Le Iene
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Nome originale: The Reservoir Dogs
Paese di produzione: USA
Anno: 1992
Colore: colore
Rapporto d'aspetto: 2,35:1
Genere: Thriller, drammatico
Regia: Quentin Tarantino
Soggetto: Quentin Tarantino
Produttore: Lawrence Bender, Harvery Keitel
Fotografia: Andrzej Sekula
Montaggio: Sally Menke
Effetti speciali: Larry Fioritto
Musiche: A.A. V.V.
Scenografia: Sandy Reynold-Wasco
Interpreti e personaggi
Harvey Keitel: Mr. White/Larry Dimmick
Tim Roth: Mr. Orange/Freddy Newandyke
Steve Buscemi: Mr. Pink/Mark Nussy
Michael Madsen: Mr. Blonde/Vic "Sorriso" Vega
Chris Penn: Eddie "il Bello" Cabot
Lawrence Tierney: Joe Cabot
Quentin Tarantino: Mr. Brown/Dennis Koonstock
Edward Bunker: Mr. Blue/Roy Spafucci
Kirk Baltz: Marvin Nash
Randy Brooks: Holdaway
Doppiatori originali
Steven Wright: Dj K-Billy
Doppiatori italiani
Massimo Corvo: Mr. White/Larry Dimmick
Luca Dal Fabbro: Mr. Pink/Mark Nussy
Oreste Baldini: Mr. Orange/Freddy Newandyke
Paolo Buglioni: Mr. Blonde/Vic Vega
Massimo Rossi: Eddie "il Bello" Cabot
Dario De Grassi: Joe Cabot
Luca Biagini: Mr. Brown/Dennis Koonstock
Alberto Caneva: Marvin Nash
Pasquale Anselmo: Holdaway
Carlo Valli: Dj K-Billy
Helmut Hagen: Mr. Blue/Roy Spafucci
Premi vinti
Independent Spirit Awards 1993: miglior attore non protagonista (Steve Buscemi)
Continuerai ad abbaiare a lungo, cagnolino, o comincerai a mordere?
Trama
Nella Los Angeles di inizio anni '90, il criminale malavitoso Joe Cabot assieme al figliolo Eddie "il bello" pianifica un sofististicato, seppur brutale, colpo rapinoso ad un grossista di diamanti.
Per attuare il suo piano, recluta sei criminali professionisti, alcuni di sua personale fiducia ed alcuni invece nuove conoscenze.
La segretezza del piano malavitoso, unita all'anonimato che Cabot vuole far durare per tutta l'operazione, è ossessiva: ad oguno dei criminali viene imposto di non rivelare mai il proprio nome, e di riferirsi tra di loro con un nome di un colore (in lingua inglese): Lawrence Dimmick è Mr. White; Victor Vega è Mr. Blonde; Mark Nussy sarà Mr. Pink; Dennis Koonstock è Mr. Brown; Roy Spafucci è Mr. Blue e Freddy Newandyke è Mr. Orange.
Il gruppo, sebbene non si conosca appieno, sembra comunque ben assortito e abbastanza ben affiatato, ma ben presto le cose vireranno in una direzione tragica: la rapina finirà in un lago di sangue, con Mr. Blonde che inizierà una furiosa sparatoria con la polizia dopo un'inaspettata retata, mentre Mr. Blue rimane subito ucciso nello scontro a fuoco.
Il gruppo è così costretto a dividersi, cercando di scappare dagli sbirri: Mr. Pink, dopo una rocambolesca fuga, riesce comunque a scappare con appresso tutti i diamanti del colpo.
Mr. Brown, Mr. White e Mr. Orange fuggono a bordo di un'auto guidata dallo stesso Brown, ma la loro fuga durerà poco, perché il criminale sarà quasi subito freddato dalla polizia.
Con l'auto ormai fuori uso, Mr. White e Mr. Orange fermano un'altra vettura di passaggio, con l'intento di requisire il mezzo e scappare.
Purtroppo per loro, la donna alla guida sparerà a bruciapelo a Mr. Orange, ferendolo allo stomaco: da qui in poi, praticamente Mr. Orange passerà tutto il resto del film buttato in un angolo semplicemente a sanguinare.
Mr. White porta il suo collega ferito nel punto di ritrovo della banda, ovvero un vecchio capannone industriale, dove incontra Mr. Pink che, scampato alla retata della polizia ed avendo messo al sicuro i diamanti, rivela a White le sue perplessità sulla faccenda: la polizia è intervenuta tempestivamente, decisamente troppo tempestivamente, tanto da lasciare pensare ad una soffiata di una talpa all'interno della banda.
Arriva anche Mr. Blonde, portandosi appresso come ostaggio il poliziotto Marvin Nash.
I tre criminali, quindi, cominciano a picchiare l'agente per farsi dire chi è il presunto infiltrato del gruppo.
Il pestaggio non da i suoi frutti, ed intanto è arrivato Eddie "il bello" per recuperare sia gli uomini che i diamanti; Mr. Pink e Mr. White vanno quindi via con Eddie, lasciando soli Mr. Blonde, l'agente Nash e l'agonizzante Mr. Orange.
Qui comincia la parte più brutale di tutta la pellicola: Mr. Blonde si rivela essere uno schizzato pazzo e sadico, e abusa ferocemente dell'agente Nash, torturandolo ed arrivando a mozzargli anche un orecchio.
Ma proprio mentre il crudele malvivente sta per bruciare vivo lo sfortunato poliziotto, dopo aver cosparso di benzina, c'è il primo grande colpo di scena del film: Mr. Orange svuota l'intero caricatore addosso a Mr. Blonde, uccidendolo sul momento.
La verità sale presto a galla: Mr. Orange in realtà è l'infiltrato, ovverosia il poliziotto che ha permesso la retata durante il colpo.
I suoi colleghi stanno per irrompere nel capannone, appena Eddie e gli altri saranno tornati con la refurtiva, e quindi tranquillizza Nash sulla loro sopravvivenza.
Purtroppo però, al contrario delle speranze di Orange, la situazione degenera rapidamente: al ritorno al capannone, vedendo Mr. Blonde freddato e avendo ascoltato la spiegazione farlocca di Mr. Orange, Eddie uccide sull'istante Nash, mentre il mandante del piano, Joe Cabot, arriva ed accusa apertamente Mr. Orange di essere un infiltrato.
Mr. White, che nel frattempo si era affezionato ad Orange, tenta di difendere il collega, non credendolo realmente un poliziotto sotto copertura, e mette sotto tiro Cabot.
Mr. Pink scappa con i diamanti, rifugiandosi nel sottoscala.
L'epilogo è tragico: Cabot spara ad Orange, venendo a sua volta fatto fuori da White, che riceve di rimando un grave colpo da Eddie, non prima però di aver freddato quest'ultimo.
White ed Orange rimangono entrambi agonizzanti sul pavimento, ed il polizotto rivela infine al criminale di essere per davvero un infiltrato.
White punta la pistola sul volto di Orange, proprio un attimo prima dell'irruzione della polizia nel capannone.
A nulla vangolo le intimazioni degli agenti verso White: dopo un drammatico istante di silenzio, White spara ad Orange, per poi venire ridotto ad un colabrodo dai proiettili dei poliziotti.
Così, l'unico a salvarsi dalla mattanza alla fine si rivelerà Mr. Pink, che sarà arrestato dalla polizia all'uscita del capannone.
Sviluppo e produzione
Tarantino cominciò a scrivere la sceneggiatura di "Reservoir Dogs" alla fine degli anni '80.
Rimase in un cassetto per molti anni, fino a che non riuscì a trovare i fondi per produrre il film, granzie anche all'interessamento concreto di Harvey Keitel, uno dei primi grandi attori affermati di Hollywood che credette per primo nella potenzialità delle idee del cineasta.
Il film fu girato con un budget bassissimo, ed in sole cinque settimane: i soldi erano talmente pochi che gli attori furono addirittura costretti, per molte scene, a portarsi il loro guardaroba personale da casa.
Durante il casting, venne presa l'ipotesi di scritturare un allora semi-sconosciuto Samuel L. Jackson per la parte di Mr. Orange, ma poi la scelta ricadde su Tim Roth.
A Tarantino comunque quell'attore afroamericano piacque moltissimo, e quindi la sua candidatura, sebbene scartata, fu comunque tenuta in considerazione per altri film; diventerà nel tempo il pupillo del regista, comparendo in quasi ogni sia pellicola.
Richiami e marchio di fabbrica
L'opera segna il debutto ufficiale di Tarantino alla regia, con un soggetto originale basato su una sua vecchia sceneggiatura.
Fin da subito, il regista fa capire di che pasta è fatto: sebbene la pellicola possa essere inquadrata nel classico genere thriller-noir, la regia è frenetica, i dialoghi estremamente curati (a volte, paradossali) ed il richiamo alla violenza come intrattenimento a contorno della storia è immediatamente evidente.
Lo stile narrativo prevede l'incastro meticoloso di ogni particolare, con classico 'botto finale', stavolta però strozzato da un mancato lieto fine che avvicina la pellicola molto più al film d'autore francese di fine anni '50, che ad una produzione hollywoodiana di inizio anni '90.
La cura dei particolari, soprattutto la caratterizzazione dei personaggi, è un marchio di fabbrica di Tarantino e si vede anche da questa prima opera: sebbene Mr. Orange rimanga pressoché immobile a sanguinare per tutta la durata del film, il suo personaggio alla fine risulta incredibilmente accurato, sia come personalità che come rappresentazione.
La bravura degli attori scelti, sebbene con un così basso budget e dei tempi di recitazione veramente ristretti, è una parte essenziale per apprezzare appieno la grandiosità della prima opera di Tarantino: sembrano davvero vecchi colleghi che si ritrovano a recitare assieme dopo tanto tempo, e questo non fa altro che aumentare poi la crudezza del massacro generale che si svilupperà nella storia.
Notevole il triello finale, nella più classica tradizione dello spaghetti-western (genere amatissimo da Tarantino): uno stallo alla messicana sui generis, che comunque riesce ad uscire dal cliché e ad appassionare lo spettatore, anche se questi è pienamente consapevole che nessuno uscirà vivo da quel duello.
Accoglienza
Il film fin da subito spaccò la critica americana: c'è chi lo riteneva geniale ed innovativo, e chi troppo ridondante di violenza gratuita, ed anche troppo simile a "City on Fire", un film di produzione Hong Kong molto famoso negli USA.
In generale, però, si apprezzò lo stile decisamente spigliato di Tarantino, soprattutto nel gestire le riprese durante i dialoghi.
In Italia inizialmente il film venne distribuito col titlo di "Cani da rapina" (corrispondente all'omonimo inglese), ma fu un flop totale di spettatori.
Così la distribuzione cambiò il nome in "Le Iene" e cambiò pure l'impostazione del marketing di promozione: fu un grandissimo successo.
Riferimenti ad altri film di Tarantino
Sebbene prima opera, ne "Le Iene" sono presenti una buona quantità di riferimenti a quelle che saranno poi le opere future del regista.
La più evidente, che fa ambientare il film nello stesso universo narrativo del suo successore "Pulp Fiction" è il vero nome di Mr. Blonde, ovvero Victor Vega.
Altri non è che il fratello del gangster Vincent Vega, interpretato da John Travolta, che sarà uno dei protagonisti della seconda opera di Tarantino.
A proposito di ciò, lo stesso regista ha più volte affermato che c'era in progetto un film spin-off incentrato sui fratelli Vega, che però poi non venne mai alla luce.
Ancora, nella pellicola si parla di un'infermiera di nome Bonnie (altro personaggio che poi sarà presente in "Pulp Fiction" nell'episodio "The Bonnie Situation"), mentre viene nominato un fantomatico 'incantatore di serpenti', che sarà poi il nome in codice dello spietato killer Bill in "Kill Bill".
Omaggi e referenze popolari
Il film divenne in brevissimo tempo un cult in tutto il mondo e, assieme a "Pulp Fiction" e all'altro grande successo del decennio "Trainspotting" può essere visto come rappresentativo delle generazioni a cavallo tra gli anni '90 e 2000.
I vestiti 'da becchino' dei criminali sono diventati un marchio caratteristico non solo di Tarantino, ma di una certa cultura pop che si è espansa un po' a macchia d'olio negli anni successivi all'uscita della pellicola.
In Italia, il popolarissimo programma Mediaset "Le Iene" prende proprio il nome dal film, così come riprende l'abbigliamento degli inviati, del tutto uguale a quello di Tarantino e colleghi.
L'immagine di Micheal Madsen appoggiato al muro che sorseggia una cola è diventata iconografica per più di una generazione: con l'avvento di Internet poi, il fenomeno non si è affatto affievolito, ma anzi ha ritrovato forza nei meme.