Fantozzi
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Lingua originale: italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 1975
Durata: 98 min (versione cinematografica) - 108 min (versione estesa)
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 1,85:1
Genere: commedia, grottesco
Regia: Luciano Salce
Soggetto: Paolo Villaggio
Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Luciano Salce, Paolo Villaggio
Produttore: Giovanni Bertolucci
Casa di produzione: Rizzoli Film
Distribuzione per l'Italia: Cineriz
Fotografia: Erico Menczer
Montaggio: Amedeo Salfa
Musiche: Fabio Frizzi
Tema musicale: "La ballata di Fantozzi", di Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi (testo) e Fabio Frizzi (musica)
Scenografia: Nedo Azzini
Costumi: Orietta Nasalli-Rocca
Trucco: Gianfranco Mecacci
Interpreti e personaggi
Paolo Villaggio: Rag. Ugo Fantozzi
Liù Bosisio: Pina Fantozzi
Anna Mazzamauro: Sig.na Silvani
Gigi Reder: Rag. Renzo Filini
Giuseppe Anatrelli: Geom. Luciano Calboni
Umberto D'Orsi: On. Cav. Conte Diego Catellani
Liù Bosisio: Pina Fantozzi
Dino Emanuelli: Collega di Fantozzi
Plinio Fernando: Mariangela Fantozzi
Paolo Paoloni: Megadirettore Galattico
Elena Tricoli: Alfonsina Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare
Pietro Zardini: Rag. Fonelli
Doppiatori originali
Paolo Villaggio: Narratore
Gianni Marzocchi: Geom. Luciano Calboni
Renato Mori: On. Cav. Conte Diego Catellani
Francesca Guadagno: Mariangela Fantozzi
Giorgio Piazza: Megadirettore Galattico
Rita Savagnone: Alfonsina Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare
Al 38° "coglionazzo" e a 49 a 2 di punteggio, Fantozzi incontrò di nuovo lo sguardo di sua moglie...
Trama
Italia, metà degli anni '70 del XX secolo.
Il mostruoso 'boom' economico, mai visto in precedenza dal Paese, ha creato una nuova categoria di schiavi moderni, gli impiegati d'azienda, che vengono continuamente vessati e sfruttati dalle società per trarne il massimo profitto con la minima spesa.
In una di queste megaditte, precisamente la ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, lavora il Ragionier Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio), la matricola 7820/8 bis dell'Ufficio Sinistri: è un perdente di natura, sposato con la signora Pina (Liù Bosisio), con una figlia bruttissima, Margiangela (Plinio Fernando) che quasi non sembra umana.
Perennemente vessato sul lavoro e sottomesso sempre alla classe dirigente dell'azienda, è sparito da ben diciotto giorni, tanto che la moglie, leggermente preoccupata, decide di chiamare la megaditta per avere (rispettose) notizie del marito.
Paolo Villaggio è il Rag. Ugo Fantozzi, matricola 7820/8 bis dell'Ufficio Sinistri
Sguinzagliato un impiegato dell'Ufficio Impiegati Smarriti con un fiuto eccezionale, il povero ragioniere viene ritrovato murato vivo, nei vecchi gabinetti coperti per far posto ai nuovi ascensori.
Fantozzi può ritornare così al lavoro, con solo un leggerissimo appetito per diciotto giorni di digiuno; ma nel suo ufficio i suoi colleghi lo ignorano completamente, dimostrando così la sua totale insignificanza.
Fantozzi è innamorato ormai da tempo immemore della signorina Silvani (Anna Mazzamauro), una mediocre impiegata non poi così bella, abbastanza svogliata ed indolente sul lavoro, che sfrutta il debole che suscita in Fantozzi per costringerlo sempre a sobbarcarsi delle sue pratiche inevase.
Fantozzi tenta di prendere l'autobus al volo
Parte uno spaccato della vita del ragioniere, che ci racconta le sue terribili avventure quotidiane: per arrivare a timbrare il cartellino per tempo alle 08.30, essendo costretto dalle ataviche penurie economiche a prendere i mezzi pubblici, Fantozzi ha messo su un rituale calcolato sul filo del secondo, e che parte con la sveglia alle 07.51, ovverosia 'al limite delle possibilità umane'.
Dopo aver tentato inutilmente di prendere l'autobus al volo, lanciandosi dal balcone che si affaccia sulla famosa tangeziale est di Roma, riesce con mille peripezie a timbrare l'agognato cartellino giusto in tempo, steamazzando poi esausto al suolo.
È solo una delle tante giornate orribili che deve sopportare, in un ciclo che sembra senza fine, e che durerà fino alla sua - inarrivabile - pensione.
Fantozzi picchiato da tre energumeni
Corteggiando sempre supinamente la signorina Silvani, eletta per ben due volte consecutive "Miss IV piano", Fantozzi ha la sua occasione ottimale durante i funerali della madre del Mega Direttore Naturale Lamberti, quando con coraggio invita la Silvani a colazione da "Gigi il Troione".
Purtroppo per il ragionere, nella foga commetterà un'imprudenza alla guida, che scatenerà un diverbio con tre energumeni, che lo picchieranno e lo umilieranno proprio di fronte alla Silvani.
Avete pesce? Avete pane? E allora che vi moltiplico io?
I guai e la sfortuna proseguiranno imperterriti senza soluzione di continuità : il Rag. Renzo Filini (Gigi Reder), collega di Fantozzi con l'insana passione per l'organizzazione di eventi, ha organizzato il veglione di San Silvestro.
Il che è preoccupante, visto che Filini è particolarmente notorio per mettere su disastrose iniziative come l'annuale celebre partita di calcio scapoli contro ammogliati: giocata sempre in terreni paludosi e malsani, che riporta ogni anno feriti e azzoppati di ogni sorta.
O come le vacanze in campeggio al lago di Bracciano, finite tragicamente naufraugati con tanto di visioni mistiche.
Fantozzi e il ragionier Filini
Neppure a Natale le cose vanno meglio: durante le strenne che i dirigenti regalano ai figlioli degli impiegati, la figlia di Fantozzi, Mariangela, veramente bruttissima, è scambiata per una scimmia, e come tale è trattata, con somma tristezza del padre.
La famiglia Fantozzi al completo, pronta per Capodanno
Il tremendo Capodanno organizzato da Filini si dimostrerà , come era lecito aspettarsi, tragico: in un osceno locale caldaie, con camerieri rozzi e ben poco professionali, e con l'accompagnamento sonoro di un maestro senza scrupoli, che per farsi un'altra serata in altro loco, arriva addirittura a mettere avanti l'orologio di un'ora e mezza.
All'uscita dal veglione, alla vera mezzanotte, la Bianchina di Fantozzi viene distrutta dal lancio di una macchina del gas, concludendo così in bellezza la serata.
È un bel direttore!
L'anno nuovo porta comunque novità al lavoro: il feroce Cavalier Conte Diego Catellani viene eletto Gran Maestro dell'Ufficio Raccomandazioni e Promozioni, e diventa quindi un potente da adulare e glorificare per ottenere i famosi 'scatti di servizio'.
Grande appassionato del gioco del biliardo e con un insano affetto per la mamma, che obbliga a venerare con una statua piazzata proprio all'ingresso dei dipendenti, Catellani organizza spesso partite di stecca con i propri sottoposti, che si fanno da lui volentieri umiliare e battere per ottenere le tanto agognate promozioni.
Fantozzi gioca a biliardo con Catellani
Tra i viscidi che gli sono diventati falsamente amici c'è il geometra Luciano Calboni (Giuseppe Anatrelli), corteggiatore della Silvani e perenne umiliatore di Fantozzi.
Fantozzi che viene subito preso di mira dal Catellani che lo becca ad inveire contro la statua della madre, sulla cui quale il ragioniere prendere sempre delle craniate pazzesche nel tentativo d'inchinarsi.
Sfidato dal Conte nella sua casa per una partita a stecca, Fantozzi ha la tanto agognata possibilità di far carriera, perdendo l'incontro e ingraziandosi così il superiore.
Datosi che non sa giocare a biliardo, Fantozzi ha preso lezioni da un maestro terribilmente nottambulo e orribilmente violento, che l'ha costretto a durissime sessioni di gioco in piena notte, punendolo severamente con atroci bacchettate alle mani e facendogli addirittura mangiare i birilli 'bevuti'.
Un uomo di classe non parla mai!
La sera della disfida a biliardo, davanti a tutti i colleghi d'ufficio, Fantozzi subisce senza fiatare le tremende umiliazioni del Catellani, che lo apostrofa pesantemente mentre sta giocando, chiamandolo ripetutamente 'coglionazzo'.
Fantozzi ingoia ogni angheria senza fiatare e lasciando ben volentieri vincere il Catellani, speranzoso di ottenere anche lui la promozione sul lavoro, ma al 38° 'coglionazzo', il ragionienre incrocia lo sguardo lacrimoso della moglie, e ha un attimo d'orgoglio, che gli permettere di sfoderare giocate da vero campione, battendo sul filo di lana il suo superiore.
Indiavolato per la disfatta, Catellani è intenzionato a picchiare Fantozzi, che però prende in ostaggio la vecchia madre del feroce Conte, scappando dalla finestra.
La vicenda si concluderà con la vecchia che s'innamorerà follemente di Fantozzi, che desisterà dal chiedere il riscatto - un aereo per la Libia - per abbandonare la petulante spasimante.
Fantozzi gioca a tennis con Filini nella nebbia della prima mattinata
Avendo promesso alla signorina Silvani di dimagrire, per tentare di scroccare un'uscita romantica, e resosi conto di non essere più molto portato per gli sport estremi, Fantozzi seguirà Filini in una disastrosa partita a tennis, di mannita prestissimo e con un freddo micidiale.
I risultati si rivelano catastrofici, così Fantozzi decide di farsi ricoverare in una lussuosa - e carissima - clinica privata per dimagrimenti veloci: il posto però si palesa come una vera e propria galera, dove i pazienti vengono incarcerati come criminali e costretti al digiuno più totale, con tanto di effluvi ed aromi della pappatoria sparsi per le condutture dell'aria, in modo da torturare i poveracci.
Scoperto che il vero guadagno per l'avido direttore della clinica è la vendita clandestina di cibarie, a prezzi altissimi, Fantozzi decide d'ordinare i costosissimi 'Spaghetti alla Montecristo' - con tanto di lima per le sbarre della prigione annessa - con cui riesce finalmente a fuggire dalla clinica.
Filini fissò il campo da tennis per la domenica più rigida dell'anno, dalle sei alle sette antelucane.
Con le speranze della dieta perdute, Fantozzi si reca quindi da un noto sarto, che gli prepara il 'modello compact', un abito strettissimo e comprimente, che lo fa apparire più magro e più giovane (a patto però di non parlare e non muoversi troppo).
Può così portare la Silvani in un nuovo ristorante giapponese, il 'Sayonara', e l'acida collega si presenta con il suo cagnolino pechinese chiamato Pier Ugo.
Fantozzi con la signorina Silvani al ristorante giapponese
Purtroppo, neanche a dirlo, la serata non andrà in maniera romantica come Fantozzi spera: il ristorante è gestito con pugno di ferro dal personale che parla solo giapponese stretto, e agli avventori sono obbligati a mangiare esclusivamente con le bacchette (pena il taglio della mano) il pesce vivo, pescato direttamente nella fontana interna.
Non essendo in grado di parlare neppure una parola di giapponese, Fantozzi si fa capire malissimo dalla cameriera, ed invece che portare in cucina Pier Ugo per farlo mangiare, il povero cagnolino viene cucinato e servito alla Silvani, scatenando l'ira della padrona disperata.
La cena finirà con Fantozzi che, delirante per essere stato la causa della morte di Pier Ugo ed aver quindi rovinato la serata, si tufferà nella 'vasca delle triglie' ed andrà in delirio mistico, tentando di moltiplicare, come Gesù, il riso - in assenza di pane - ed i pesci.
Era il Mega Direttore Galattico in persona, colui che nessun impiegato al mondo era mai riuscito soltanto a vedere.
Correva anzi voce che non esistesse neppure, che non fosse un uomo, ma solo un'entità astratta.
Dopo aver ripagato la Silvani con un'intera cucciolata di costosissimi pechinesi purissimi, importati direttamente da Hong Kong, Fantozzi segue la sua collega con Calboni per la settimana bianca a Courmayeur.
Preso dalla competizione con Calboni, Fantozzi asserisce di esser stato, in passato, un nazionale azzurro di sci; questo gli verrà ricordato malignamente da Calboni ad una cena di gala a casa della Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, la figlia di una delle principali azioniste della megaditta, che Fantozzi una volta si onorò di servire riportandole alla stazione, con il treno in partenza, il suo libro giallo "L'albicocco al Curaro".
Fantozzi si perderà tra i boschi scendendo a valle con gli sci dopo la Contessa ed i usoi amici, ed arriverà al traguardo 'a rate' (letteralmente), a pelle di leone e credendo di essere il famoso comandante Nobile durante la spedizione infernale al polo nord.
Fantozzi ghiacciato a Courmayeur
Rimasto enormemente deluso dall'inizio della relazione amorosa della Silvani con Calboni, cominciata proprio in settimana bianca, Fantozzi si fa trasferire in un altro ufficio, dove incontra il giovane impiegato comunista Folagra, schifato e scansato da tutti per le sue idee decisamente progressiste, e per questo isolato dalla megaditta.
Folagra, il collega comunista di Fantozzi
Fallito nell'amore, Fantozzi trova così nella politica una nuova ragione di vita, e dopo tre mesi di letture cosidette 'maledette' (presumibilmente di estrema sinistra), vestito da perfetto giovane rivoltoso del periodo (col parka ed i 'capelli a mezzocollo'), in un impeto di rabbia per vent'anni passati schiavizzato nella ditta, rompe una finestra lanciando un mattone.
Fantozzi divenuto un contestatore comunista
Incredibilmente, invece di essere ferocemente punito, Fantozzi è invitato personalmente dal Mega Direttore Galattico - la figura leggendaria a capo della megaditta, su cui aleggiano da sempre miti e leggende - nel suo spartano e modesto ufficio.
Il Mega Direttore Galattico
Il Mega Direttore si dimostra essere un uomo estremamente comprensivo, forse anche troppo, nei confronti di Fantozzi: non solo non lo crocifigge in sala mensa, come il ragioniere temeva, ma gli offre anche la sua personale visione della società , in cui sembra anzi essere tendente al comunismo.
In realtà , è tutta solita finta facciata e sobria apparenza, che cela il vero animo senza scrupoli ed avido del Mega Direttore, non dissimile a quello di tutti i suoi feroci sottoposti; Fantozzi è comunque perdonato dal potentissimo dirigente, che anzi gli concede di essere la triglia nel suo personale 'acquario dei dipendenti'.
La gente che è umana
Rag. Ugo Fantozzi
Grassottello, servile e pauroso impiegato della megaditta ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, che serve - nel senso stretto del termine - da ormai una ventina d'anni.
È la nullità fatta persona: mediocre che più mediocre non si può, sposato infelicemente con una moglie racchia e da cui ha avuto una figlia mostruosa, vessato sul lavoro da colleghi e superiori, che non lo considerano minimamente se non per umiliarlo oppure servirsi di lui.
Perennemente innamorato della signorina Silvani, è lecchino e sottomesso per natura, anche se il suo successo nell'ottenere guadagni dal suo comportamento è alquanto scarso.
Nonostante tutte queste caratteristiche negative, comunque, Ugo è un vero e proprio 'supereroe', e con un potere impossibile da battere: è indistruttibile. Nel vero senso del termine: lo picchiano, lo tritano, lo gonfiano come un otre, gli fanno saltare via i denti e pure le dita delle mani, ma si ricompone sempre, esattamente come un cartone animato.
Il suo potere deriva dal fatto di essere, per sua stessa ammissione, 'il più grande perdente della storia', e quindi tutto quello che possono fargli, letteralmente gli rimbalza addosso: tanto ha sempre perso, e sempre perderà , e questa è, paradossalmente, una situazione di semi-immortalità , destinata a durare eternamente.
Non di meno, il suo carattere è capace anche di improvvisi scatti d'orgoglio, come quando risolleva la testa durante la partita di biliardo di Catellani, anche se poi se ne pente quasi subito dopo.
Pina Fantozzi
La devota moglie di Ugo, un (bel) po' bruttarella, e per la quale il marito si domanda tutte le mattine, senza risposta, come accidenti ha fatto, un giorno, a sposarla.
Totalmente servile e sottomessa proprio come il consorte, assieme hanno una figlia bruttissima, chiamata Mariangela.
Margiangela Fantozzi
La bruttissima figlia di Pina ed Ugo, talmente brutta che persino il papà prova ribrezzo a darle il bacino prima di andare a lavorare.
Fantozzi si vergogna terribilmente della figlia, ma ciò nonostante sarà pronto a difenderla dagli sberleffi dei dirigenti della megaditta durante le strenne natalizie, quando la scambieranno per una scimmia (la famosa 'Cita Hayworth').
Rag. Geom. Renzo Silvio Filini
Collega di Fantozzi alla megaditta e, in un certo senso, suo migliore 'amico' (anche se il termine è forse un po' troppo).
Nonostante i rapporti molto stretti, i due si danno sempre del lei.
Come Fantozzi è servile e meschino, oltreché affetto da una considerevole miopia che lo costringe a portare spesse lenti correttive.
È un infaticabile organizzatore d'eventi, che propina sempre ai suoi colleghi, in special modo a Fantozzi, e che si rivelano immancabilmente tragici, come l'annuale partita scapoli-ammogliati.
Geom. Luciano Calboni
Cinico e subdolo collega di Fantozzi, arrivista e meschino, adulatore e ruffiano, con un debole per la signorina Silvani e un'innata passione per gli sberleffi.
Ignorante ma che si da arie (immotivate), deride Fantozzi chiamandolo sempre 'puccettone', e prova gusto nell'umiliarlo di fronte a colleghi e superiori.
Finirà col fidanzarsi con la signorina Silvani dopo una tragica (per Fantozzi) vacanza a Courmayeur.
Signorina Silvani
Collega di Fantozzi, che lavora nel suo stesso ufficio (Ufficio Sinistri) della megaditta.
È una donna che ha abbondantemente superato la trentina, decisamente racchia ma di cui Fantozzi è perdutamente innamorato sin dal 1967.
La Silvani sfrutterà questa debolezza del ragioniere per appioppargli le sue pratiche da sbrigare, oltreché ottenere da lui quasiasi altro genere di favore.
Non ricambierà mai Fantozzi degnamente per tutte le sue attenzioni e anzi, al pari di tutti gli altri colleghi, lo
considererà sempre una nullità .
Adora i cani pechinesi, e ne ha uno di nome Pier Ugo, che purtroppo finirà arrostito al ristorante giapponese, per colpa di Fantozzi.
Finirà per fidanzarsi con lo scaltro Calboni, con cui convolerà a nozze nella seconda pellicola.
Cavalier Conte Diego Catellani
Dirigente arrogante e spocchioso, promosso a sorpresa alla prestigiosa direzione dell'Ufficio Raccomandazioni e Promozioni, di cui viene fatto addirittura Gran Maestro.
È un incallito giocatore di biliardo, e ha un amore morboso per l'anziana mamma, a cui ha fatto erigere addirittura una statua a grandezza naturale messa proprio all'ingresso dei dipendenti, di modo che tutti possano porgerle i saluti la mattina, entrando a lavoro.
Chi gioca con lui a biliardo (e perde) si vede immediatamente promosso di grado nella megaditta, e perciò giocare a stecca con lui, fingendo di perdere ignobilmente, è il sogno di tutti i suoi sottoposti.
Prenderà di mira Fantozzi, pensando di aver trovato un altro succube da umiliare al tavolo verde, ma non avrà calcolato che il ragioniere è un giocatore d'eccezionale bravura e che, in un attimo d'orgoglio, lo straccerà senza pietà .
Mega Direttore Galattico
Figura leggendaria avvolta da un'aura celestiale, che molti dipendenti credono addirittura non esistere veramente, tanto è mistica e rara la sua apparizione in pubblico.
Capo supremo di tutta la megaditta, apparirà alla fine del film, per convincere la 'pecorella smarrita' Fantozzi che è giusto che i sottoposti stiano nella posizione che meritano, facendosi guidare, saggiamente, dalla classe dirigente (ovverosia, i caporioni della megaditta), che altro non vuole che il loro bene.
Anche se conduce una vita apparentemente semplice e quasi monastica, con un ufficio che sembra più un confessionale francescano che uno studio di un uomo ricchissimo e potente come lui, si dimostrerà avido e senza scrupoli proprio come tutti gli altri, concedendo 'in via eccezionale' a Fantozzi di fare la triglia nel suo mitologico 'acquario dei dipendenti'.
Nuvola da impiegati
Un nembo che sembra dotato di propria volontà , e che particolarmente si accanisce su un genere di lavoratore preciso: l'impiegato.
Tale nuvola può rimanere 'sopita' anche per un lungo periodo di tempo, aspettando la giusta occasione per uscire allo scoperto, che poi concide sempre con il giorno di vacanza del suo impiegato (ogni impiegato sembrerebbe possedere una personale nuvola).
Appena l'impiegato parte per le ferie, la nuvola gli piomba adosso, anzi sopra, scatenando pioggia e maltempo.
Inutile dire che Fantozzi, ovviamente, ha la sua nuvola particolarmente agguerrita ed aggressiva.
La megaditta ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica
Multinazionale italiana potentissima e dagli affari colossali, opera in pressoché ogni settore dell'economia del Paese (forse anche oltre i confini nazionali), e ha la sua sede centrale a Roma.
Governata dal Gran Consiglio dei Dieci Assenti, con a capo il leggendario Mega Direttore Galattico, governa i suoi dipendenti con pugno di ferro e con metodi al limite della schiavitù, terrorizzandoli sempre con pressioni psicologiche e, non di rado, orribili punizioni fisiche (come ad esempio la temuta crocifissione in sala mensa).
Tutti i dirigenti sembrano essere spietati, avidi e crudeli, e la scalata lavorativa interna alla ditta parrebbe essere dettata non tanto dalla capacità e qualità produttiva, bensì dal lecchinaggio, dalle delazioni, dal ricatto e, in generale, da tutte le più bieche e sporche azioni possibili dall'uomo.
Anche gli affati dell'azienda sembrano sempre ben poco puliti, tanto che vi è anche un apposito ufficio "Bustarelle & Tangenti".
Nel primo film, troviamo Fantozzi già impiegato nella ditta da una ventina d'anni: in tutto questo tempo, non essendo in grado di comportarsi biecamente come i suoi più scaltri colleghi, è avanzato di carriera pochissimo, finendo in pianta stabile all'Ufficio Sinistri.
Nel corso della fortunata serie di "Fantozzi", vedremo la megaditta sempre gestita da orripilanti e cattivissimi dirigenti, che si alterneranno in un valzer di infinita meschinitÃ
senza soluzione di continuità .
Sviluppo e produzione
Nel 1974, sull'onda del grandissimo successo commerciale dei primi due libri della serie di "Fantozzi", Paolo Villaggio decise di trasportare il suo personaggio, che tanto l'aveva reso popolare nella letteratura del periodo, anche sulla pellicola cinematografica.
Il progetto fu considerato già nel 1971, subito dopo la pubblicazione dei primo libro, ma Villaggio aveva un certo timore di 'bruciarsi' una carta così vincente, nel caso la produzione poi non fosse stata all'altezza.
Dopo il secondo libro, anch'esso di enorme successo, l'artista genovese si decise alfine a compiere il grande passo, affidando la regia a Luciano Salce, e riservando per sé stesso il ruolo di Ugo Fantozzi.
La scelta si rivelò estremamente azzeccata: il film si rivelò un grandissimo successo di pubblico, facendo conoscere Villaggio anche sul grande schermo, ed aprendo una lunghissima serie di successi.
Fantozzi diventerà quindi un'icona del cinema italiano, e come lui tutti i suoi sciagurati comprimari: la signorina Silvani, Calboni, la Pina, Mariangela e Filini, interpretato dal grande Gigi Reder.
Negli anni '80 e '90, Paolo Villaggio produrrà tanti altri film di Fantozzi, per una saga estremamente longeva, che s'è protratta, seppur con alti e bassi, sino al 2000.
Richiami e marchio di fabbrica
Villaggio ideò il personaggio del ragionier Ugo Fantozzi quando era impiegato alla Cosider di Genova, basandosi su reali situazioni da lui stesso sperimentate, e da cui poi ha tratto lo spunto per il suo best-seller "Fantozzi" del 1971.
Il geniale artista genovese ha lavorato a stretto contatto con Luciano Salce e gli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi per tentare di trasporre al cinema una versione considerata 'accettabile' del suo libro di successo.
I risultati sono senz'altro ottimi: molte scene sono riprese pari pari dal libro, mentre altre sono state modificate, alcune anche pesantemente.
Nel libro, Fantozzi vive e lavora a Genova, mentre nel film l'intera vicenda si svolge a Roma (e tale città resterà anche nei successivi film).
Ma la differenza più grande rispetto al libro è data dal ruolo di Filini, che prende e sostituisce quello di Giandomenico Fracchia; nei libri Filini è solo uno dei tanti colleghi di Fantozzi, mentre nei film il suo ruolo diventerà chiave, andando a sostituire del tutto quello di Fracchia.
Lo stile della comicità di "Fantozzi" è palesemente 'slapstick', e quindi assomiglia di molto a quello dei cartoni animati: la battuta c'è, ma è quasi del tutto soppiantata dalla gag fisica, dando particolare enfasi alle espressioni buffe (spesso tragicomiche) degli attori.
Tale caratteristica, che durerà per tutta la lunga e fortunata serie, si discosterà quindi in maniera marcata dal genere della 'commedia all'italiana' che dominava gli anni '70, anche se un profondo richiamo satirico al mondo reale, specie quello sociale delle grandi aziende e dell'alienazione dell'impiegato medio, si fa sempre sentire.
Caratteristica di tutta la serie, ripresa dai libri, è l'uso scorretto della lingua italiana, ed in particolare del modo congiuntivo dei verbi: frasi storpiate come "Venghi?" oppure "Salghi pure" od ancora "Mi facci il piacere" sono segno distintivo della parlata sia di Fantozzi e sia della pletoria di personaggi che gli ruotano attorno, e rendono immediatamente riconoscibile ogni film della saga del ragioniere più sfortunato del mondo.
Il personaggio è divenuto talmente popolare, soprattutto come assurdità di eventi e come simbolo della sudditanza psicologica verso il potere che l'espressione 'fantozziana' è spesso usato per descrivere una situazione per l'appunto ridicola, grottesca e dagli esiti drammaticamente comici.
La "Ballata di Fantozzi"
Una grande pellicola è composta anche da una grande colonna sonora, e anche "Fantozzi" non risulta eccezione della regola.
In questo caso, l'accompagnamento sonoro è di Fabio Frizzi, ed è diventato particolarmente famoso per la sigla cantata dallo stesso Villaggio, ovverosia "La Ballata di Fantozzi".
Spezzoni storici - La partita di biliardo
Di tutti gli episodi epici del film, forse quello più famoso, divenuto ormai un vero e proprio 'cult' generazionale, è la tragica partita a biliardo tra Fantozzi e il suo superiore, il temuto Cavalier Conte Diego Catellani, terrore di tutti gli impiegati della megaditta e appassionato del gioco della stecca.
Fantozzi si presta all'umiliazione pubblica di fronte al Catellani con la speranza di ottenere la tanto agognata promozione, ma purtroppo avrà un sussulto d'orgoglio proprio sul finale della partita, e deciderà di mettere da parte l'arrivismo per sfoggiare tutta la sua bravura con biglie e birilli, stracciando il Catellani con colpi da maestro.