L'arte del tatuaggio
- Cos'è un tatuaggio
- Le origini e la storia del tatuaggio
- I tatuaggi negli antichi popoli
- La proibizione del tatuaggio
- Lombroso e la condanna del tatuaggio
- Le differenti tipologie di tatuaggio
- Stili di tatuaggio
- Cosa dice la legge italiana sul tatuaggio
- Prima del tatuaggio permanente...
- Consigli utili prima di tatuarsi
- Durante il tatuaggio permanente...
- Dopo il tatuaggio permanente...
- I nemici dei tatuaggi
- I luoghi comuni sui tatuaggi
- I rischi del tatuaggio permanente
- La rimozione dei tatuaggi
- Galleria immagini
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Se leggendo questa pagina ti vengono dubbi o hai bisogno di chiarimenti, ricordati di consultare sempre un medico prima d'intraprendere qualsiasi iniziativa personale.
Sirene, navi, ancore, marinai, rose, scritte poetiche o malinconiche, grezze macchie d'inchiostro dal pattern ritmico, oppure segni tribali d'accettazione comunitaria intesi come passaggio iniziatico: è l'arte del tatuaggio, ovverosia una delle modifiche corporali più antiche dell'essere umano.
Da millenni, l'uomo adorna il proprio corpo con pigmenti di colore sotto pelle, lì nello strato dove l'inchiostro rimane intrappolato e al contempo protetto dall'aria, con un'altissima durata negli anni.
Un tempo pratiche spesso mistiche, dal profondo significato sociale, oggi i tatuaggi sono per lo più una pura modifica estetica - di bellezza - e hanno assunto quindi significati totalmente differenti dal passato.
Popolarissimi tra ampi strati della popolazione mondiale, per secoli in occidente sono stati ostacolati (a volte, banditi totalmente) per motivazioni religiose, che sono fortunatamente venute meno con la secolarizzazione e l'apertura mentale (e comportamentale) della società.
In questa pagina troverai un po' di storia sull'arte del tatuaggio, con molte informazioni utili per la cura e la sua preservazione nel tempo: buona lettura!
Potrei anch'io fare il presidente / Ma c'ho i tattoo e qualche precedente
Cos'è un tatuaggio
Il tatuaggio è una tecnica pittorica corporale, che usa come medium pigmenti colorati di varia natura e come supporto la pelle umana.
È quindi una modificazione corporea
permamente: attraverso l'ausilio di vari utensili incisivi (principalmente aghi) si praticano piccole lesioni nella pelle, a cui viene aggiunto del pigmento colorato; lo scopo è quello di far penetrare il colore in uno dei tre strati della cute (il mediano), ossia il derma.
Il sistema immunitario degli esseri umani ha meccanismi di protezione che tentano sempre di eliminare ogni aggressione od elemento esterno spingendolo verso l'esterno, ma nel caso del tatuaggio i globuli bianchi non riescono a eliminare il pigmento perché le particelle d'inchiostro sono troppo grandi per essere espulse o assorbite.
Questo fa sì che il colore permanga a tempo indeterminato tra epidermide e ipoderma, e che quindi il tatuaggio risulti in un disegno stabile, idealmente per tutta la vita della persona che se l'è fatto eseguire.
Tuttavia, la qualità e la durata reale di un tatuaggio dipendono da molti fattori: esposizione al sole e relative adeguate protezioni ai raggi dello stesso, guarigione delle ferite, allergie ai pigmenti d'inchiostro, cura generale della pelle e relativo stato d'idratazione, ecc ecc.
Nel vasto campo dei tatuaggi, solitamente sono inclusi anche quelli non permanenti, come ad esempio i disegni realizzati con il pigmento ricavato dalla Lawsonia inermis, conosciuto con termine popolare di henné: sono tatuaggi temporanei, particolarmente diffusi in India e in medio-oriente, che colorano l'epidermide superficiale, scolorendo poi col tempo e quindi scomparendo.
Le origini e la storia del tatuaggio
L'arte tatuatoria è antichissima, praticamente quasi quanto l'Homo Sapiens: si hanno testimonianze reali di tale pratica almeno dall'età del rame (III millennio a.C.), e la famosa mummia di Similaun ritrovata nel 1991 e chiamata confidenzialmente Oetzi presenta su tutto il corpo numerosi tatuaggi (ben 61), probabilmente per finalità pseudo-mediche (marcatori dei punti utili all'agopuntura).
Tra i tatuaggi ritrovati in mummie famose del passato, particolarmente importanti sono quelli rinvenuti sopra la mummia dell'Altai, ritrovata nel 1993 sull'altopiano dell'Ukok: sul corpo ottimamente conservato dal permafrost sono rimasti impressi pregevoli e complessi disegni, che lasciano intendere come la tecnica tatuatoria fosse già molto sviluppata anche nel V secolo a.C.
Un antico tatuaggio di un maori della Nuova Zelanda
I tatuaggi negli antichi popoli
È opinione comune degli antropologi e degli archeologi che l'arte del tatuaggio si sia originata indipendentemente in tutto il mondo, dapprima come pratica sciamanica/terapeutica e poi con connotazioni sempre più profonde, di carattere religioso o sociale (comunitario).
I tatuaggi erano presenti anche nei regni dell'antico Egitto e, forse da qui, furono esportati anche a Roma: Plinio il Vecchio conosceva la pratica, e la descriveva come mezzo con cui i padroni marchiavano i propri schiavi con le loro iniziali.
La tatuatura divenne pratica abbastanza diffusa tra i soldati dell'impero, che spesso si tatuavano le iniziali dell'imperatore addosso, anche se tale pratica era scoraggiata e malvista dall'ordine costituito del tempo.
Molti gladiatori della Tracia (noti per la loro ferocia) erano tatuati, e l'arte tatuatoria rimase abbastanza popolare tra legionari, centurioni e generali fino a che Costantino, neo convertito al cristianesimo, mise al bando la pratica.
Una donna tatuata dei primi del '900
Tale proibizione fu abbastanza curiosa, datosi che proprio le prime comunità cristiane, vissute per molto tempo in clandestinità, solevano tatuarsi addosso croci ed altri simboli distintivi della loro religione.
La proibizione del tatuaggio
L'avvento del cristianesimo come religione ufficiale di Roma, ostile a qualsiasi modifica del corpo in quanto 'atto contro la perfezione voluta da dio', decretò un lunghissimo periodo d'oscuramento, in occidente, del tatuaggio: nel 787, durante il Concilio di Nicea, Papa Adriano I proibì categoricamente tale usanza, e tale divieto fu peraltro ripetuto in numerose e successive bolle papali.
Il tatuaggio sparì così dall'Europa per molti secoli, tanto che nessuna cronaca tramandata a noi ne fa traccia, e l'usanza di tatuarsi continuò in clandestinità per tutto il medioevo.
Un uomo tatuato dei primi del '900
Proprio durante il periodo di proibizione iniziarono ad essere create le prime 'icone' occidentali del tatuaggio, ancora adesso popolari presso la gente: cuori trafitti, croci, ancore, frasi (già, non è una moda moderna!), immagini sacre in generale (specie quelle rappresentanti lo Spirito Santo), teschi ed ossa incrociate con nomi dei defunti o la famosa frase 'Memento mori'.
Il tatuaggio, rimasto in clandestinità forzata per secoli, cominciò ad uscire dal proibizionismo imposto dalla religione sul finire del XIX secolo ma, complice il molto tempo passato nell'oscurantismo, verrà considerato dalla maggiorparte della gente come pratica malvista per molti decenni, relegando l'arte ai ceti sociali generalmente più poveri e meno acculturati.
Giovane donna tatuata dei primi del '900
Lombroso e la condanna del tatuaggio
A contribuire all'immagine di pratica insana, ci pensò il famoso medico Cesare Lombroso, che con il suo "L'uomo delinquente" del 1876 bollò il tatuaggio come prova inconfutabile di una degenerazione morale, segno contraddistintivo del criminale.
Ovviamente, tali teorie si rivelarono, in tempi successivi, prive di qualsiasi fondamento scientifico, ma il lavoro di Lombroso è comunque utile perché è forse la prima pubblicazione al mondo dove vengono sistematicamente catalogati tutti i tipi di tatuaggi allora conosciuti: un lavoro encomiabile, che ci permette tutt'ora di avere una visione d'insieme sulle usanze dei tatuaggi dell'epoca.
Lombroso catalogò i tatuaggi a lui conosciuti al tempo in segni d'amore (cuori, iniziali e nomi, versi di poesie, ecc ecc.), simboli di guerra (coltelli, pistole, armi in generale), animali, simboli o soggetti religiosi (croci, cristi, madonne, santi vari ecc ecc.), nonché simboli e segni legati ai mestieri (strumenti o note musicali, strumenti di lavoro in generale).
Cesare Lombroso, il padre della criminologia
Praticamente un'iconografia completa, più o meno la medesima che la gente ama tatuarsi ancora al giorno d'oggi.
Purtroppo tale lavoro del medico veronese contribuì, almeno in Italia, all'ennesima, severa censura dell'arte del tatuaggio; una censura che durerà più o meno un secolo, sparendo del tutto verso la fine degli anni '80 del 1900.
Dagli anni '90 in poi, il tatuaggio e l'arte del tatuarsi sono finalmente usciti in maniera totale dall'oscurantismo e dal bigottismo che li hanno soppressi per secoli: sono stati riconosciuti come una forma d'arte degna di ogni rispetto, considerazione e paragonata a qualsiasi altra arte visiva, la cui passione è condivisa dai più disparati strati della popolazione, a prescindere da reddito e ceto sociale.
Le differenti tipologie di tatuaggio
Nel corso dei millenni, l'essere umano ha adottato differenti tecniche per la modifica del proprio corpo attraverso la pittura.
Tutte queste tecniche sono generalmente incluse nella parola 'tatuaggio', anche se comunemente sono una è immediatamente associata al tradizionale segno indelebile sulla pelle.
Le tipologie tradizionali sono:
- Tatuaggio all'henné
Tatuaggio non permanente, eseguito tramite applicazione di una pasta pigmentata ricavata dalla Lawsonia inermis, conosciuta comunemente con il nome di henné o henna.
La henna è un arbusto spinoso della famiglia delle Lythraceae, dalle cui foglie e rami essiccati si ricava, per macinazione, una polvere verdastra, capace di pigmentare sia la pelle umana che i tessuti.
La pasta colorante ottenuta miscelando henna, acqua e succo di limone si presenta dal marrone scuro al rossastro, e si fissa sull'epidermide per lungo tempo: datosi che il corpo umano riesce a rigenerare il primo strato della cute abbastanza velocemente, il tatuaggio all'henné dura dalle due settimane ad un mese circa, per poi sparire completamente.
Il tatuaggio all'henné è una tecnica tatuatoria tradizionale del medio oriente e dell'India, dove è ancora molto diffuso soprattutto per le giovani spose; - Tatuaggio solare
Tatuaggio non permanente, ottenuto applicando sulla pelle uno stencil foto-impermeabile che riproduce un particolare disegno o pattern, coprendo in tal modo una parte dell'epidermide che sarà così protetta dai fotoni ad alta energia che vengono dal sole.
Il disegno è ottenuto per sintesi sottrattiva, ossia materialmente levando la possibilità della pelle di produrre melanina, e quindi abbronzarsi: l'effetto dissonante bianco-abbronzato costituisce le linee e le campiture del tatuaggio.
La durata del tatuaggio solare svanisce allo svanire dell'abbronzatura, oppure del distacco cromatico della parte non abbronzata; - Tatuaggio incisivo
Il tatuaggio per antonomasia, permanente: l'epidermide viene incisa con aghi, coltelli o strumenti similari, e nelle ferite viene iniettato un pigmento colorato (inchiostro), in modo che esso penetri nello strato mediano della cute, il derma.
Datosi che l'epidermide è trasparente e che il sistema immunitario umano non riesce ad espellere od assorbire molecole grandi come quelle dell'inchiostro, una volta cicatrizzate le ferite la pelle rimarrà visivamente colorata con il pigmento per un tempo intederminato.
Siccome è necessario materialmente ferire l'epidermide per immettere l'inchiostro, il tatuaggio incisivo è doloroso durante l'esecuzione, e ha bisogno di cure e tempo per guarire.
I metodi d'incisione dell'epidermide sono conosciuti all'uomo da millenni, e gli strumenti usati sono i più disparati: solitamente si utilizzano aghi o comunque utensili molto appuntiti, che vengono intinti nell'inchiostro.
Nell'arte tatuatoria moderna, si utilizzano macchinette elettriche ad aghi intercambiabili, che utilizzano un sistema di bobine elettromagnetiche per muovere linearmente una barra metallica, su cui è applicato poi un ago sterile e monouso.
Opzionalmente, sono disponibili in commercio anche macchinette rotative, alimentate da un idoneo motore elettrico, anch'esse capaci di montare aghi di differente misura e forma.
La battuta degli aghi è di circa 50 penetrazioni al secondo, e macchine più moderne rendono possibile controllare la profondità della penetrazione dell'ago, la velocità e la forza di applicazione, permettendo quindi estrema precisione da parte dell'artista tatuatore.
Stili di tatuaggio
Nel corso dei secoli, l'iconografia dei tatuaggi s'è arricchita di una quantità di segni e disegni di qualsiasi tipologia: a carattere sacro, d'amore, di accettazione o di distinzione sociale, di pura piacevolezza estetica o d'appartenenza ad un clan oppure a una specifica classe dominante.
S'è quindi creato un vasto ed articolato universo grafico, espanso in pressoché tutte le culture mondiali, che con la rinascita dell'arte tatuatoria di fine anni '80 e la sua elevazione a moda estremamente diffusa, è divenuto un gigantesco libro illustrato, per tutti i gusti e per tutte le simbologie.
I principali stili di tatuaggio attualmente praticati sono:
- Old school (tradizionale)
Tatuaggi con grafica molto semplice, dalle linee pulite, ben marcate e dall'uso massico del pigmento nero, con tratti di contorno delle figure spesso molto accentuati.
La colorazione è piatta (flat) ed i soggetti sono quelli classici classificati da Lombroso, famosi da secoli in Europa ed in America: cuori, ancore, sirene, navi, rose dei venti, ecc ecc.
Al contrario di quel che si possa pensare, i tatuaggi 'old school' non sono poi così tanto 'old': sono infatti una rivisitazione moderna dei classici dei secoli passati, eseguita con macchine e colori attuali.
L'artista tatuatore considerato il padre di questa scuola è l'americano Norman Keith Collins, conosciuto meglio con il nome d'arte di Sailor Jerry, che riprese la tradizione marinara del passato e, dagli anni '40 in poi, cominciò a tatuare con il proprio inconfondibile stile, riprendendo soggetti e disegni storici dei naviganti antichi, personalizzandoli e, di fatto, creando una sua propria composizione visiva.
I tatuaggi old school rimasero molto famosi soprattutto tra la gente di mare fino agli anni '70 del 1900, poi cadderro in un certo declino e vennero riscoperti negli anni 2000, riguadagnando molta popolarità.
I tatuaggi old school hanno ormai perso il loro significato profondo dato loro dai marinai del passato, e sono eseguiti ai giorni nostri principalmente per meri motivi estetici; - New school
Tatuaggi che esasperano al massimo quelli della vecchia scuola, riprendendone le caratteristiche principali ma fornendo soggetti e disegni quasi sempre scollegati all'ambiente marittimo.
Al posto di rose dei venti, ancore e sirene sono presenti tigri, pantere, pistole e quant'altro, con contorni ancor più marcati dei tatuaggi old school e colori sfumati e brillanti, spesso quasi fluorescenti.
È uno stile tatuatorio nato negli anni '90 e diffusosi dapprima nelle comunità criminali americane e messicane, per poi perdere ogni legame con la malavita e divenire un genere grafico come tutti gli altri; - Tribale
Genere che si rifà ai disegni a pattern astratti di molte tribù indigene del pacifico (in particolar modo della Samoa e delle Hawai), dei maori della Nuova Zelanda e dei nativi americani dell'era pre-colombiana.
Sono grafiche prettamente geometriche, dalle silhouette nette e definite, soventi riempite di nero, e spesso di grande dimensione, che seguono usualmente il corpo e la sua struttura muscolare.
Il loro significati originari sono i più disparati, e variano molto da tribù a tribù e civiltà e civiltà: accettazione sociale, appartenenza ad una particolare classe (nobili, guerrieri, sacerdoti, ecc ecc.).
Sono cominciati a divenire famosi tra le popolazioni dell'occidente in seguito alla scoperta dei nuovi territori da parte degli spagnoli e degli inglesi, ed è grazie al lavoro dell'artista americano Leo Zulueta che il 'tatuaggio tribale moderno' è divenuto un classico dell'arte tatuatoria.
Molto popolari per tutti gli anni '90 e buona parte degli anni 2000, sono tatuaggi solitamente molto vistosi, che hanno perso il loro profondo significato originario e sono diventati, come tutti gli altri generi, un mero ornamento estetico; - Realistici
Tatuaggi che, come il nome lascia intendere, riproducono fedelmente un oggetto od una persona reale.
Esattamente come gli iperrealisti della pittura, i tatuatori realistici danno molta importanza ai particolari, alle ombre ed alle sfumature, per riproporre sulla pelle un volto, un oggetto od un soggetto quanto più fedele possibile all'originale.
Spesso i lavori realizzati con tale tecnica sono sbalorditivi per la resa finale, risultando quindi di grande impatto estetico; - Cancelleresco (lettering)
Tatuaggi di scritte e frasi varie, spesso anche solo iniziali di nomi o nomi interi.
Sono tra le forme di tatuaggio più antiche, e spesso riportano frasi importanti di una persona cara, un aforisma famoso, una locuzione latina o, in tempi più recenti, una strofa di una canzone particolarmente amata e sentita; - Giapponesi (Irezumi, horimono, tebori, gaman)
Tatuaggi tipici della cultura del Giappone, che richiamano spesso i simboli cari al popolo del Sol Levante come: draghi, fiori di ciliegio, serpenti, fiori di loto, acqua, ecc ecc.
Sono tatuaggi spesso molto complessi e di grandi dimensioni, spesso legati all'appartenenza ad uno specifico clan mafioso della yakuza, anche se in occidente questo significato originario non ha valore, e lo stile giapponese è eseguito solamente per piacevolezza estetica; - Trucco permanente (dermopigmentazione medica)
Tatuaggi che hanno come scopo primario il ripristino estetico della cute dopo danneggiamenti dovuti ad interventi chirurgici, patologie dermopatiche, cure farmacologiche molto invasive, alopecie, ecc ecc.
Sono pertanto tatuaggi che non mirano alla modifica del corpo, ma bensì alla ricostruzione estetica dello stesso dando un'apparenza di normalità.
Sono esempi di tale tecnica la ricostruzione dell'area del capezzolo dopo un intevento di mastectomia (asportazione del seno), tricopigmentazione per alopecia areata, vitiligine, ecc ecc.
Nella pratica si fanno rientrare anche gli interventi di ripasso del contorno labbra e ricostruzione di ciglia e sopracciglia.
Cosa dice la legge italiana sul tatuaggio
Il tatuaggio è inteso come una modifica permamente del corpo umano che esclude però un danno all'integrità fisica della persona.
Non rientra pertanto nei divieti dell'articolo 5 del Codice Civile, ed è considerato come un mero ornamento del corpo.
L'attività quindi è interpretata come legale, purché eseguita da maggiorenni consenzienti, debitamente informati dal tatuatore degli eventuali rischi intrinsechi della pratica.
Lo studio di tatuaggi deve quindi rilasciare un consenso informato e relativa liberatoria debitamente firmata dal cliente prima di procedere alla pratica.
Resta inteso che lo studio di tatuatura (sia su strada che in un appartamento) deve rispettare tutte le norme sanitarie vigenti, avere il consenso della ASL di competenza ed essere in regola con la regolamentazione locale per le attività commerciali.
Per quanto riguarda l'uso dei colori e della percentuale di metalli in essi inclusa, l'Italia non ha attualmente una legislazione specifica, e la fonte di riferimento è di legislazione europea: la ResAP(2008) stabilisce la concentrazione massima di metalli permessa nei pigmenti dei colori per tatuaggi.
Prima del tatuaggio permanente...
Il tatuaggio è un disegno che rimarrà impresso sotto la tua epidermide per molto, molto tempo.
È quindi imperativo che, prima di procedere all'esecuzione, tu sia fermamente convinto della tua scelta, e che il tatuaggio che hai deciso di farti sia per te esteticamente piacevole e che, soprattutto, abbia un significato particolare.
Rimuovere i tatuaggi è un'operazione molto costosa, molto lunga, molto dolorosa e dagli esiti a volte non così eccezionali, quindi è assolutamente necessario essere ben sicuro, prima di tatuarti, che non cambierai poi idea in futuro.
Molto spesso ci facciamo sedurre da una bella estetica, un bel disegno o dei bei colori, ma non riusciamo ad andare oltre il lato squisitamente decorativo, e ci dimentichiamo che l'arte tatuatoria è nata con motivazioni profonde, e non meramente ornamentali.
Consigli utili prima di tatuarsi
Ecco qui di seguito alcuni consigli che ti potranno essere utili affinché tu possa decidere il tuo tatuaggio con consapevolezza, e ridurre al minimo i rischi di un futuro ripensamento:
- Scegli e progetta con cura il tuo disegno
Il tatuaggio è una modifica in primis visiva, e quindi devi necessariamente scegliere un soggetto tatuabile.
Non tutto quello che vedi stampato a carta o su video può essere riportato sulla pelle: la cute umana è un tessuto eccezionalmente elastico ed impermeabile, differente da una superficie permeabile e rigida come la carta.
Quando stai ideando il tuo tatuaggio, quindi, pensa sempre che quello che stai disegnando dovrà poi essere tatuato su pelle: evita particolari troppo piccoli o troppo ravicinati tra di loro, prediligi - a seconda del tuo genere preferito - tinte uniformi e sfumature gradienti.
Pondera bene dove devi tatuarti il disegno, e cerca di adattarlo alla parte del corpo che dovrà ospitarlo: schiena e petto sono superfici ampie, pressoché piatte e statiche, mentre gambe e braccia sono superfici tubolari ed in continuo movimento, e quindi dovresti progettare il tuo tattoo tenendo in considerazione questi fattori.
Un bel tatuaggio non è solo un bel disegno ben realizzato, è anche (e forse soprattutto) un bel disegno realizzato bene e su una posizione adatta.
Ormai i tatuaggi sono socialmente accettati senza alcun pregiudizio, ma in alcuni luoghi e per alcune posizioni potrebbe vigere ancora un certo ostruzionismo: valuta con cura quindi il posto dove vuoi realizzare il tattoo, e se pensi di poter aver problemi ad ostentarlo al lavoro, magari scegli un posto facilmente copribile dai vestiti di tutti i giorni; - Dai un significato a quello che vuoi tatuarti
L'arte del tatuaggio è nata millenni fa per motivazioni mediche, religiose e sociali: solo dalla fine del 1900 è diventata un'arte prettamente decorativa, e di questo dovresti sempre ricordartene.
Parti da questo presupposto: le cose che ti piacciono di più sono solitamente quelle che rimangono belle nel tempo.
Come la tua maglietta preferita, che continui a metterti anche piena di strappi e buchi; come i tuoi genitori, che non smetti di amare anche se invecchiano e cambiano colore dei capelli; come tua moglie, come tuo marito, come il tuo ragazzo o i tuoi figli; come l'orologio d'oro che ti ha lasciato tuo nonno, come il ricordo della tua prima vacanza con gli amici.
Ricordatelo sempre: le cose belle sono quelle che durano nel tempo, perché le fai andare oltre il loro valore intrinseco, attribuendogli un tuo valore arbitrario.
Con questo concetto in mente, progetta il tuo tatuaggio: scegli il motivo, il disegno, il soggetto od il pattern che più ti piace, ma attribuiscigli un particolare significato.
Una gioia improvvisa, un dolore improvviso, il ricordo di un caro amico, di qualcuno che ora non c'è più, di un'esperienza fantastica o molto toccante che hai provato... A te la scelta, basta che sia un qualcosa che non sbiadirà dalla tua mente col tempo che passa.
Se non hai un significato da attribuirgli, non tatuarti; - Scegli con cura il tuo artista tatuatore
L'arte tatuatoria ha avuto un boom senza precedenti negli ultimi vent'anni, con una richiesta da parte del mercato considerevole, che ha portato all'inevitabile inflazione del settore, spesso purtroppo con artisti molto improvvisati.
Fortunatamente, con l'avvento dell'Internet, dei siti web personali, dei blog e delle pagine social, ora è molto facile visionare una carrellata di lavori eseguiti dai tatuatori, ed accertarsi così della loro bravura; ce ne sono di alcuni che prediligono il tatuaggio realistico, altri l'old od il new school, altri ancora che sono specializzati in decorazioni a pattern tribale.
Ormai gli studi artistici di tatuaggi sono presenti in tutt'Italia, non solo nelle grandi città (dove la concentrazione è elevatissima), ma anche nelle province.
Come sempre, l'Internet fornisce una grande quantità di risorse ed informazioni, e sta a te andare a scegliere l'artista tatuatore più adatto al tuo scopo; - Presta sempre attenzione ai suggerimenti ed i consigli dell'artista
Gli artisti tatuatori sono professionisti seri delle arti visive, che hanno studiato ad alti livelli e fatto pratica per molto tempo pur di fornirti un servizio di alta qualità.
I tempi in cui anche soggetti molto scarsi tecnicamente ed eticamente con poche remore sono definitivamente tramontati: ora il consumatore è molto attento alla qualità dell'opera eseguita, così come è attentissimo sulle norme igieniche e sanitarie rispettate dallo studio.
Tutta questa professionalità fa sì che il tuo tatuaggio non si trasformi in una macchia di colore indefinito dopo pochi anni dall'esecuzione.
Ascolta sempre i consigli dell'artista a cui ti sei rivolto, e considera sempre le sue opinioni od i suoi suggerimenti riguardo al tuo prossimo tatuaggio: la sua esperienza gli farà suggeriti la realizzazione migliore, cambiando magari qualche particolare per renderlo più tatuabile sulla tua pelle, o per ottenere un effetto estetico migliore.
Se un particolare disegno non incontra i suoi favori (che sicuramente ti motiverà), non impuntarti troppo: l'artista magari avrà notato una difficoltà oggettiva di riproduzione dell'opera, oppure non sarà convinto troppo della buona riuscita della stessa.
Parla nel tuo e nel suo interesse, datosi che la pelle è tua e che la reputazione è sua: ascoltalo, quindi! - Il tatuaggio permamente è doloroso, quindi rassegnati
Una moderna macchinetta elettrica per tatuaggi è capace di incidere 50 battute (penetrazioni) al secondo di un'ago di varia dimensione e larghezza.
L'ago deve bucare l'epidermide ed arrivare al derma per depositare l'inchiostro, e per farlo trapasserà quindi uno spesso strato molto sensibile, pieno zeppo di recettori del dolore.
È implicito quindi che sentirai dolore durante l'esecuzione.
Tanto o poco, questo è impossibile da prevedere: la soglia del dolore è personale, e varia quindi da soggetto a soggetto.
Io ad esempio ho una soglia del dolore - per ciò che concerne i tatuaggi - estremamente alta, e sopporto bene anche tre ore di fila di seduta; altre persone, non hanno una resistenza così elevata.
Molto dipende anche dalla mano del tatuatore, e dal punto in cui si esegue il tatuaggio: punti considerati 'tranquilli', ossia poco dolorosi rispetto ad altri, sono convenzionalmente quelli dove la pelle è più coriacea, oppure c'è un sottile strato di adipe che ammortizza la battura. Ne sono esempio le spalle, le braccia, le cosce, le natiche.
Mano mano che l'ago si sposta verso parti più sensibili o quasi a diretto contatto con l'osso, il fastidio generalmente aumenta: scapole, clavicole, costole, piedi sono considerati punti più dolorosi, sempre fatta salva la soglia del dolore che, come detto e come va necessariamente ripetuto, è puramente soggettiva.
Prima della seduta, il tatuatore può consiglirti una crema anestetica da applicare a livello topico, sull'area di pelle da inchiostrare: può essere un aiuto per sopportare meglio il dolore, che comunque non sarà eliminato mai del tutto.
Ricorda che il tatuaggio farà più male all'inizio che alla fine: questo perché dopo un po' sotto l'azione dell'ago, il tuo corpo comincerà a produrre endorfine per contrastare il dolore, e l'area piano piano comincerà ad essere meno recettiva.
In generale, se sei intenzionato ad eseguire un tatuaggio permanente, devi accettare l'idea di soffrire un po' per un po' di tempo; - Evita droghe, alcool e riposati adeguatamente
In linea generale dovresti evitare l'assunzione di droghe ed alcool in tutti i giorni della tua vita, ma specialmente prima di andarti a tatuare: sostanze stupefacenti, etanolo e mancanza di riposo abbassano le difese immunitarie, rendendoti quindi molto più vulnerabile al dolore, al sanguinamento ed all'attacco batterico.
In senso più ampio, dovresti evitare di tatuarti quando non sei in buona forma fisica: stati febbricitanti o infettivi possono creare complicazioni sia durante e sia dopo il tatuaggio, e quindi andrebbero evitati.
Se non ti senti particolarmente bene il giorno dell'appuntamento col tuo tatuatore, chiamalo e disdicilo.
Durante il tatuaggio permanente...
Pochi ma semplici suggerimenti:
- Non muoverti
L'artista tatuatore non sta disegnando a matita su un foglio di carta, ma sta infilando un ago nella tua pelle. Ergo: è abbastanza difficile cancellare eventuali errori.
Non muoverti e rimani rilassato, e faciliterai di molto la vita al tuo tatuatore; - Rimani tranquillo
Il dolore è un processo inevitabile del tatuaggio permamente, devi accettarlo.
Sappi che passerà subito dopo che il lavoro sarà finito, quindi rilassa i muscoli e pensa ad altre cose. Ascolta musica, se ti va, oppure vediti un film: molti studi di tatuaggi offrono la possibilità ai clienti di visionare DVD oppure mettono a disposizione tablet con molti film precaricati; - Non infastidire l'artista tatuatore
Alcuni artisti lavorano in scrupoloso silenzio, altri sentono musica da camera, altri ancora heavy metal ed altri amano raccontare barzellette al loro cliente.
Insomma: come per tutti gli altri campi della vita umana, anche nel mondo dei tattoo puoi trovare tanti tipi di professionisti con altrettanti tipi di carattere, che dovrai comunque rispettare.
Non infastidire il tatuatore mentre è all'opera, non distrarlo e non domandargli come sta venendo il tatuaggio.
Dopo il tatuaggio permanente...
Dopo che avrai realizzato il tatuaggio, comincerà la parte difficile: la cura della tua nuova opera d'arte.
Dal momento che lascerai lo studio del tatuatore, la responsabilità della buona riuscita del tatuaggio graverà quasi totalmente sulle tue spalle.
Questi consigli potranno esserti utili per far guarire correttamente il tuo tatuaggio e preservarne il più possibile a lungo nel tempo la bellezza originaria:
- Hai una ferita d'abrasione addosso, ricordatelo sempre
Sebbene la bellezza del tuo nuovo disegno possa farti credere il contrario, sei ferito; se provassi a toccarti il tatuaggio - non farlo! - sentiresti dolore esattamente come quando hai una ferita aperta.
L'ago che ti ha tatuato è entrato in profondità nella pelle, l'ha lacerata e ha depositato una grande quantità d'inchiostro, che il tuo sistema immunitario sta cercando di espellere.
Gli anticorpi stanno cercando di assorbire il corpo estraneo, ed al contempo stanno arginando l'invasione dei batteri che, sempre pronti nell'aria, si sono improvvisamente visti aprire degli enormi passaggi per infilarsi nel tuo corpo.
Tutto questo causa infiammazione e gonfiore, poiché il sistema immunitario sta coinvogliando sangue e risorse verso la zona ferita.
Devi quindi trattare il tuo nuovo tatuaggio esattamente come una qualsiasi altra ferita d'abrasione, ricordandoti che il rischio d'infezioni è massimo nelle prime ore successive all'esecuzione dell'opera; - Medicati regolarmente
Appena finito il tatuaggio, l'artista tatuatore provvederà a pulire la zona disegnata con acqua e detergente, a disinfettarla e ad applicare uno strato di crema idratante e protettiva, nonché a bendare tutta la zona con apposite protezioni.
La protezione deve essere lasciata intatta per circa 4 ore, poi va rimossa e cambiata.
Assicurati quindi di trovarti in un ambiente pulito, di esserti lavato bene le mani con un detergente antibatterico e di rimuovere con cura la protezione.
Sciacqua con acqua fresca il tatuaggio, delicatamente ed usando solo le tue mani, poi lavalo con un detergente delicato possibilmente antibatterico.
Sono ottimi i detergenti intimi: Anonet, SebaMed e Fisian.
Non usare assolutamente saponi o gel da doccia, ma usa esclusivamente detergenti delicati.
Una volta sciacquato, tampona delicatamente il tatuaggio con un asciugamano pulito al 100% in cotone; non strofinare e non usare asciugamani di fibra sintetica o misto sintetico.
Lascia asciugare bene il tatuaggio, e poi applica delicatamente un leggero strato di crema idratante che ti avrà suggerito il tuo tatuatore: ce ne sono di molti tipi, alcune professionali e specifiche ed altre di largo consumo, ma non meno efficaci.
Tra le specifiche suggerisco: Hustle Butter Deluxe, Jail Break Tattoo Cream e Tattoo Defender.
Tra le generiche da banco di ottima qualità suggerisco: Pasta Fissan e Fisian crema lenitiva.
Non usare assolutamente prodotti a base di petrolato (come la Nivea) e non usare vasellina.
Una volta idratata la parte tatuata, è necessario provvedere al nuovo bendaggio, da effettuarsi con garza sterile oppure con specifica benda per tatuaggi (tutti gli studi di tatuatura ne hanno a disposizione in grandi quantità).
Questa medicazione va effettuata tre volte al giorno per circa due settimane.
La pulizia con detergenti delicati (leggermente acidi per rispettare il film idrolipidico della pelle) e la regolare applicazione della crema idratante dovrai invece farla per sempre: l'epidermide in buona salute e ben idratata è essenziale per mantenere bello ed integro il tuo tatuaggio nel tempo.
La costanza che dedicherai alla cura del tuo tatuaggio sarà direttamente proporzionale alla sua buona guarigione, e di conseguenza alla sua buona riuscita e durata futura; - Cose da evitare
Le ferite causate dall'ago del tatuatore guariscono in circa 20-30 giorni.
A seconda della guarigione, il risultato finale del tatuaggio potrà essere ottimo, buono o scarso: tatuaggi guariti bene mantengono i colori brillanti ed i bordi netti, quelli guariti male sono opachi e poco definiti.
Durante tutto il periodo di guarigione bisogna evitare nella maniera più assoluta l'esposizione diretta del tatuaggio al sole, i bagni (sia al mare che in piscina), le palestre, la spiaggia e, in generale, qualsiasi attività o luogo dove la ferita può venire a contatto con il sudore di terzi o può facilmente infettarsi per via dell'ambiente sporco.
Dopo qualche giorno dall'esecuzione, cominceranno a comparire le prime crosticine sulla superficie del tatuaggio: esse non vanno assolutamente rimosse, e vanno lasciate cadere da sole.
Datosi che l'epidermide è in rigenerazione, è comune sentire il classico prurito delle ferite in guarigione, ma bisogna evitare assolutamente di grattarsi: piuttosto, è possibile battere delicatamente col palmo della mano l'area del tatuaggio fin quando il prurito non finisce; - Vai a fare il controllo dal tatuatore, se consigliato
La pelle assorbe od espelle l'inchiostro in misura variabile, non prevedibile a priori.
Spesso, quindi, capita che alcune linee o sfumature possano risultare sbiadite o in parte del tutto mancanti quando il tatuaggio s'è cicatrizzato.
Molti tatuatori, quindi, impongono un controllo dopo 2-4 settimane, per analizzare la guarigione del tattoo e ribattere o ritoccare, laddove fosse necessario, le parti che necessitano di una ripassata.
I nemici dei tatuaggi
La durata di un tatuaggio nel tempo e la sua conservazione nel migliore dei modi possibile, per preservarne l'originaria bellezza, è una variabile che dipende essenzialmente da tre fattori:
- Qualità della guarigione;
- Esposizione diretta alla luce solare;
- Cura ed idratazione dell'epidermide
Sulla guarigione, molto è stato detto in precedenza: deve avvenire in maniera ottimale, ed è principalmente dipesa dalla cura che si riserva alle medicazioni periodiche e alla protezione del tatuaggio.
Gran parte della bellezza originaria del tatuaggio dipende da come esso guarisce: guarigioni dopo infezioni o tatuaggi esposti a luce, aria ed agenti corrosivi troppo prematuramente rendono il disegno sbiadito, opaco e poco definito; guarigioni ottimali invece garantiscono un'eccellente resa cromatica, uniformità di tratto e di colorazione, brillantenza dei segni.
Supposto che la guarigione sia avvenuta in maniera ottimale, la luce solare diretta è il secondo pericolo per ogni tatuaggio, che diventa il primo in assoluto a lungo termine.
I fotoni che emette la nostra stella di riferimento hanno molta energia, e sono capaci di ionizzare i legami molecolari di materia organica ed inorganica.
I pigmenti che compongono l'inchiostro del tatuaggio reagiscono ai fotoni quando da essi sono colpiti, e a lungo andare i legami chimici che danno le caratteristiche riflettenti del colore si modificano, causando quindi la perdita di brillantezza e, pian piano, una sempre più marcata opacità.
Per prevenire questo, è quindi imperativo proteggere sempre i tatuaggi dall'esposizione diretta del sole, specie durante i periodi estivi, quando si è più portati ad essere meno vestiti, come ad esempio al mare.
Per la protezione, si possono usare le creme e gli spray filtranti che si usano comunemente per proteggere la pelle prima dell'esposizione al sole, prestando attenzione a prendere quelli ad alto potere filtrante (50).
Ancora, i frequenti bagni al mare ed in piscina sono sconsigliabili: alte concentrazioni di sale e cloro (disinfettante molto comune usato nelle piscine pubbliche) seccano l'epidermide, opacizzandola.
Parlando di epidermide, la zona del tatuaggio deve essere perennemente idratata, con una cura almeno settimanale: vanno evitati saponi aggressivi e preferiti invece i detergenti delicati, così come è consigliabile passare sopra il tatuaggio una crema emoliente ed idratante apposita per tatuaggi (ce ne sono di diverse in commercio).
Un'epidermide curata e sana è fondamentale per mantenere il tatuaggio bello e vivido per tanti anni.
I luoghi comuni sui tatuaggi
Anche se arte molto antica, dalle profonde motivazioni antropologiche e con connotati quasi sempre positivi, la tatuatura è stata particolarmente vessata, in occidente, dall'avvento della religione cristiana.
Per oltre un millennio l'arte del tatuaggio è stata proibita più o meno ufficialmente nei paesi europei a maggioranza cristiana (quasi tutti), e stessa sorte è toccata - e tocca ancora - i paesi musulmani, la cui religione vieta categoricamente i tatuaggi permanenti.
L'oscurantismo dettato dalla religione cristiana venne esportato dall'Europa anche nelle Americhe con l'inizio della colonizzazione del nuovo mondo.
La pratica di tatuarsi rimase così tanto in clandestinità che, nel corso dei secoli, divenne giocoforza avversa alla vita quotidiana dei popoli europei, e finì nel vasto calderone delle 'arti dannate' in cui da sempre le religioni infilano ciò che a loro non è gradito.
A ciò va aggiunto, in Italia, il lavoro del dottor Cesare Lombroso che, come spiegato poco in alto, in un suo famoso saggio sentenziò l'indissolubile legame tra tatuaggi ed indole criminale.
Ciò è stato dimostrato essere completamente infondato e privo di alcun valore scientifico ed antropologico, ma contribuì ad allungare - e di molto - l'esilio sociale del tatuaggio.
Fortunatamente, la secolarizzazione della società ha riabilitato in pieno l'arte tatuatoria, e dalla fine degli anni '80 in poi tutti i tabù figli dell'ignoranza sono pian piano caduti uno ad uno.
Ormai una grande percentuale della popolazione italiana è tatuata (si stima quasi il 12%), ed i tatuaggi non solo sono socialmente accettati, ma sono anche diventati spesso e volentieri una moda per abbellire il corpo molto copiata, sia dalle star del cinema e della musica che dai giocatori sportivi famosi.
Permangono comunque alcuni luoghi comuni, frutto non tanto dell'ostilità alla pratica, ma piuttosto dell'ignoranza.
Questi sono i principali:
- I tatuati sono tutti delinquenti
Falso. È un luogo comune che ha origine dal saggio "L'uomo deliquente" scritto dal dottor Cesare Lombroso sul finire dell'800, che non ha nessun fondamento scientifico e nessuna base antropologica.
Non c'è nessuna statistica attendibile che dimostri la correlazione tra crimine e tatuaggi, mentre è vero che spesso molte bande criminali (soprattutto russe, messicane e giapponesi) vedono i loro membri tatuarsi soggetti ben specifici, in grado di rivelare la loro appartenenza alla cricca criminale.
Sono però casi in percentuale estremamente bassa rispetto al numero totale di persone tatuale, e di certo la cosa non si applica comunque in Italia; - I tatuaati sono ex carcerati od ergastolani
Falso. Punto che fa il paio con quello precedente, non suffragato da nessuna reale statistica, anzi, semmai matematicamente smentito: l'Italia vede quasi il 12% della propria popolazione portatrice di almeno un tatuaggio, quindi su una quantità di quasi 60.000.000 di individui, il gruppo sociale dei tatuati è di circa 7.000.000 di persone.
Ovviamente, è immediatamente palese che tale numero enorme di gente non possa fisicamente essere contenuto nelle nostre carceri, che mediamente ospita (contemporaneamente e con molti problemi logistici) circa 54.000 detenuti ogni anno.
Il luogo comune si rifà a molto tempo addietro, quando l'arte tatuatoria era ancora sotto l'oscurantismo sia religioso che sociale, ed i detenuti delle allora prigioni comunicavano tra di loro anche grazie all'uso dei tatuaggi; - I tatuati sono di basso livello sociale
Falso. Il legame tatuaggio-ceto sociale era veritiero molti decenni fa, ma oggi ha perso di qualsiasi valore statistico.
Anzi: secondo un indagine pubblicata nel 2015 dell'Istituto Superiore di Sanità il 30,7% dei tatuati ha una laurea e il 63,1 % lavora.
I rischi del tatuaggio permanente
Essendo una tecnica che fisicamente ferisce il fisico per immettere un corpo estraneo (inchiostro) nella pelle, il tatuaggio permanente ha dei rischi intrinsechi, non eliminabili.
Di ciò la persona che aspira a tatuarsi deve sempre essere informata.
Molti di questi rischi possono essere prevenuti con un'adeguata cura e pulizia del tatuaggio, molti altri sono dipendenti dalla reazione che l'organismo ha dopo l'invasione del pigmento colorato.
I principali rischi quando si esegue un tatuaggio permanente sono:
- Infezioni batteriche
Il tatuaggio appena fatto è una ferita da abrasione, e come tale è perfetta per far annidare i batteri che si trovano nell'aria attorno a noi.
L'infezione della cute nella ore immediatamente successive all'esecuzione del tatuaggio è la prima causa di problematiche post-intervento.
Per scongiurare il più possibile le infezioni, è imperativa una scrupolosa e costante pulizia e medicazione del tatuaggio fino alla sua completa guarigione, che - salvo complicazioni - avviene in circa 20-30 giorni.
L'infezione batterica si presenta con i sintomi classici quali estremo gonfiore, forte arrossamento e presenza di pus; - Allergie
L'inchiostro che viene iniettato nel derma è un corpo estraneo, e come tale è visto dall'organismo, che tenta inizialmente di difendersi mettendo in atto tutti i meccanismi a sua disposizione.
I componenti dei colori usati per la pratica contengono elementi chimici che possono dare una reazione allergica, più o meno grave.
Nei casi più lievi - la maggioranza - la reazione è localizzata e temporanea, e si presenta come gonfiore, arrossamento, rush cutaneo e sintomi equivalenti.
Nei casi più gravi - statisticamente rari, si può arrivare anche allo shock anafilattico.
Di solito le allergie si manifestano quasi immediatamente dopo il primo contatto con l'allergene, ma in alcuni casi possono manifestarsi anche dopo anni; - Infezioni virali
Datosi che vengono prodotte delle ferite sul corpo con gli aghi e che c'è quindi contatto diretto col sangue, è possibile contrarre malattie virali infettive durante la seduta dal tatuatore.
Epatite B, epatite C, tetano e HIV sono le malattie che possono essere trasmesse con la procedura, ma i rischi di contrarle si annullano se - ed è un obbligo di legge in Italia - il professionista dello studio usa prodotti sterili, monouso e sigillati.
Anche la pulizia generale del posto, con l'utilizzo di guanti monouso da parte dell'artista, è essenziale per garantire la minimizzazione dei rischi d'infezioni; - Cheloidi e granulomi
Come una qualsiasi altra ferita, il tatuaggio permanente deve guarire con un processo complesso del fisico, che può dare però delle complicanze.
Possono formarsi inspessimenti eccessivi della pelle rigenerata (cheloidi) e noduli pieni di linfociti chiamati granulomi.
Ricorda che è normale che l'area del tatuaggio rimanga dolente, arrossata e gonfia per qualche giorno dopo l'esecezione: è pur sempre una ferita, e come tale è trattata dall'organismo.
È normale anche che si formino dei piccoli brufoli (che si risolveranno da soli), così com'è normale che sorga del prurito durante la formazione delle prime crosticine.
Per tatuaggi abbastanza estesi, è possibile anche ti si possa alzare leggermente la temperatura corporea.
Se però dopo qualche giorno sperimenti gonfiore eccessivo, importante arrossamento cutaneo con sfogo (rush), insopportabile prurito, pus, febbre alta, vomito o difficoltà di respirazione, rivolgiti immediatamente al Medico.
Non chiamare il tatuatore, ma rivolgiti subito ad un Medico, possibilmente specializzato in dermatologia.
La rimozione dei tatuaggi
Se un tempo i tatuaggi permanenti erano considerati... Davvero permamenti, oggigiorno esistono svariate tecniche chiurgiche per rimuovere i disegni sulla pelle non più graditi.
Bisogna però sempre precisare che la rimozione dei tatuaggi, a prescindere dalla tecnica che il medico decide di adoperare, è un'operazione molto costosa, in qualche caso dolorosa, abbastanza lunga e dagli esiti finali spesso ottimi, ma a volte non così eccezionali.
È quindi imperativo prevenire il ricorso alla chirurgia eseguendo i tatuaggi che si desiderano solo dopo aver ben ponderato i pro ed i contro, e solamente dopo aver preso una decisione motivata da un forte significato sentimentale e personale.
Eseguire tatuaggi solamente per gusto estetico e sull'onda della moda o della frenesia del momento porta quasi sempre a pentirsi della decisione, poiché le opinioni e gli stati d'animo degli esseri umani - quando non dettati da sentimenti profondi e sinceri - cambiano nel tempo.
Premesso ciò, andiamo a vedere le principali tecniche chirurgiche per l'asportazione dei tatuaggi non più desiderati:
- Rimozione al laser
Si tratta della tecnica più recente, più costosa, che prevede un certo grado di dolore ma che spesso e volentieri dona i risultati migliori.
Il principio è semplice: il tatuaggio rimane intrappolato nel derma perché il nostro sistema immunitario non riesce a smaltire le molecole aggregate dell'inchiosto, troppo grandi per essere efficacemente attaccate dai linfociti.
Un laser ad alta frequenza però può penetrare attraverso l'epidermide, raggiungere il derma e colpire i pigmenti dell'inchiostro, frammentandoli in miridiadi di parti più piccole, che il sistema immunitario rieuscirà poi ad assorbire.
È una tecnica che funziona solo quando il laser ha abbastanza energia per frammentare efficacemente le particelle del pigmento, e richiede numerose sessioni per ogni singolo tatuaggio.
I costi sono molto elevati, ed in molti casi è dolorosa ben più che l'esecuzione del tatuaggio.
A seconda del tipo di pigmento su cui s'interviene e della risposta immunitaria del paziente, la pelle rigenerata dell'ex tatuaggio può apparire di colorazione leggermente differente rispetto a quella che la contorna; - Dermoabrasione
Un'abrasione chimica con medicamenti acidi (o basici) che scorticano l'epidermide, permettendo di arrivare al derma e ripulirlo dall'inchiostro.
È una tecnica che rimuove spesso quasi tutto l'inchiostro con ottimi risultati, ma che lascia delle inevitabili cicatrici su tutta l'area trattata.
È quindi sconsigliata per tatuaggi particolarmente estesi, oppure in zone delicate e scoperte dai vestiti (viso, collo, mani, ecc ecc.); - Elettrorimozione
Tecnica più o meno equivalente a quella laser, si basa sullo stesso principio ma al posto della luce artificiale amplificata c'è un elettrodo che produce un arco elettrico sufficientemente potente da frammentare le molecole d'inchiostro nel derma.
È una tecnica che da ottimi risultati perché solitamente più potente di quella laser, ma è anche molto più dolorosa; - Escissione chirurgica
Tecnica che prevede la rimozione totale della pelle dell'area tatuata per mezzo di apposite incisioni, ricucendo poi la ferita riunendo i lembi di pelle tramite sutura.
Il vantaggio è che è molto veloce e che, se eseguita da mano esperta del chirurgo, elimina completamente ogni traccia del tatuaggio.
Lo svantaggio (grosso) è quello di un'inevitabile cicatrice sul posto di dove originariamente c'era il tatuaggio.
Galleria immagini
Qui di seguito potrai trovare delle piccole gallerie esemplificative dei principali stili di tatuaggio maggiormente disegnati al giorno d'oggi.
Ricorda sempre che gli stili sono generiche tracce: possono darti un'idea generica, ma considera sempre che, con i colori e le tecniche moderne, puoi sbizzarrirti ad immaginare il disegno che più ti aggrada.