tre sono quantomai curiose: una ciambella, un secchiello di ghiaccio, una mannaia, tre chiodi, dello spago, un club sandwich, una tavoletta di legno.
Arrivato all'attico con la commenda, Ted trova i tre completamente ubriachi, in compagnia della bella Angela, la moglie dello psicotico della stanza 404.
Rush, con un arzigogolato giro di parole, arriva al dunque: i tre, imbottiti di costoso champagne Crystal, vogliono fare il 'remake dal vivo' del noto film "L'uomo del sud" di Alfred Hitchcock.
Se Norman riuscirà ad accendere per dieci volte consecutive l'accendino, Chester gli darà in cambio la sua bellissima auto d'epoca; se però l'amico non riuscità nell'impresa... Beh, qualcuno dovrà tagliargli via il dito mignolo della mano.
Inutile dire che il 'qualcuno' individuato dai tre amici è proprio lo sfortunato fattorino, che si dimostra subito estremamente riluttante alla proposta.
Ma con un abile giro di parole, accompagnato da ben 1000 dollari, Chester riesce a convincere Ted.
Il finale è tragicomico: l'accendino fa cilecca alla prima botta, e Ted amputa al volo il mignolo di Norman, intascando i soldi ed andandosene fischiettando.
Mentre passano i titoli finali, i tre amici tentano in tutti i modi di salvare il dito di Norman, mettendolo sotto ghiaccio e portandolo all'ospedale, ma sono talmente ubriachi da rendere la cosa una comica.
Sviluppo e produzione
Il film in origine avrebbe dovuto chiamarsi "Five Rooms", e ai quattro registi 'giovani emergenti' del momento si sarebbe dovuto aggiungere Richard Linklater, ma questi abbandonò il progetto prima di cominciare, per precedenti impegni.
Il ruolo di Ted sarebbe dovuto andare a Steve Buscemi, ma questi rifiutò e così la scelta cadde su Tim Roth, che già aveva lavorato con Tarantino in "Le Iene" e "Pulp Fiction".
Ogni regista filma un episodio, con il suo proprio stile, e tutti gli episodi sono collegati principalmente dalla grande bravura di Tim Roth, che personifica lo stessato Ted in maniera esemplare: il fattorino è scaltro, furbo ma sfortunatissimo nella quantità enorme di spossati che dovrà servire nel Mon Signor, un hotel in cui la follia di Tarantino e Rodriguez si fa decisamente sentire (e vedere).
Richiami e marchio di fabbrica
L'opera, fortemente voluta dallo stesso Tarantino dopo i fasti di "Pulp Fiction", è una collaborazione coi giovani registi del tempo, legati da un certo concetto di cinema.
La folle lucidità di Rodriguez, che non è seconda a nessuno, si sposa alla perfezione con la regia del suo amico: gli ultimi due episodi, infatti, sono un crescendo di grottesca e surreale cinematografia coi contro-fiocchi, che guidano lo spettatore, forse un po' troppo rilassato ed annoiato dai primi due episodi, in tutta onestà non così esaltanti.
Specialmente l'episiodio diretto da Allison Anders, veramente il più fiacco di tutti, lascia molto da pensare: Tim Roth salva capra e cavoli con la sua intepretazione, ma la breve trama è veramente poca cosa (peraltro, non così divertente), e le attrici che interpretano le streghe, in cui giggioneggia Madonna, abbastanza scarse.
Più incisivo il secondo episodio diretto da Alexandre Rockwell, in cui almeno si intravede un po' più di verve e si ode un po' più di linguaggio scurrile, unito a una leggera parvenza di comicità noir.
Nulla di che, sia inteso: l'episodio rimane abbastanza scialbo, e sono solo le facce di Tim Roth a strappare qualche sorriso.
Le cose cominciano a migliorare all'arrivo di Robert Rodriguez: il socio di Tarantino si fa subito invadente, e cancella in cinque minuti tutta la noia dei primi 60.
La storia è geniale, e le due pesti figlie di Banderas veramente odiose.
Torna la scurrilità, il politicamente scorretto, l'assurda deviazione mentale di Robert in un episodio gustossissimo, che ha un unico problema: risulta troppo breve.
Il finale girato da Quentin è un simpatico 'remake' del famoso 'Uomo del sud' di Albert Hitchcock, condito con tutto il cinico sarcasmo del regista di Knoxville.
Al contrario dell'originale, qui un dito migliolo parte davvero: Tim Roth anche in questo caso eccezionale, fa sembrare la macabra gag degna delle migliori comiche degli anni '30.
Anche le scene finali in cui i tre amici, totalmente ubriachi, corrono all'ospedale trasportando il dito di Norman è ripresa volutamente a velocità accelerata, per accentuare ancora di più la comica.
Accoglienza
Il film fu un fiasco al botteghino, e non incassò neppure 5 milioni di dollari, a fronte di un budget di 4.
L'esperimento di unire registi differenti, che spesso in passato aveva dato i suoi frutti, qui non riesce: le storie sono abbastanza piatte, e non sempre divertenti.
A volte troppo goffo, quasi sempre troppo lento, manca della verve iconica di Tarantino, mentre si salva giusto Rodriguez, col suo episodio sugli odiosi marmocchi.
Un film che presto è finito nel dimenticatoio, seppure partito con alto potenziale.
Riferimenti ad altri film di Tarantino
Anche in questo film i protagonisti fumano le fittizie sigarette "Red Apple".
Inoltre nell'episodio "L'uomo di Hollywood" sono presenti buste di panino e bicchieri della finta catena di ristorazione fast-food "Big Kahuna Burger".